Ogni anno, la Polizia Stradale stila migliaia di verbali per violazioni dell’articolo 26 del Codice della strada: quello che stabilisce le regole da rispettare per il posizionamento, lungo strade e autostrade, dei cartelli pubblicitari, imponendo una “fascia di rispetto” (nella quale sono vietate le realizzazioni) di 60 metri. Il guaio è che i cartelli, a volte, coprono la segnaletica verticale, “accecano” gli incroci, occupano le “vie di fuga” (preziose in caso d’incidente), costituendo grave pericolo per la sicurezza della circolazione.
ARMI SPUNTATE - Procedure estenuanti, stabilite per legge, rendono difficile l’opera degli organi di Polizia nel contrastare il proliferare dei cartelli fuorilegge. Soprattutto nel caso di ricorsi davanti a un Giudice. Prima della rimozione, comunque, passano normalmente parecchie settimane; in alcuni casi anni.
Tempi lunghi che giocano a favore degli “abusivi”. I quali continuano a incassare migliaia di euro, affittando lo spazio pubblicitario; e le sanzioni (quella massima è di appena 4.351 euro) gli fanno un baffo! Di più: se, urtando contro i sostegni di un cartello non a norma, ci si fa male, non è facile far valere le proprie ragioni.
A MALI ESTREMI… - La rimozione coatta si dà solamente nei casi (rari, per fortuna) di pericolo immediato. Quando, per esempio, un cartellone è piazzato a ridosso della carreggiata autostradale, di uno svincolo, di una superstrada. Allora, Polizia ed ente gestore del tratto in questione (la società titolare di concessione o l’Anas) possono togliere di mezzo l’impiccio, senza tanti convenevoli.
In città (dove è più difficile individuare il cartello abusivo) la situazione si complica. I Comuni concedono le autorizzazioni, ma spesso il titolare non rispetta i limiti e la posizione imposti dall’amministrazione locale. Con un risultato paradossale: che a guadagnarci sono i Comuni stessi, che incassano l’imposta di pubblicità.
QUANTO COSTA UN CARTELLONE - Pensate che nella sola Lombardia, come ha scritto recentemente il Corriere della Sera, il giro d’affari supera i 3,5 milioni di euro l’anno. Negli ultimi 20 mesi, sono 205 i verbali della Stradale: la maggior parte delle contestazioni sono nella provincia di Bergamo (98), ma anche Milano (con 61 infrazioni) si difende bene.
Un cartellone pubblicitario di una trentina di metri quadrati, sempre secondo il Corriere, costa circa 10.000 euro l’anno di affitto. Al proprietario de terreno ne vanno 1.500, altrettanti li incassa il Comune; il resto finisce alla società concessionaria. Una miniera d’oro.
IL PAESE DEI FURBI - Insomma, quella dei cartelli pare proprio la classica storia all’italiana. I furbi vincono: i cittadini rispettosi della legge pagano. Cosa ne pensate? Credete che bisognerebbe fare qualcosa? Lasciateci un vostro commento.