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Azioni Chrysler, i toni dello scontro si alzano

25 settembre 2013

La Chrysler ha avviato le formalità per l’entrata in Borsa come richiesto dal Veba. La Fiat è contraria.

Azioni Chrysler, i toni dello scontro si alzano
DICHIARAZIONE DI GUERRA - “Fiat ci ha informato che sta riconsiderando i costi e benefici di una ulteriore espansione della sua relazione con noi e i termini in base ai quali Fiat proseguirebbe la condivisione di tecnologia, impianti produttivi e risorse manageriali e ingegneristiche”. È quanto è scritto nel prospetto ufficiale depositato dalla Chrysler presso le autorità borsistiche di New York in preparazione della quotazione della società.
 
FINANZA E INDUSTRIA - Se la questione del ritorno in Borsa della Chrysler (ne era uscita nel 1998) è questione da specialisti quel che si comprende bene è che tra la Fiat e il Veba (fondo assistenziale del sindacato UAW, detentore del 41,5% delle azioni Chrysler) è ormai in corso un braccio di ferro. La Fiat vuole le azioni del Veba; quest’ultimo vuole venderle, ma le due parti non si mettono d’accordo sul prezzo. La Fiat propone un po’ meno di 5 miliardi di dollari, il sindacato ne chiede più del doppio. E il giudice a cui si sono rivolti per avere una valutazione esterna ha detto che si esprimerà tra parecchi mesi. 
 
MARCHIONNE IN BORSA MALVOLENTIERI - Il ricorso alla Borsa sarebbe dunque un modo per superare lo stallo, ma è anche un modo per fare pressioni sulla Fiat. Per la Fiat e per Marchionne questa strada è negativa perché rischia di creare problemi alla strategia di sviluppo della Chrysler e del gruppo. In proposito, sempre nel documento presentato in vista della quotazione in Borsa, la Chrysler ha anche scritto: “Fiat ci ha informato che sta valutando i potenziali effetti dell’offerta pubblica” - cioè la vendita delle azioni in Borsa di azioni del fondo di assistenza sindacale - “su come vede l’alleanza Fiat-Chrysler e considerare se continuare o no ad ampliare l’alleanza al di là degli esistenti impegni contrattuali”. Come si vede un’altra bordata che vuole mettere in chiaro come per la Fiat e Marchionne l’obiettivo è di acquisire la quota di azioni del sindacato senza passare dalla Borsa. 
 
SCONTRO DURO - Non ci sono dubbi che si tratta di un braccio di ferro, e - come sostengono alcuni analisti - prima di arrivare al concreto avvio della quotazione in Borsa (previsto per l’inizio del 2014) magari si arriverà a un accordo - ma i toni raggiunti sono da vero e proprio scontro finale, tanto da paventare appunto la fine della collaborazione tecnica e industriale. In un quadro in cui la Fiat è nella parte di chi porta tecnologia e know-how a beneficio della Chrysler, e non il contrario. 
 
FIAT NEL BENE E NEL MALE - Ma le cose complesse sono anche contorte. Prima la Chrysler mette nero su bianco che la Fiat è la parte forte in tutta la vicenda dal 2009 a oggi, attribuendo a lei il merito del recupero della salute economica della Chrysler. Poi afferma che se non ci sarà la fusione (cioè l’acquisizione del 100% delle azioni della Chrysler da parte della Fiat) la Chrysler rischierà perché “l'alleanza con la Fiat espone la Chrysler indirettamente a rischi associati alle attività proprie di Fiat e alle sue condizioni finanziarie”. Insomma, la Fiat è fondamentale per lo sviluppo, ma se non c’è la fusione la Fiat diventa la zavorra che fa andare a fondo tutto.


