SVILUPPO CONTINUO - In
Formula 1 l’evoluzione si misura attraverso l’analisi dei tempi sul giro. Nessun altro parametro sintetizza in maniera così efficace i progressi compiuti dalle varie scuderie, nonostante il continuo sviluppo della parte tecnica: le monoposto del
2016 sono profondamente diverse rispetto a quelle utilizzate negli Anni 80, come netta è anche la differenza rispetto a soli 10 anni fa. Le novità interessano tutti gli ambiti della macchina, compreso il volante. Quest’ultimo è diventato nel tempo una sorta di computer, dalla forma molto allungata, che il pilota utilizza per gestire e regolare svariati parametri della monoposto: è possibile modificare la ripartizione della frenata, la regolazione del differenziale ed anche la quantità di ossigeno nel carburante. La forma ed i contenuti del volante sono cambiati moltissimo nel tempo. Qui ne ripercorriamo le varie fasi, prendendo ad esempio quelli delle McLaren, che comunque sono molto simili a quelli usati dagli altri team negli stessi periodi.
ANNI 50 e 60
Il volante delle prime monoposto è esattamente come lo immaginiamo: rotondo, privo di comandi supplementari e dal diametro piuttosto generoso. La corona poteva essere in legno. La trasmissione non si comandava ancora tramite i bilancieri, quindi il volante serviva unicamente per sterzare. Nella foto quello della M7C di Bruce McLaren del 1969.
ANNI 70
Le novità introdotte non ne stravolgono l’essenza. Il volante conserva la sua forma circolare e rimane privo di qualsiasi ausilio supplementare, ma il diametro si riduce e compare un interruttore d’emergenza: sulla McLaren M23 di Emerson Fittipaldi del 1974 (nella foto), ad esempio, taglia l’alimentazione del motore.
ANNI 80
Il volante rimane grossomodo invariato, ma esordisce un tessuto antiscivolo sulle razze (migliora l’impugnatura) e debutta un secondo pulsante: la McLaren, sulla MP4/4 di Ayrton Senna del 1988 (nella foto), dà modo al pilota di gestire il sistema radio e di attivare un surplus di potenza. Il volante si collega all’impianto per comunicare con il muretto e può essere rimosso in maniera rapida.
ANNI 90
La vera rivoluzione si compie ad inizio anni ’90, quando diventano comuni le trasmissioni semi-automatiche. Il volante si adegua e testimonia l’evoluzione delle monoposto, che diventano oggetti molto più tecnologici e raffinati: il volante assume ora una forma allungata, riceve i bilancieri per cambiare marcia e guadagna svarianti bottoni. Nella foto quello della MP4-14 di Mika Hakkinen del 1999.
ANNI 00
Il volante rimane grossomodo invariato. La McLaren ridistribuisce i pulsanti e mette il pilota nelle condizioni di intervenire sulle principali aree dell’auto, in maniera da uniformare il suo comportamento alle condizioni ambientali, di guida o della pista. Sulla MP4-23 di Lewis Hamilton (2008) è ancora presente un cruscotto di piccole dimensioni, montato dietro il volante, che fornisce dettagli sulla posizione, sul giro o sul tempo stabilito.
ANNI 10
Sulla McLaren MP4-29 di Jenson Button del 2014 (qui sopra) il cruscotto si sposta sul volante e fornisce informazioni ancora più dettagliate, nonché ampiamente personalizzabili. L’impugnatura diventa ancora più contenuta (in tal modo si risparmia qualche etto) ed aumentano le possibilità di gestione, in virtù del grado di sofisticazione raggiunto dalle monoposto: il volante della Mercedes per il 2016 (nel video qui sotto) integra tre ghiere, dove solo quella centrale regola sedici diversi parametri.