CONSULENZE NON DISINTERESSATE - Internet è un grande strumento per valutare al meglio le diverse possibilità di spesa e le diverse scelte esistenti. Ma è bene non farne un mito, e usarlo con consapevolezza. L’ultima conferma di ciò viene dall'indagine-report condotta dall’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) che ha valutato l’operato dei siti comparatori, cioè quei siti che confrontano i prezzi delle polizze di rc auto. L’indagine porta l’Ivass a criticare i siti in questione invitandoli a modificare il loro modo di lavorare, introducendo nove cambiamenti entro il 31 gennaio 2015. I punti critici da correggere sono diversi.
CONFLITTO D’INTERESSE - I siti comparatori prendono in considerazione soltanto le compagnie con le quali hanno rapporti di collaborazione o da cui ricevono provvigioni per i contratti stipulati. Da aggiungere anche che sulle 66 compagnie di assicurazioni che forniscono le polizze rc auto, soltanto sette sono tenute presenti nelle comparazioni, tutte che operano a distanza, via telefono e internet. Questa “selezione” non è resa esplicita nella comunicazione agli utenti che consultano i siti. I siti comparatori compiono le loro valutazioni e stilano le loro classifiche esclusivamente in base alle tariffe, senza tenere conto delle diversità esistenti nelle coperture offerte e nei servizi forniti. Come accennato non viene reso chiaro che si considerano solo sette compagnie.
QUESTIONE DI TRASPARENZA - L’Ivass rileva e critica il fatto che al consumatore che fa ricorso ai siti comparatori non è detto chiaramente che la comparazione è un’attività commerciale, né dell’assetto proprietario del gestore del sito. Perché se è vero che non ci sono compagnie di assicurazione tra i proprietari dei siti, è invece vero che tutti tali siti fanno riferimento ad agenti intermediari che operano nel settore (proprio per questa ragione l’Ivass ha potuto compiere l’indagine, dato che gli intermediari ricadono sotto l’ambito di controllo dell’Ivass). Sempre nell’ambito della trasparenza ricade la critica fatta dell’Ivass al “largo uso di messaggi pubblicitari formulati in modo tale da ingenerare nell’utente un convincimento improprio circa la possibilità di ottenere risparmi o di acquistare il miglior prodotto”. Insomma, le criticità non mancano, quanto meno se si usa i siti comparatori nella convinzione che siano ineccepibili cartine al tornasole della convenienza, senza condizionamenti economici e di interesse. Non è così, e vanno dunque usati appunto con consapevolezza.
TANTI PREVENTIVI, POCHI CONTRATTI - Va anche detto che probabilmente ciò in buona misura avviene già, dal momento che secondo l’indagine (basata su quanto dichiarato dai siti stessi) a fronte degli oltre 13 milioni di preventivi elaborati dai siti nel 2013, i contratti stipulati attraverso questo canale sono stati soltanto 550 mila. Segno che è fortemente diffuso il ricorso ai comparatori per “farsi un’idea” per poter poi decidere al meglio. L’indagine ha preso in considerazione 6 siti comparativi: Chiarezza.it, Comparameglio.it, Facile.it, Segugio.it, 6Sicuro.it e Supermoney.it. Un ventaglio di operatori con un massimo di 6,7 milioni di preventivi redatti nel 2013 a un minimo di 106 mila.
CHE COSA DEVONO CAMBIARE - Le misure chieste dall’Ivass ai siti per il 31 gennaio sono:
1) indicazione evidente nella home page “delle imprese di assicurazione e/o degli intermediari con cui sussistono accordi di parternship ai fini della comparazione e indicare con caratteri grafici di adeguata evidenza che il servizio di comparazione offerto è soggetto a remunerazione da parte di tali imprese”;
2) indicare nell’output di comparazione, per ciascuna polizza, le provvigioni corrisposte dall’impresa in caso di conclusione del contratto;
3) dare chiara indicazione sul sito in home page della quota di mercato comparata (intesa come numero delle imprese comparate rispetto al numero totale delle imprese presenti sul mercato);
4) garantire che il numero delle imprese pubblicizzate ai fini del confronto corrisponda a quello delle imprese effettivamente comparate. In caso di mancata quotazione di una o più delle imprese di cui è dichiarata la comparazione, ne deve essere data spiegazione nell’output e le quotazioni mancanti vanno comunque fornite in un momento successivo al consumatore;
5) adottare un processo di rilevazione delle esigenze assicurative del cliente e di quotazione tale da esporre un ranking in cui siano presenti solo prodotti con caratteristiche rispondenti alle esigenze di copertura manifestate dal cliente;
6) non basare la comparazione solo sul prezzo, ma anche sulle caratteristiche “chiave” della polizza, presentando queste ultime secondo uno standard uniforme, in modo da agevolare il confronto tra le diverse offerte;
7) evitare forme di abbinamento forzato delle coperture accessorie alla rc auto e meccanismi di opt-out a carico del consumatore;
8) modificare la procedura di raccolta del consenso privacy e di altre “liberatorie”, evitando meccanismi di raccolta automatica e indistinta e garantendo altresì il pieno rispetto della normativa privacy;
9) rivedere i messaggi pubblicitari in linea con la normativa vigente in materia di pubblicità ingannevole.
PREVENTIVATORE DISINTERESSATO - L’indagine dell’Ivass conclude ricordando che l’unico sito che compie comparazioni assicurative senza fini commerciali è il suo, reperibile al sito
www.tuopreventivatore.it