95 g/KM DAL 2021 - I Paesi dell’Unione Europea stanotte hanno trovato un accordo sui limiti alle emissioni di CO2 che dovranno entrare in vigore nei prossimi anni. I contenuti completi dell’intesa saranno illustrati venerdì 29 novembre in una riunione dei ministri dei Paesi membri, ma si sa che è stato trovato l’accordo sulla data del 2021 per raggiungere la soglia di 95 g/km di emissioni.
FLESSIBILITÀ - Nella bozza d’accordo precedente, che doveva essere formalmente approvato l’estate scorsa e che poi è “saltato” per l’opposizione della Germania, il limite dei 95 g/km era fissato per il 2020. Oltre a questo spostamento di un anno dell’entrata in vigore del nuovo parametro, è stato anche detto che l’accordo della notte scorsa modifica gli aspetti della normativa che introducono una certa flessibilità nel percorso da seguire da parte dei costruttori per raggiungere l’obiettivo dei 95 g/km.
RIGUARDO PER LE “PREMIUM” TEDESCHE - Le modifiche apportate sostanzialmente dovrebbero permettere alle case “Premium” (soprattutto tedesche: Mercedes, BMW e Audi) di non subire più di tanto i nuovi limiti, ciò grazie a un meccanismo che permetterà loro di calcolare più favorevolmente la media delle emissioni della propria gamma.
LE ELETTRICHE E DELLE IBRIDE - Alla base di tale meccanismo (detto dei supercrediti) ci sono le auto con bassissime emissioni, cioè quelle elettriche e le ibride. In pratica ognuna di esse conta di più di quelle con motore termiche. L’accordo della notte scorsa a quanto pare aumenta ulteriormente il peso delle vetture a emissioni bassisime.
INSODDISFAZIONI - A quanto pare l’accordo trovato stanotte è estremamente delicato, e non mancano le insoddisfazioni: da una parte c’è chi avrebbe preferito una maggior decisione nel diluire nel tempo i nuovi limiti, dall’altro il movimento ambientalista critica il calo di tensione nello sforzo per ridurre le emissioni di CO2, che significa anche riduzione di consumi, quindi dei costi sostenuti dai consumatori per l’uso delle loro automobili. Questo quadro crea qualche incertezza sul prosieguo dell’iter comunitario necessario per arrivare al definitivo varo della norma (approvazione dal consiglio dei ministri dei Pesi dell’Unione e approvazione del Parlamento Europeo).