CONFERMATE LE INDISCREZIONI - Come anticipato dalle indiscrezioni di stampa, oggi a Washington in una conferenza stampa presso il ministero di Giustizia (qui sotto il video), la Volkswagen ha annunciato di aver raggiunto un accordo con le autorità americane (lo stesso ministero di Giustizia, lo stato della California e la Commissione Federale per il Commerci). Oltre che dalle istanze pubbliche, l’accordo è state sottoscritto anche dai rappresentanti dei privati cittadini che hanno presentato denuncia contro la casa automobilistica per l’illegittimo sistema di trattamento delle emissioni adottato sulle vetture turbodiesel con motori EA 189. Si tratta delle 475 mila vetture con il motore TDI 2.0. In sostanza il contenuto dell’intesa è quello che avevano rivelato le indiscrezioni: la Volkswagen è pronta a riacquistare (buy back) le auto con il software illegale; intervenire sulle stesse auto per modificarle portandole a norma (quando le modalità dell’intervento saranno approvate definitivamente delle autorità competenti) se i proprietari non chiederanno il riacquisto da parte della casa costruttrice; riconoscere agli stessi automobilisti un indennizzo.
PENALE CON INVESTIMENTI PER L’AMBIENTE - Oltre a quanto riconosciuto ai proprietari delle auto del gruppo Volkswagen, il documento firmato dalle varie parti prevede anche corposi impegni della casa tedesca nei confronti dello stato americano. In particolare è stabilito che la Volkswagen sborserà a un fondo dell’ente per la protezione dell’ambiente 2,7 miliardi di dollari come penalità per i danni apportati all’ambiente, mentre sarà tenuto a investire altri 2 miliardi di dollari in iniziative per promuovere l’uso negli Stati Uniti di veicoli a emissioni zero. È poi previsto che per ogni stato degli Usa dove ci sono cause relative allo scandalo Dieselgate (sono 44 stati) ci sarà un accordo specifico sulla base delle iniziative e delle richieste degli automobilisti degli stati.
10 MILIARDI PER GLI AUTOMOBILISTI - La stessa Volkswagen ha scritto che il costo del programma per regolarizzare la situazione delle vetture con il motore 2.0 TDI può essere di 10 miliardi di dollari (nel caso che nessun automobilista opti per l’intervento di aggiornamento e chieda il “buy back” della vettura). È anche confermato che gli indennizzi agli automobilisti per i danni subiti nell’acquistare un’auto ritenuta “pulita” in base alla comunicazione ufficiale della casa, varieranno da 5.100 a 10.000 dollari. Ciò dipenderà a dal valore che l’auto aveva prima dell’esplodere della vicenda, nel settembre del 2015.
LE PROSSIME TAPPE - L’accordo raggiunto da Volkswagen, enti pubblici competenti e rappresentanti degli automobilisti che hanno fatto causa dovrà essere valutato in udienza preliminare il 26 luglio dal giudice Charles R. Breyer della Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Settentrionale della California, che si occupa del caso. La Volkswagen darà corso all’attuazione del programma (indennizzi, buy back,, eccetera) non appena la Corte avrà approvato gli accordi. Ciò avverrà non prima dell’autunno 2016. Nel comunicato stampa della Volkswagen è anche riportato l’importo esatto a cui dovrebbero ammontare gli accordi specifici che dovranno essere conclusi con i Procuratori generali in 44 stati americani oltre a Porto Rico e il District of Columbia (cioè Washington) per chiudere i procedimenti legali in corso in materia di diesel: si tratta di 603 milioni di dollari.
L'ACCORDO È L'EUROPA - La Volkswagen ha colto l’occasione dell’intesa raggiunta con le autorità americane per mettere le mani avanti a proposito degli sviluppi della vicenda Dieselgate, precisando che le situazioni sono molto diverse. Questo quanto diffuso dalla Volkswagen in merito: “Gli accordi annunciati oggi non rappresentano un’ammissione di responsabilità da parte di Volkswagen, e i loro termini non possono essere applicati né condizionano gli obblighi di legge da parte di Volkswagen in nessuna giurisdizione al di fuori degli Stati Uniti. Le normative relative ai limiti delle emissioni degli ossidi di azoto (NOx) dei veicoli negli Stati Uniti sono molto più severe di quelle vigenti in altri Paesi del mondo, e anche le varianti di un motore differiscono significativamente. Ciò rende lo sviluppo di soluzioni tecniche negli Stati Uniti più impegnativo rispetto all’Europa e ad altre regioni, dove l’implementazione del programma approvato per l’aggiornamento di veicoli TDI per il pieno ottemperamento degli standard UN/ECE ed europei sulle emissioni è già iniziata in accordo con le autorità competenti."