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Ritratto di DS
25 settembre 2013 - 11:56
Per fortuna che Fiat ha problemi con i sindacati solo in Italia vero? Credo che ora pagherebbe oro per avere problemi sindacali come quelli che ha qui anche negli States..
Ritratto di Porsche
25 settembre 2013 - 15:08
se acquisti una determinata cosa sapendo che in un futuro prossimo la venderai per incassare, arrivato quel momento se quello che avevi ha acquistato tanto valore, te la giochi. Ho sei un singolo, o una multinazionale. Si tratta di essere furbi e non scemi. Il problema è trovare il giusto compromesso.
Ritratto di Porsche
25 settembre 2013 - 15:08
se acquisti una determinata cosa sapendo che in un futuro prossimo la venderai per incassare, arrivato quel momento se quello che avevi ha acquistato tanto valore, te la giochi. O sei un singolo, o una multinazionale. Si tratta di essere furbi e non scemi. Il problema è trovare il giusto compromesso.
Ritratto di Merigo
25 settembre 2013 - 17:54
1
Pagare oro per avere negli States i problemi sindacali che ha qui? Negli States FIAT-Chrysler non ha alcun problema sindacale: sai di cosa stiamo parlando? E sì che la questione non è di oggi. La questione è sulla proprietà della Chrysler in quanto, a differenza di quando avviene in Italia, ma come ad esempio avviene in Germania, i Fondi pensione sono gestiti direttamente dai Sindacati, anzi, sia in USA che in Germania, dal Sindacato, al singolare. La questione è quindi unicamente finanziaria sul quanto valutare la quota posseduta dal Sindacato UAW tramite il suo Fondo VEBA: cioè una questione squisitamente finanziaria e non sindacale nel senso del termine che hai capito tu, cioè di rapporti tra Azienda e Lavoratori.
Ritratto di Franchigno
25 settembre 2013 - 14:08
La mia totale ignoranza su questi temi quindi do un parere da uomo della strada.La FIAT non era meglio se si alleava con qualche casa europea o perché no Coreana?.Avrebbe avuto dei modelli senz'altro più idonei e vicini ai nostri gusti e non quei ridicoli carrozzoni marchiati Lancia.Ora ovviamente è troppo tardi sono sicuro che se dovesse fare una offerta alla Hundai&KIA gli farebbero il gesto del gomito!!.
Ritratto di Porsche
25 settembre 2013 - 15:06
Il Veba sa benissimo che Fiat è costretta a comperare per cui alzano il prezzo. Questa non è un'acquisto così banale. E' vero che Crysler potrebbe fallire senza Fiat, ma la Fiat non va lontano senza Crysler. In pratica possono essere un gruppo con un futuro INSIEME, cadaveri se separati. Poi il fatto stesso che hanno già iniziato le collaborazioni da tempo nei fatti costringe Marchionne a pagare. Aggravante delle aggravanti che Marchionne non può nemmeno far leva su altre entrate perchè in europa sta in ginocchio ed il Brasile non basta. Insomma patata bollente. Certo, da 5 a 10 miliardi c'è tanta roba....
Ritratto di Merigo
25 settembre 2013 - 16:00
1
C'è un'altro lato del problema, che ho letto su altri giornali a commento della vicenda. VEBA non venderebbe tutto il suo 41 %, ma lancerebbe un'IPO - Offerta Pubblica Iniziale (Initial Public Offering) per circa il 16% del totale. Questo potrebbe essere negativo per VEBA, in quanto i grossi investitori non ci si tufferebbero in quanto la quota è troppo piccola per potere poi manovrare in Chrysler (avere un Consigliere) ed essendo oltretutto contrario l'attuale CEO (stimatissimo in USA da tutti gli analisti e non solo) all'IPO, con ogni probabilità l'interesse sarebbe modesto con quindi, al termine dell'IPO, una valutazione globale di Chrysler molto più bassa di quella che ritiene sia oggi VEBA e, in buona sostanza, si troverebbe non proprio con un pugno di mosche ma con il suo 41% che varrà molto meno dei 5 miliardi di US$ offerti oggi da FIAT. E' bene ricordare che non essendo oggi Chrysler quotata in Borsa, il suo valore non è un dato certo (da cui la disputa sul suo valore) ma, una volta collocato quel 16% dell'IPO invece, il valore sarà certo eccome, e FIAT non dovrà fare altro che offrire le quotazioni di Borsa, tutt'al più con un piccolo premio come si usa in questi casi. Quindi VEBA, ascolta un consiglio, fai il Sindacato e non il Finanziere, che è un altro mestiere e chi lo sa fare ti sbrana!
Ritratto di Porsche
25 settembre 2013 - 16:32
Nel Veba non ci sono i soldi degli operai Crysler ? Non ho capito perchè dovrebbero fare un'operazione così rischiosa, gli danno consulenze sbagliate ? Mi sembra strano....
Ritratto di Merigo
25 settembre 2013 - 17:21
1
La cosa che non capisco è come Chrysler, controllata da FIAT, possa decidere di quotarsi se chi la controlla non è daccordo, e come questa decisione possa essere presa da una parte sola dell'azionariato, cioè UAW. Boh? Saranno così le regole USA? Ti giro il link del Corriere della Sera che non chiarisce questo punto, ma all'ultimo capoverso aggiunge qualche pensiero da cui ho tratto le mie considerazioni. http://www.corriere.it/economia/13_settembre_23/chrysler-borsa_4cbc0544-2495-11e3-952d-4ca9735c4400.shtml
Ritratto di AyrtonTheMagic
26 settembre 2013 - 11:25
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Sarà forse che nella realtà Fiat non controlla proprio nessuno?
Ritratto di Silvio Dante
25 settembre 2013 - 16:03
...maglioncino rimpiangerà pure l'inetta magistratura italiana!!!
