RISCHIO PROBLEMI AGLI AIRBAG - Il 23 ottobre l’Audi aveva emanato un comunicato con cui informava di avere avviato una procedura di
richiamo per 850 mila esemplari di
Audi A4. Scopo dell’iniziativa era (ed è, visto che è appena iniziata) la sistemazione del programma di gestione degli airbag frontali, che in certe condizioni potrebbe non funzionare appropriatamente.
I GIAPPONESI NON C’ENTRANO - Dato che in quei giorni era forte l’eco della vicenda del richiamo milionario per gli airbag della giapponese Takata, i vertici dell’Audi hanno subito precisato che gli airbag in questione non erano prodotti dalla azienda giapponese. Questo senza però rivelare chi era il fornitore del sistema di airbag con problemi.
DA CHIARIRE LE RESPONSABILITÀ - Infine, ieri il presidente e managing director della tedesca Continental, Elmar Dagenhart, ha fatto sapere che a fornire gli airbag incriminati è stata appunto la sua società. Lo stesso Dagenhart ha aggiunto che le cose non sono ancora chiare, e che non si può ancora dire se le responsabilità siano da far risalire alla Continental o all’Audi. Dagenhart si è anche preoccupato di dire che il costo per la Continental per questa operazione di richiamo potrà variare da zero a un numero a due cifre di milioni di euro, ma che comunque anche nella ipotesi più gravosa il bilancio della Continental non ne risentirebbe.
IN VARI PAESI - A essere interessate al richiamo sono le Audi A4 berlina, wagon e Allroad. 250 mila esemplari sono relativi al mercato cinese, 150 mila sono state vendute in Germania e 101.900 negli Stati Uniti. Il periodo di costruzione va dal novembre del 2011 all’ottobre 2014. L’intervento per sistemare la questione è calcolato in non più di 20 minuti.