PANDA “ITALIANA” - Sergio Marchionne scioglie finalmente la riserva: la Panda si farà a Pomigliano d’Arco. Nel corso di una riunione tenuta oggi tra Fiat e sindacati, “si è convenuto di dare attuazione all’accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali Fim, Uilm, Fismic e Ugl il 15 giugno scorso per la produzione della futura Panda a Pomigliano d’Arco”, come si legge nel comunicato diffuso oggi dal Lingotto. Il gruppo torinese rinuncia così a produrre l’auto in Polonia (dove viene costruito il modello attuale) malgrado un aggravio dei costi valutato in 500-700 euro a vettura. “Tutti i firmatari dell’accordo, considerato che la grande maggioranza dei lavoratori ha dato il proprio assenso, hanno convenuto sulla necessità di dare continuità produttiva alla stabilimento e a tutto il sistema della componentistica locale, offrendo così prospettive future ai dipendenti dell’impianto di Pomigliano”.
Lo stabilimento di Pomigliano d'Arco.
LA PALLA ALLA FIOM - Al referendum di fabbrica indetto il 22 giugno per approvare l’accordo di modifica peggiorativa del contratto di lavoro, posta da Marchionne come condizione indispensabile per portare la Panda in Italia, il fronte del no (guidato dalla Fiom) aveva ottenuto il 36% dei consensi: una posizione minoritaria ma largamente superiore alle adesioni che la stessa Fiom ha nella fabbrica campana. Il mancato plebiscito aveva tentato i vertici Fiat di abbandonare comunque Pomigliano al suo destino.