Ritratto di Montreal70
25 settembre 2013 - 16:32
Alla fine tutto può essere visto con una metafora. Fiat e Veba giocano al tiro alla corda. Se Veba tira troppo, Fiat non acquista e Chrysler torna in crisi. Se concede troppa corda, guadagna poco dalla vendita e perde i consensi, cosa che avverrebbe anche nel primo caso, tra l'altro. Devono solo ottenere la massima cifra che Fiat è disposta a pagare, e farebbero carte false per ottenere tale informazione. Fiat in questo senso ha il cortello dalla parte del manico, ma non è detto che dall'altra parte sappiano quando fermarsi.
Ritratto di wiliams
25 settembre 2013 - 19:11
Secondo il mio parere cè tanto casino per nulla (oppure ad alcuni piace far sembrare così),sicuramente la questione è delicata anche perchè ognuno cerca di fare i propri interessi,ma sono sicuro che alla fine si troverà l accordo o anche un compromesso che possa soddisfare tutte e due le parti.Una fusione tra CHRYSLER e FIAT può solo giovare a tutti e due ed è nel loro interesse.
Ritratto di yeu
25 settembre 2013 - 21:38
Già il fatto che Chrysler ha messo nero su bianco che Fiat è la parte forte, gioca a svantaggio di Veba, inoltre già si prospetta un'interruzione di collaborazione tecnica, in sostanza quando arriverà la quotazione, Fiat dichiarerà che sta pensando ad una interruzione del Know out e quindi ci sarebbe panico sui mercati facendo cadere le azioni Chrysler molto al di sotto del loro reale valore. Stiano attenti che Marchionne non è proprio l'ultimo arrivato e sa benissimo il fatto suo e potrebbero ritrovarsi a vendere la loro quota molto al di sotto dell'offerta attuale e chiaramente sempre a Fiat. Questi signori non hanno ancora capito con chi hanno a che fare. Inoltre il tempo del fermo dei dividendi arriverà prima o poi alla fine e Fiat potrebbe benissimo decidere di distribuirli per l'intera liquidità che ne decreterebbe il crollo in borsa e lo abbiamo già visto con i signori di CNH un anno fa, che per evitare un crollo delle loro azioni in borsa hanno accettato la fusione con Fiat industrial e quotazione in Olanda e Gran Bretagna. Inutile prendersi in giro, quando in borsa si supera il 51% delle azioni, si ha il coltello dalla parte del manico e Marchionne questo lo sa benissimo.
Ritratto di Paolo_1973
26 settembre 2013 - 08:57
La mia impressione è che VEBA si stia comportando male. È come se gli Agnelli, dopo che Marchionne nel 2005 gli ha letteralmente salvato la baracca dal fallimento, si mettessero a discutere sulle stock options. VEBA senza Marchionne sarebbe in un màre di m_érda, con decine di migliaia di lavoratori che avrebbero perso la loro pensione. Detto questo: è vero che Fiat a bisogno di Chrysyler. ma è vero anche che ora il pianale Maserati è stato fatto, i diesel grossi ci sono e pure i benzina grossi. A livello tecnologico Fiat è abbastanza completa, forse è ancora debole nei cambi automatici, che comunque molti altri produttori comprano da terzi (VW inclusa). La rete vendita in USA e Canada è stata fatta, c'è una rete di concessionari e un servizio post-vendita. Ergo, l'ipotesi che Marchionne si rompa i maroni e venda la quota Chrysler per monetizzare il lavoro di questi 3 anni, e con quei soldi (tanti) vada a fare shopping in Asia (un esempio: Tata, che in India se la sta passando maluccio e si salva solo grazie a Jaguar e Land Rover) è improbabile, ma non totalmente campata in aria. Ci sono almeno due compratori interessatissimi alla quota di maggioranza Chrysler: GM e Ford, per i quali il milione e mezzo di auto che Chrysler vende in USA sarebbero oro colato. A occhio, parliamo circa di 6 miliardi di dollari. Comunque credo anch'io che alla fine si troverà l'accordo. Chrysler sa bene che in USA ci sono un sacco di avvoltoi che la vorrebbero morta. Delle big three, è il terzo incomodo.
Ritratto di Porsche
26 settembre 2013 - 09:11
guarda che i cambi di Vw sono prodotti dalla stessa nei suoi stabilimenti.
Ritratto di Paolo_1973
26 settembre 2013 - 11:10
Che io sappia, i cambi automatici VW sono BorgWarner. Così ho letto più volte. Anche il recente megarichiamo in Cina era stato imputato da Wesker8719 (vedi commenti all'articolo de alVolante) a un errore di BorgWarner: https://www.alvolante.it/news/problemi-il-dsg-vw-asia-306200 Poi fisicamente si possono produrre anche sulla Luna. Ma sul licenza BW. Anche Chrysler produce il cambio automatico nei suoi stabilimenti, ma su licenza ZF. Fiat invece il suo cambio TCT che monta su Giulietta se lo è progettato in casa.
Ritratto di Yellowt
26 settembre 2013 - 10:06
Quelli del VEBA vogliono fare cassa subito ma ignorano ( anzi lo sanno ma hanno ormai il simbolo del dollaro stampato negli occhi ) che una quotazione farebbe prendere il controllo della società alla finanza, con relative trimestrali che negli anni hanno affossato le società che premiavano lo sviluppo di lugno termine e premiato quelle che puntavano al brevissimo. Senza contare che la finanza guarda esclusivamente ai costi, quindi chiusura delle fabbriche USA per privilegiare quelle messicane e sudamericane con buona pace degli operai che questi credono di difendere. L'industri americana funziona, il sindacalismo invece è diventato un cancro in qualunque parte del mondo sviluppato.