VERTICE FRANCESE - Il gruppo PSA Peugeot Citroën conquista il vertice della classifica dei marchi più ecologici d'Europa stilata da Transport & Environment, la principale organizzazione europea impegnata a promuovere la mobilità sostenibile. Nel rapporto 2015 che valuta le emissioni di CO2 delle vetture immatricolate lo scorso anno, il marchio francese è risultato il più virtuoso con una media di 110,1 grammi/km per auto, equivalenti a un consumo medio di 4,5 l/100 km. Un miglioramento rispetto ai 115,7 g/km registrati nel 2013 che collocava il gruppo francese al secondo posto della classifica dietro a Renault. Quest'ultima, pur riducendo il rilascio di CO2 del proprio venduto da 114,6 a 113,6 g/km si vede scavalcare in classifica pure da Toyota che conquista il gradino d'onore con 112,8 g/km contro i 116,5 rilevati nel 2013. Ricordiamo che la CO2 non è un inquinante, cioè non è dannosa per l'uomo, ma contribuisce ad aumentare l'effetto serra e quindi il riscaldamento globale.
FIAT QUINTA - La graduatoria delle top 10 (nella tabella qui sotto) è completata dal quarto posto di Nissan (115,0 g/km), seguita da Fiat (116,4), Ford (121,7), Suzuki (123,8), Volkswagen (125,8), Volvo (126,5) e Mazda (128,2).Tra i marchi premium è da registrare il sorpasso di Daimler (13° con 131,5 g/km) su BMW (14° con 131,7 g/km), mentre a completare la classifica delle 15 case automobilistiche più virtuose sono Hyundai e GM, undicesima e dodicesima con 130,5 g/km, nonché Honda, 15° con 133,9 g/km.
NISSAN LA PIÙ VIRTUOSA - L'ordine di merito è stravolto considerando i marchi che hanno registrato i maggiori cali tra il 2013 e il 2014 dove a imporsi è Nissan, capace di tagliare del 12,1% le emissioni di CO2 delle vetture immesse sul mercato passando da 130,9 a 115 g/km. Il merito, sottolinea il rapporto, è soprattutto dell'aumento delle vendite dell'elettrica Leaf e dei motori più efficienti introdotte sulla gamma Qashqai nel corso del 2014 che ha consentito un calo intorno ai 20 g/km. A completare il podio sono Peugeot-Citroën (-4,8%) e Mazda (-4,4) seguite da Daimler (-3,9), Volvo (-3,3) e Toyota (-3,2). Modeste le riduzioni effettuate da Renault (-0,9%) e Fiat (-0,2%), mentre Ford (+0,1%) e Hyundai (+0,4%) vedono addirittura peggiorare le loro prestazioni.
PREVISIONI FUTURE - Dallo studio di
Transport & Environment emerge una riduzione complessiva delle emissioni del 2,6% dell'intero mercato continentale che nel 2014 ha registrato un valore medio di 123,4 grammi/km. Da notare che i dati rilevati pongono quasi tutti i costruttori entro gli obiettivi prefissati dall'Unione Europea per il 2015, con solo Suzuki, Hyundai e Honda a rimanere fuori dai parametri prefissati e con un anno di tempo per mettersi in regola. Altra analisi interessante fornita dall'associazione europea sono le previsioni del raggiungimento dei più stringenti vincoli comunitari imposti per il 2021 in base alle riduzioni effettuate negli anni passati. Le prime case automobilistiche a soddisfare le future norme sarebbero Nissan e Volvo, in regola dal 2018, seguite dal gruppo Peugeot Citroën (2019), Toyota (2019), Daimler (2020) e Renault (2021). Per gli altri marchi il traguardo fissato dalla UE risulterebbe più difficoltoso con l'attuale tendenza al ribasso registrata. I dati più preoccupanti riguardano Hyundai e Honda, in regola dal 2027, General Motors (2026) e Fiat (2025).
MODIFICARE I TEST - Tra i dati interessanti rilasciati dal rapporto 2015 di Transport & Environment meritano una citazione anche i miglioramenti nell'efficienza dei motori effettuati dai costruttori d'auto negli ultimi otto anni. Un perfezionamento tecnologico che ha consentito di ridurre di 37 g/km le emissioni medie delle auto vendute in Europa e di tagliere i consumi di 1,5 l/100 km. Un range annuale dove a spiccare è ancora Nissan, capace quasi di dimezzare il consumo di carburante e il rilascio di gas serra dagli scarichi. Altra nota di rilievo inserita nel rapporto 2015 riguarda l'inefficacia degli attuali test di omologazione per il rilevamento di consumi ed emissioni per il quale l'organizzazione auspica l'introduzione al più presto di nuove prove più realistiche da parte della Commissione europea, come il World Light Duty Test (WLTP).