PER JEEP E RAM DIESEL - Per il gruppo FCA, negli Stati Uniti si è aperto un nuovo capitolo nelle vicende della regolarità o meno dei sistemi di gestione delle emissioni dei suoi motori diesel di V6 di 3 litri. Il dipartimento di Giustizia degli Usa ha infatti avviato una causa civile contro la FCA accusandola di aver impiegato dispositivi che non erano stati comunicati al momento dell’omologazione necessaria per la vendita dei veicoli sul mercato americano. In particolare i dispositivi in questione sono otto, riscontrati sulle Jeep Grand Cherokee e sui pick up RAM 1500 (nella foto) con i propulsori diesel 3.0, per gli anni modello 2014-2016. I veicoli interessati sono 104 mila.
PARAGONE CON LA VOLKSWAGEN - La vicenda era emersa nel gennaio scorso quando l’EPA (l’ente americano per la protezione dell’ambiente) aveva accusato il gruppo FCA di non aver rivelato al momento dell’omologazione l’impiego di sistemi che in certe condizioni disattivano i dispositivi di controllo delle emissioni. Il risultato è quello noto: durante i test di omologazione i veicoli rispettano i limiti di emissioni di NOx, mentre su strada gli scarichi sono molto superiori. Nelle sue accuse l’EPA aveva paragonato il sistema della FCA a quello della Volkswagen.
COLLOQUI INCONCLUDENTI - Da allora la FCA e le autorità americane hanno avuto incontri per discutere della questione, con l’EPA a chiedere spiegazioni sui dispositivi impiegati e sul comportamento della FCA a proposito della mancata comunicazione della presenza dei dispositivi. La FCA in questo periodo ha anche provveduto a ricalibrare i sistemi di gestione dei motori. Le nuove regolazioni sono state previste per i veicoli modello 2017. La casa si è dichiarata disponibile a installare tali modifiche anche sugli esemplari degli anni precedenti. Ciò non è stato sufficiente a superare il problema: il Dipartimento di Giustizia ha ritenuto disattese le richieste di spiegazioni per i modelli in questione (Jeep Grand Cherokee e RAM 1500 degli anni-modello 2014-2016) e ha proceduto con l’apertura della causa giudiziaria.
FCA DECISA A DIFENDERSI - La FCA ha espresso rammarico per la decisione della magistratura, e al tempo stesso ha ribadito di non aver mai nascosto nulla e di non aver mai voluto ingannare le autorità. Oltre a ciò ha fatto presente di aver messo a punto modifiche dei sistemi capaci di superare il problema. Detto questo la FCA ha aggiunto che “se ci sarà un processo, la FCA si difenderà con forza, in particolare dall’accusa di aver volutamente installato dispositivi illegali per aggirare i test”. Va tenuto presente che sino a che la questione non sarà risolta la FCA non avrà l’omologazione necessaria per mettere in vendita i veicoli con il motore 3.0.