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Ferrari GTC: più comfort per i “cumenda”

09 febbraio 2016

Il recente annuncio della GTC4Lusso ci dà l'occasione per parlare delle GTC, le Ferrari più turistiche nate negli Anni 60.

Ferrari GTC: più comfort per i “cumenda”
LA STORIA NEL NOME - Gli appassionati della Ferrari hanno giudicato in termini molto favorevoli la nuova politica dell’azienda, tornata ad utilizzare denominazioni storiche per i suoi modelli più recenti: la 488 è seguita dall’acronimo GTB (Gran Turismo Berlinetta) e richiama per esempio la 275 GTB del 1964, mentre la nuovissima Ferrari GTC4Lusso riporta in auge la denominazione GTC ed evoca vetture rimaste nel cuore dei ferraristi più affezionati. La denominazione GTC è stata molto in voga negli Anni ’60 e '70, quando venne scelta in contrapposizione al nome GTB: le Ferrari della linea GTB erano più accattivanti e dinamiche, mentre le GTC offrivano un comfort di marcia superiore. Qui ne ripercorriamo la storia.
 
FERRARI 330 GTC (1966)
 
 
La Ferrari 330 GTC (nelle foto qui sopra) viene lanciata nel 1966 e rappresenta un’alternativa più esclusiva rispetto alla 330 GT, in virtù anche di una base tecnica particolarmente raffinata: la disposizione meccanica, le sospensioni posteriori e la trasmissione arrivano dalla 275 GTB. La Pininfarina si occupa dello stile esterno e realizza il corpo vettura, che poi viene spedito a Maranello: qui vengono installate le parti meccaniche e si completa l’assemblaggio. Lo stile appare molto elegante e pulito, di classe, grazie alle ampie superfici vetrate ed ai montanti sottili. Il motore è una versione maggiorata del V12 previsto sulla 275 GTB, quasi identico all’unità montata sulla 330 GT: ha cilindrata di 4.0 litri, impiega tre carburatori e sviluppa una potenza di 300 CV. Il V12 è montato davanti all’abitacolo ed il cambio (a cinque rapporti) si trova al posteriore, in maniera da formare quello che in gergo viene definito schema transaxle: in questo modo si ottiene una migliore distribuzione delle masse.
 
FERRARI 365 GTC (1968)
 
 
È la diretta evoluzione della 330 GTC. Ne riprende la carrozzeria, ma si differenzia per alcuni dettagli non immediatamente visibili: le prese d’aria (necessarie la ventilazione del vano motore) vengono trasferite sul cofano anteriore e sparisce il logo 330 sul cofano bagagli, dove rimane soltanto lo scudetto della Ferrari. Nell’abitacolo cambiano le uscite dell’impianto di ventilazione e le ruote assumono un disegno a dieci fori, mentre il V12 riceve gli stessi aggiornamenti introdotti sulla 365 GT 2+2: la cilindrata aumenta fino a 4390 cc e la potenza sale a 320 CV. Il cambio è manuale a 5 rapporti. La Ferrari 365 GTC viene costruita in 168 esemplari e rimane in produzione dal 1968 al 1970, a causa dell’entrata in vigore di nuove normative in materia di emissioni: la Ferrari avrebbe dovuto spendere troppo denaro per aggiornare una vettura non più recentissima.
 
FERRARI 365 GTC/4 (1971)
 
 
Nel 1972 la Ferrari rinnova in parte il suo listino ed introduce la 365 GTC/4, vettura dalle linee più taglienti rispetto alle elegantissime 330 GTC e 365 GTC. In questo caso l’impronta da berlinetta lascia spazio a forme più vicine ad una classica coupé, firmate da Pininfarina, che disegna un cofano anteriore molto spiovente ed un posteriore dalla linea tronca. L’abitacolo rimane del tipo 2+2, ma lo spazio per la testa degli occupanti posteriori risulta meno generoso. I fanali anteriori sono nascosti alla vista, debutta su una Ferrari il tessuto interno tartan e nella dotazione vengono inclusi il servosterzo, i vetri elettrici e l’aria condizionata. Il motore è lo stesso V12 4.0 presente sulla 365 GTB/4 Daytona e rappresenta un’evoluzione di quello già montato sulla 365 GTC, ma i cavalli salgono a quota 340. La Ferrari 365 GTC/4 è stata realizzata in 505 unità.
 
DOPO GLI ANNI 70 - Come abbiamo visto, la sigla GTC è stata sempre utilizzata per vetture più confortevoli ed eleganti. Questa tradizione si interrompe nel 2003-2004, quando la Ferrari abbina le tre lettere a due vetture da corsa, la 360 GTC Fiorano e la 575 GTC. Entrambe i modelli erano sviluppati dal Reparto Corse Clienti e destinate alle competizioni per auto da turismo.


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Ritratto di MatteFonta92
9 febbraio 2016 - 17:16
3
La 330 del '66 secondo me è la migliore per semplicità ed eleganza, e quelle vistose prese d'aria dietro ai passaruota le danno un tocco di grinta che non guasta affatto. Decisamente più "audace" (considerando l'epoca) nelle linee, invece, la 365 del '71; rimane una bellissima auto, ma le forme curve e armoniose degli anni '50 e '60 erano obiettivamente un'altra cosa.
Ritratto di IloveDR
9 febbraio 2016 - 17:18
3
preferisco la GTC/4 del 1971
Ritratto di Mattia Bertero
9 febbraio 2016 - 17:24
3
FERRARI. Quando costruire l'auto era una forma d'arte fatta da artigiani, e si vede dalla purezza delle forme ed alla ricercatezza dello stile... Bellissime tutte e tre.
Ritratto di armyfolly
9 febbraio 2016 - 18:56
Auto spettacolari. Opere d'arte dell'industria italiana.
Ritratto di degrel0
10 febbraio 2016 - 10:20
Quando la Ferrari faceva signore macchine apprezzate da veri signori.Poi arrivarono i bidè rossi per vaccari yankee e arricchiti(chissà come)dagli occhi a mandorla.
Ritratto di caronte
10 febbraio 2016 - 19:24
Sono tutte bellissime anche se il filo conduttore che le lega al passato andrebbe tagliato.
Ritratto di robix
10 febbraio 2016 - 21:52
quando le auto avevano una anima, bellissime