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11 Giugno 1955, la più grande tragedia della storia delle corse automobilistiche
21 aprile 2015 - 15:30
Ritratto di Mattia Bertero
alVolante di una
Kia Stonic 1.0 T-GDI 120 CV Energy
Ciao a tutti. Tra poco meno di due mesi sarà un triste 60° anniversario riguardante le corse automobilistiche. Erano passate circa due ore e mezza dall'inizio della 24 Ore di Le Mans del 1995, erano le 18:30 quando arrivò il momento della prima sosta ai box per i piloti in pista, in quel momento in testa c'era Hawthorn su Jaguar seguito dal Fangio su Mercedes e da Castellotti su Ferrari in piena lotta per la prima posizione. A quell'ora il pilota della scuderia inglese rallenta di colpo ed imbocca pericolosamente l'entrata dei box alla sua destra, costringendo il pilota della Austin-Hearly che lo tallonava, Macklin a scattare improvvisamente verso sinistra. Nel frattempo la Mercedes di Pierre Levegh arrivava a tutta velocità e si ritrova la strada sbarrata e tampona Macklin a 250 Km/h di velocità. Il botto fu talmente violento che la macchina prese il volo verso il bordo pista a sinistra contro le barriere di protezione, che separano la pista dagli spettatori. L'auto prima si incendia e poi esplode, il motore ed una sospensione vengono sparati dall'esplosione ad una velocità di 60 metri al secondo e finiscono in mezzo ad una marea di folla, uccidendo sul colpo 83 persone, compreso Levegh di cui non venne ritrovato quasi niente di lui, e ferendone altre 100. La corsa non viene interrotta con la scusa che la gente, nell'abbandonare l'autodromo, intralciasse il lavoro delle ambulanze. Dieci ore dopo i dirigenti della Daimler-Benz decidono di ritirare le Mercedes dalla gara in quel momento al primo ed al terzo posto. Alla fine la vittoria va a Hawthorn sulla Jaguar. Le conseguenze di quella immane tragedia furono sostanzialmente tre: la prima è che per la prima volta l'antenata della FIA organizzò una riunione per stabilire nuove norme di sicurezza da applicare a vetture e circuiti, la seconda fu il ritiro delle Mercedes da qualsiasi competizione automobilistica, Formula 1 compresa, a fine della'annata 1955 e la terza la Svizzera introdusse una legge che vietava qualsiasi competizione motoristica nel suo territorio, divieto in vigore tutt'ora. Questa tragedia è sempre passata un po' in sordina, sia perché è conosciuta solamente da grandi appassionati delle competizioni automobilistiche, sia perché ormai sono passati 60 anni e ci sono poche immagini e pochissimi video dell'accaduto. Mi sembrava giusto ricordare questo.
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Ritratto di Mattia Bertero
21 aprile 2015 - 15:31
3
La 24 ore di le Mans qui citata è del 1955 non del 1995 come erroneamente ho scritto nelle prime righe.
Ritratto di fabri99
21 aprile 2015 - 19:29
4
Sapevo già di questo incidente, ma ignoravo completamente il ritiro di Mercedes dal motorsport in generale nel 1955 (pensavo si fossero ritirati solo da quell'edizione di Le Mans) e anche del divieto, in Svizzera, sulle competizioni motoristiche. Comunque hai fatto bene a ricordare l'accaduto, è stata una grande tragedia. Ma si sa, il pericolo è l'altra faccia del motorsport, forse anche ciò che lo rendeva così eccitante. Fortunatamente negli ultimi anni si sono fatti passi da gigante nella sicurezza; anche se nel frattempo il motorsport ha perso parecchio, la sicurezza prima di tutto.
Ritratto di Mattia Bertero
22 aprile 2015 - 13:30
3
Si, la Mercedes si ritirò da qualsiasi competizione a cui partecipava e preciso che il ritiro fu definitivo. Bisognerà aspettare il 1987 prima che la Mercedes tornasse a competere sui circuiti (nel mondiale Endurance). Vero quello che affermi, che il rischio aggiungeva una qualcosa di epico e di romantico in questo sport, infatti si ricordano molto di più delle imprese del passato invece di quelle che sono accadute negli ultimi anni. Oggi, giustamente la sicurezza deve essere la priorità ma, così facendo, ha "tolto" quello spirito con cui correvano i piloti di una volta, oggi si sente troppe volte drivers che parlano troppo telecomandati dalle scuderie, c'è ne sono davvero molto pochi che sono schietti e sinceri. Una volta sapevano benissimo che ogni volta che mettevano le ruote in pista rischiavano ad ogni curva di morire per un'inezia e quello li rendeva se vogliamo più umani, anche più disponibili nei confronti dei tifosi. I tempi sono cambiati. Un saluto.
Ritratto di MatteFonta92
22 aprile 2015 - 17:38
3
Ho letto di questo incidente, e anch'io sapevo che dopo questa tragedia la Mercedes decise di ritirarsi da qualunque tipo di competizione automobilistica, Formula 1 compresa, dove tra l'altro aveva vinto tutti e 2 campionati che fino a quel moemento aveva disputato. È stato un incidente spaventoso, però possiamo dire che tutte quelle persone non sono morte invano, poiché da quel momento si prese finalmente in considerazione il concetto di sicurezza nelle competizioni automobilistiche, fino ad arrivare all'eccellente livello dei giorni nostri. Almeno possiamo essere sicuri che tragedie simili non si ripeteranno più.
