09
2016
settembre 2016
Editoriale pubblicato su alVolante di

La comunicazione efficace? Fuori dai soliti schemi

QUANDO TUTTI PARLANO, comunicare è la cosa più difficile. Specie se si ha l’ambizione di arrivare all’ascoltatore superando non tanto il vociare di alcuni, quanto il “rumore di fondo” (dove le parole si perdono). Che tutto ciò sia complicato lo sanno bene le case, che investono cifre rilevanti in pubblicità e parlano, tutte assieme, ai loro clienti. Come raggiungerli? E con quale messaggio? I gruppi FCA e PSA, recentemente, hanno messo in campo due campagne assai diverse, per certi aspetti, perché differenti erano gli obiettivi cui esse miravano, ma entrambe fuori dagli schemi.
 
I FRANCESI HANNO INGAGGIATO l’arciantipatico Vittorio Sgarbi per uno spot irriverente, in linea con la tradizione Citroën. Il professore “maltratta” lo spettatore in una serie a episodi sul web, dove si racconta di voler riportare a casa Monna Lisa (non il capolavoro esposto al Louvre, si scoprirà, ma un’edizione speciale delle C3 e C3 Picasso chiamata, appunto, Monna Lisa e destinata al mercato italiano). Non era mai accaduto che il potenziale cliente - perché tale è, almeno in teoria, chiunque finisca sotto il bombardamento della pubblicità - fosse investito dagli epiteti del testimonial (come il classico “capra!”). Di solito, il consumatore viene blandito, spinto all’acquisto sull’onda di messaggi che lo gratificano sul piano personale e del prestigio sociale.

“FCA AUMENTA I PREZZI DAL 1° AGOSTO”. Annunciata da alcuni quotidiani a metà luglio, la promessa contiene un messaggio poco piacevole e, per questo, tale da rovesciare i termini della comunicazione pubblicitaria. Tutti vorremmo che i prezzi non crescessero mai, anche se gli esperti si fanno in quattro per spiegarci che un’inflazione ragionevole fa bene all’economia e che il vero nemico è la deflazione, temutissima perché insieme ai prezzi riduce le aspettative economiche (con conseguenze nefaste). Tornando al gruppo FCA, ha messo sull’avviso i clienti con un’operazione-trasparenza diversa dal solito spot del genere “correte in concessionaria, gli sconti terminano a fine mese”. E i prezzi, poi, sono saliti? Di poco. Ma tra i 100 euro in più richiesti per la Tipo, la 500 e la Giulietta e i 500 euro per Alfa 4C e Jeep Grand Cherokee, ce ne sono 250 in più pretesi per alcune versioni della Panda. Se il segnale è che il “prezzo stracciato” non sia un’arma strategica per un’azienda che, con una gamma rinnovata, ora si sente più forte, questo dovrà essere confermato da una coerente politica delle promozioni. Guai ad alzare i prezzi e, in parallelo, aumentare gli sconti...

Guido Costantini



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