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Borgward: si prepara il rilancio del marchio

10 febbraio 2015

Il nipote di Carl Borgward intende riprendere il marchio fondato dal nonno, inattivo dal 1961, grazie a un partner cinese.

Borgward: si prepara il rilancio del marchio
MEZZO SECOLO FA - A metà tra nostalgia e progetto imprenditoriale, ecco che dal passato si riaffaccia il marchio Borgward: sono in grado di ricordarlo, oltre agli appassionati di storia declinata a quattro ruote, coloro che oggi hanno i capelli canuti. Il tedesco Christian Borgward, nipote del fondatore Carl Friederich Wilhelm Borgward, che  si è detto intenzionato a rilanciare il marchio fondato nel 1929, inattivo dal 1961. Il finanziatore è la Foton, azienda cinese controllata della BAIC, quarto gruppo automobilistico cinese. Al Salone di Ginevra, Borgward dovrebbe presentare il proprio modello industriale, focalizzato su una gamma di cinque modelli.
 
TRE RUOTE - La Borgward nacque nel periodo di massima crisi economica della Germania, coincidente con l'onda lunga del periodo post-bellico seguito alla Prima Guerra Mondiale: nel periodo di iperinflazione dell'agonizzante Repubblica di Weimar, Carl Borgward produsse un economico tre ruote che fu acquistato dai piccoli commercianti per le consegne. Bisogna considerare che il tasso d'inflazione, all'inizio degli Anni 20, raggiunse picchi del 600% annuo, e che quindi il potere d'acquisto era bassissimo: lo Stato aveva deciso di ripianare i debiti di guerra stampando a getto continuo moneta, producendo un effetto inflattivo mai registrato nella storia, con un taglio di banconote che raggiungeva anche i centomila miliardi di marchi.
 
AMMIRAGLIA FATALE - Acquistata nel 1931 la Hansa, fabbrica di Brema in difficoltà, Borgward preparò la produzione della prima auto, presentata nel 1937: la Hansa Borgward 2000, divenuta un paio d'anni dopo Borgward 2000. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Borgward si dimostrò abile nel risollevare l'azienda, che nel 1954 sfornò l'auto più nota, la Isabella (nella foto sopra in versione coupé. Foto: Wikipedia): ne furono costruite 200.000 nelle versioni berlina, coupé e spider. Non mancarono innovazioni quali le sospensioni pneumatiche della P100, ammiraglia chiamata a competere con le blasonate Mercedes: fu proprio l'insuccesso commerciale della P100, che pure aveva una linea gradevole ma anche qualche difetto di gioventù, a segnare il destino dell'azienda. La bancarotta arrivò nel 1961 e le ultime rimanenze di Isabella furono vendute nel 1963, prima di un oblio che dovrebbe interrompersi in terra svizzera.


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Ritratto di TheStig_97
10 febbraio 2015 - 18:28
Un marchio che fino a un paio di giorni fa era a me sconosciuto. Sperando che un operazione simile un giorno si potrà applicare alla nostra Lancia.
Ritratto di Jonnyz
10 febbraio 2015 - 19:18
Nel titolo c'è un errore: il verbo dovrebbe essere "si prepara " non preparata
Ritratto di mike53
11 febbraio 2015 - 10:25
Ricordo che agli inizi degli anni 60 mio padre comprò un'auto di estrazione Borgward/Lloyd che si chiamava Arabella. In pratica ho iniziato a guidare su questo modello e devo dire che non era niente male, sempre in rapporto all'epoca. In Varese, dove abitavo, ne circolavano 2 ed ogni volta che ci si incrociava ci "salutavamo" con un lampeggio......che tempi!
Ritratto di lucaruddhi
11 febbraio 2015 - 12:06
tipo il caso De Tomaso?