Ritratto di Mattia Bertero
22 aprile 2015 - 18:28
3
A quei tempi la massima sicurezza che si poteva ottenere era un po' di fieno a bordo pista, quando si correva a Montecarlo non c'erano nemmeno le protezioni che separavano la pista ed il mare! (infatti Ascari sempre nel 1955 con la Lancia si fece un bel tuffo nelle acque del porto)..., oggi ormai la sicurezza è ai massimi storici però, come ha dimostrato l'incidente di Bianchi l'anno scorso e quello di Wheldon in Indycar sempre l'anno scorso, non bisogna mai abbassare la guardia su queste cose e c'è sempre un ampio margine di miglioramento.
Ritratto di MatteFonta92
24 aprile 2015 - 17:24
3
Diciamo che al giorno d'oggi, visti gli alti livelli di sicurezza raggiunti dalle vetture, i margini di miglioramento stanno in altri aspetti, come l'azione dei mezzi di rimozione nel caso dell'incidente di Bianchi. Ma più che altro sono le moto che mi spaventano, perché se in F1 non muore nessuno da decenni, nel motomondiale si contano invece diversi incidenti mortali nel recente passato. Lì bisognerebbe intervenire in modo drastico.
Ritratto di Mattia Bertero
24 aprile 2015 - 18:30
3
Nel Motomondiale è già più difficile garantire la sicurezza per i piloti visto che sono in ogni caso più esposti rispetto ai piloti delle monoposto. In una macchina c'è tutta la monoscocca che li protegge, nelle moto c'è praticamente una tuta e basta (almeno hanno una protezione per la schiena ma non sempre serve). Semmai si migliorano le protezioni a bordo pista (l'incidente di Kato nel 2003 è successo perché c'era un muretto esposto e il giapponese l'aveva preso in pieno a quasi 270 Km/h, una cosa inaccettabile) oppure nuove regole in caso di incidente su come devono comportarsi i piloti. Il rischio maggiore per un pilota di moto è l'investimento come è successo a Simoncelli, Tomizawa o Antonelli nella Supersport e li non ci sono i margini di miglioramento perché se imbottisci i piloti non riescono più a guidare il mezzo ed inoltre, quando un pilota cade improvvisamente, quello dietro inevitabilmente lo colpisce se lo stava tallonando da vicino. Ad ogni modo se si viene investiti da una moto da competizione in piena corsa difficilmente si sopravvive purtroppo...
Ritratto di IloveDR
23 aprile 2015 - 11:28
3
non conoscevo questa vicenda e le conseguenze che hanno coinvolto Mercedes e Confederazione Elvetica. Grazie per il tuo impegno serio nel sito.
Ritratto di Mattia Bertero
23 aprile 2015 - 14:28
3
Grazie a te per avere letto il post. Queste tragedie non dovrebbero mai essere dimenticate perché ci aiutano a migliorare in futuro. Questo incidente in particolare cambiò in modo radicale la concezione di sicurezza nel motorsport, forse è anche "grazie" a questa tragedia (ed a molte altre avvenute in passato) che abbiamo tutta la sicurezza odierna nelle competizioni motoristiche.
Ritratto di IloveDR
23 aprile 2015 - 17:01
3
in cui morirono Ratzenberger e Senna a Imola e M.Simoncelli in Malesia.
Ritratto di Mattia Bertero
23 aprile 2015 - 20:23
3
...a questi nomi aggiungo Daijiro Kato al G.P. del Giappone MotoGp del 2003.
Ritratto di Fr4ncesco
23 aprile 2015 - 12:22
2
Appena ho letto 1955 ho subito pensato l'incidente di Le Mans, penso il peggiore di tutti i tempi. A ciò che hai scritto aggiungo un'altra curiosità. Dopo quell'incidente le associazioni sportive automobilistiche americane si sono divise da quelle europee e dal resto del mondo, per questo ancora oggi hanno dei campionati tutti loro. Inutile ricordare di come fosse precaria la sicurezza all'epoca, basta pensare che Nuvolari arrivò al traguardo con una chiave inglese al posto del volante e il meccanico di fianco svenuto, che nella sua epicità comunque era un qualcosa di assurdo.
Ritratto di Mattia Bertero
23 aprile 2015 - 14:35
3
E' vero, non me l'ho ricordavo. Infatti, adesso che ci penso, fino al 1955 la 500 miglia di Indianapolis era una gara valida per il campionato del mondo di Formula 1 nonostante corsero piloti e vetture completamente diverse rispetto al campionato. Dal 1956 infatti la classica americana non venne più inserita nel calendario delle gare. Si, l'episodio di Nuvolari l'ho letto e riletto diverse volte, oggi una cosa così sarebbe semplicemente impensabile, a momenti con il rischio di una denuncia legale verso la squadra e verso il pilota stesso.