MULTA E RICHIAMO - Un rapporto pubblicato dal Ministero dell’Ambiente sudcoreano getta ombre sull’operato della Nissan nel paese asiatico, accusata di aver messo in vendita la crossover Qashqai (nella foto) con un software per alterare le emissioni inquinanti. L’azienda, come rivela il sito della BBC, verrà costretta a pagare una multa ed a richiamare un certo numero di esemplari. Il documento traccia un bilancio dopo l’inchiesta governativa ed espone la Nissan ad un processo giudiziario, che il Ministero ha già confessato di voler avviare. Un portavoce dell’azienda ha smentito le accuse, negando che la Nissan abbia mai utilizzato quello che in inglese viene chiamato “defeat device”, ovvero un sistema per manomettere le emissioni in fase di omologazione.
ARTIFICIO SOFTWARE - L’inchiesta è durata cinque mesi ed ha coinvolto venti modelli differenti, dei quali la Nissan Qasqhai è stata l’unica a fallire il test. Gli inquirenti hanno registrato la presenza di un sistema illegale per falsificare le emissioni, che permette al motore diesel di rispettare le stringenti normative antinquinamento vigenti nel paese. Secondo quanto rivela la BBC, il sistema per ridurre le emissioni avrebbe smesso di funzionare 30 minuti dopo l’accensione del motore e quando lo stesso registrava una temperatura di 35° celsius, nonostante sia consuetudine delle case automobilistiche spegnerlo almeno a 50°: in questo modo si evita il surriscaldamento . A sistema spento, gli inquinanti prodotti dalle Nissan sono aumentati ben oltre i velli di guardia.
ACCUSE RESPINTE - Il Ministero ha inflitto alla Nissan una multa pari a 330 milioni di won (circa 250 mila euro) ed ha imposto una campagna di richiamo per 814 auto. La casa giapponese ha smentito ogni addebito e suggerisce di rifarsi ai test compiuti dall’Unione Europea, al termine dei quali non risultò nulla di anomalo. L’azienda ha garantito la piena collaborazione con le autorità locali.