EMORRAGIA SENZA FINE - Come previsto, dopo l’onerosissimo accordo con le autorità federali americane per la vicenda Dieselgate (15,3 miliardi di dollari di sanzione/risarcimento) ora per la Volkswagen si è aperto il fronte del contenzioso con i singoli stati degli Stati Uniti. Della cosa si era parlato anche a giugno quando era stato raggiunta l’intesa tra Volkswagen e autorità americane con la maxi penale da 15,3 miliardi di dollari, ma non era ancora sicuro se i vari stati coinvolti avrebbero accettato quanto previsto per loro (603 milioni di dollari in tutto).
IN MOLTI VOGLIONO DI PIÙ - Questo secondo capitolo della vicenda Dieselgate pare che sia destinato a diventare un altro pesante costo per la Volkswagen. Sono infatti diversi gli stati che non si accontentano di quanto previsto dall’accordo di giugno e l’insieme dei risarcimenti pretesi da ogni singolo stato è probabile che finisca con l’ammontare a una cifra molto grande superiore alle centinaia di milioni di dollari. Per la Volkswagen l’obiettivo è di arrivare a degli accordi extragiudiziali, senza arrivare al processo davanti alla magistratura. E ciò può significare anche costi alti, molto alti.
RISARCIMENTI GIÀ PAGATI E RICHIESTI - Già si sa che lo stato di Washington ha imposto alla Volkswagten il pagamento di un risarcimento di 176 milioni di dollari. Poi è già stato fissato per novembre l’inizio dei colloqui tra la casa tedesca e i rappresentanti degli stati del Maryland, del Massachussetts, dello stato di New York e della Pennsylvania. E ci sono altri quattordici stati in procinto di avviare cause specifiche con relative richieste di risarcimenti.
IL COSTO DELLA PRESCRIZIONE - Ma il “fronte occidentale” per i manager della Volkswagen non si limita soltanto alle controversie con i singoli stati americani. Sul tappeto c’è anche l’aspetto penale della vicenda Dieselgate. Da parte della casa tedesca c’è la volontà di arrivare a un accordo con le autorità competenti americane perché l’intera storia venga conclusa senza che ci siano conseguenze appunto di carattere penali, né oggi né in futuro. Negli Stati Uniti ciò è possibile ma a fronte di congrui pagamenti. E anche in questo caso si parla di miliardi di dollari. Tanto per dare un’idea, un esempio che viene citato è quello del miliardo e 200 milioni di dollari pagati dalla Toyota qualche anno fa per la vicenda del regolatore di velocità difettoso. La casa giapponese pagò per l’aver negato ripetutamente la difettosità del componente; La Volkswagen deve rispondere di non aver informato le autorità dell’esistenza del software “furbo”.