ALLEGGERIMENTO DEL PERSONALE - La Ford ha annunciato un piano di riorganizzazione delle proprie attività in Nord America e Asia con il taglio di posti di lavoro. Il piano rientra nei programmi della casa, miranti a ridurre del 10% i costi salariali. La misura scatterà il primo ottobre e dovrebbe essere realizzata soprattutto attraverso incentivi alle dimissioni. La stessa casa ha precisato che non saranno interessate ai tagli la divisione finanziaria Ford Credit, l’area dello sviluppo prodotti, le tecnologie informatiche. Non toccato dall’alleggerimento di addetti sarà l’ambito inerente la “guida autonoma”. A essere coinvolti dal ridimensionamento occupazionale saranno 9.600 dipendenti negli Usa, 1.000 in 1.000 in Messico, 600 in Canada e 4.140 nell’area Asia Pacifico e Cina. In totale circa 15.000 addetti.
SI TEMONO 20 MILA SOPPRESSIONI - Va detto che due giorni fa la stampa americana aveva pubblicato indiscrezioni sul piano di ristrutturazione applicando l’obiettivo del 10% di risparmi all’intera massa lavoro della Ford, indicando in 20 mila gli addetti di cui era in ballo il posto (la casa americana occupa circa 200 mila dipendenti nel mondo). Nel comunicare il programma relativo ai tagli, la Ford ha affermato che le unità in Europa, Sud America, Medio Oriente e Africa non sono coinvolte dal programma. Resta comunque l’incertezza, visto che la riduzione del 10% dei costi salariali non può certo essere realizzata solo con la realtà americana.
TAGLIARE I COSTI - Alla base del piano c’è la necessità di contenere i costi, in base agli obiettivi dichiarati esplicitamente a fine aprile in occasione della presentazione dei risultati del primo trimestre 2017. Il risparmio che la casa americana si è prefissata è di 3 miliardi di dollari. Ad accelerare la decisione avrebbe contribuito l’andamento del mercato nord americano, che negli ultimissimi mesi ha mostrato una tendenza a rallentare dopo alcuni anni di crescita robusta. Nei primi tre mesi dell’anno la casa ha visto ridurre i suoi utili del 35%, a 1,6 miliardi di dollari, mentre dall’inizio dell’anno le azioni Ford hanno perso il 17% del loro valore (e le perdite dal 2014 sono addirittura di circa il 40%).
INCOGNITE PRESIDENZIALI - Il taglio di posti di lavoro è rilevante in assoluto, ma lo diventa ancora in quanto mette la Ford su una rotta di collisione con il presidente Trump che ha più volte sostenuto la necessità che le case costruttrici americane operino soprattutto negli Usa per creare lavoro. E la stampa americana sottolinea come sia facile prevedere la reazione negativa di Trump al piano di soppressione di posti di lavoro.