OSPITI SPECIALI ALLO STAND DELLA PORSCHE - Se ci volete andare siete ancora in tempo. Techno Classica si sta svolgendo in questi giorni a Essen, ed è aperta al pubblico fino a domenica 25 marzo. Un anniversario di cui si sentirà parlare spesso quest’anno, i 40 anni della Porsche Carrera RS 2.7, è tra le attrazioni principali della fiera. Non a caso per l’occasione sono state esposte due “guest stars”, arrivate direttamente dal Porsche Museum di Stoccarda: una RSR del 1973 da competizione (nella foto sotto, che eroga 330 CV contro i 210 CV della base) e una delle ultime varianti di questa fortunata serie “Renn Sport”, la RSR Turbo del 1974 equipaggiata con un motore di 2,1 litri da 500 CV. Accanto a questi bolidi è stata esposta una 911 RS 2.7, attualmente in fase di restauro presso gli specialisti del reparto Porsche Classic.
UN VALORE CRESCIUTO NEGLI ANNI - Certamente quest’anno si parlerà parecchio della 911 Carrera RS 2.7 (foto più in alto), ma mettendo un attimo da parte il suo quarantesimo compleanno, questa vettura suscita interesse e richiama gli appassionati ormai da tempo, tanto da essere entrata di diritto nella categoria storica delle “collezionabili”. Negli ultimi anni, infatti, ha raggiunto quotazioni sempre più significative, un po’ per la sua rarità (ne sono stati prodotti solo 1.590 esemplari), un po’ per tutte quelle caratteristiche che la rendono appetibile a chi se la può permettere.
La versione da corsa era la RSR.
COM’É NATA LA LEGGENDA - Anche se tutti sanno che la 911 Carrera RS 2.7 è del 1973, in realtà già nel 1972 ne furono prodotti 500 esemplari, disponibili nella sola versione coupé. Il suo destino glorioso fu segnato fin da subito, a cominciare dal nome. La RS 2.7 fu la prima 911 a essere battezzata Carrera, un chiaro riferimento alla storica Carrera Panamericana, una gara durissima che si disputava in Messico agli inizi degli Anni 50, dove la Porsche raccolse non pochi successi.
CON QUELLA CODA UN PO’ COSÌ - I primi 500 esemplari furono prodotti per ottenere l’omologazione nella categoria GT, e furono catalogati come versione Sport per via della leggerezza. I cofani e le portiere erano in alluminio, il serbatoio della benzina e i paraurti di plastica, i sedili erano quelli sportivi della Recaro, ovviamente due posti secchi, e tutto il superfluo sacrificato per raggiungere un peso di soli 900 kg. A decretarne ulteriormente il successo fu anche il caratteristico alettone posteriore ormai noto come “a coda d’anatra”, realizzato in vetroresina e integrato al cofano per ridurre la deportanza del retrotreno e tenerla saldamente attaccata all’asfalto. L’alettone però fu subito bocciato dalle autorità tedesche perché ritenuto pericoloso per pedoni e ciclisti.
GIOCAVA CON LE DECALCOMANIE - Altre caratteristiche di questa Carrera RS 2.7 erano i passaruota bombati, che ospitavano i cerchi Fuchs 6x15 davanti, e 7x15 dietro. E poi le strip adesive. Bellissima la scritta “Carrera” sulla parte inferiore delle fiancate, ricavata da una striscia colorata la cui tinta era ripresa anche sui cerchi in lega. Tante le possibilità di abbinamento: si poteva scegliere tra White Grand Prix, Tangerine (che poi sarebbe l’arancione), Bahia Red, Signal Yellow, Light Yellow, Light Ivory, Aubergine (un melanzana scuro), Gulf Blue, Viper Green, e successivamente anche Black. Per tutti i gusti.
UN TOTALE DI 1590 ESEMPLARI - Infine vi basti sapere che questi 500 esemplari furono subito venduti tutti, e che nel 1973 la produzione della Carrera R.S 2.7 proseguì aggiungendo alla gamma una versione stradale, la RS Touring, cui seguì la RSR, dotata di un motore di 2,8 litri da 330 CV. Poi le norme degli Stati Uniti sull’inquinamento e sulla sicurezza costrinsero i tecnici della Porsche a rivedere un po’ questa Porsche 911. Oggi le RS hanno valori da capogiro: abbiamo trovato esemplari in vendita da 150 a 290 mila euro.