VERSO IL DOMANI - Si chiama “Strategy 2025” il nuovo piano d’azione del gruppo Volkswagen presentato oggi dall’amministratore delegato Matthias Müller e che delinea la strategia della società per i prossimi anni, quelli che anzitutto dovranno portare l’azienda fuori dal groviglio di problemi in cui l’ha precipitata lo scandalo degli illeciti software impiegati per gli impianti di trattamento degli scarichi delle vetture diesel con motori EA189.
DUE DIRETTRICI. CONVERGENTI - Come su un binario, il nuovo piano corre sostanzialmente su due rotaie: una mira a fissare gli standard economici del business futuro, sull’altra corre la visione di quella che dovrà essere la nuova identità produttiva della casa tedesca. Due linee che ovviamente devono procedere parallelamente per evitare... deragliamenti. Nel primo caso i vertici Volkswagen hanno già indicato dei numeri: non più fatto di ambiziosi numeri di vendita, come in passato è stato fin troppo, ma piuttosto sui risultati economici. L’obiettivo dichiarato da Müller è infatti quello di realizzare il 7-8% di margine operativo (schematizzando: ciò che resta del fatturato una volta coperte le spese di produzione, senza tenere conto delle imposte). Nel 2015 il margine operativo della Volkswagen è stato del 6%. Per la seconda “rotaia” non sono state fatte cifre ma le direttive indicate sono di grande rilievo. Al centro della programmazione Volkswagen per i prossimi dieci anni ci sono infatti l’auto elettrica e i nuovi servizi di trasporto. In sostanza la casa tedesca si vuole dare una nuova “mission”, che naturalmente terrà conto di quanto esistente, ma che dovrà portare a una nuova identità della società.
30 MODELLI ELETTRICI ENTRO IL 2025 - La metamorfosi per ora si basa su propositi che sono pochi ma molto significativi. Anzitutto Müller ha detto che le dimensioni non sono tutto; perciò non diamo obiettivi per i volumi di vendita”, per poi alzare il tiro verso il futuro, affermando “noi dobbiamo adattare la nostra organizzazione a quella che sarà l’automobile di domani”. Come si vede una nuova visione che ha come aspetto concreto i 30 nuovi modelli elettrici che il gruppo Volkswagen ha in programma di lanciare da oggi al 2025 e che dovranno portare da 2 a 3 milioni di vendite all’anno, cioè tra il 20 e il 25% del totale del gruppo. Pur nella valenza fortemente strategica del discorso di Müller, l’orizzonte elettrico non poteva dar luogo a qualche riferimento concretamente produttivo, come quello fatto a proposito delle batterie di cui la diffusione dei veicoli elettrici creerà un grande bisogno. In proposito Müller ha affermato che la casa sta già lavorando intensamente per lo sviluppo di queste componenti essenziali. Ciò mentre la produzione vera e propria non si sa ancora a chi spetterà. “Stiamo ancora valutando se creare una apposita nostra struttura produttiva o se invece rivolgersi a fornitori esterni”.
RIORGANIZZARE LA COMPONENTISTICA - proposito delle nuove mobilità, Müller ha accennato alla guida autonoma, indicando nel 2021 come momento del lancio della prima piattaforma di questo tipo tutta Volkswagen. Ciò anche grazie al contributo dei mille ingegneri assunti appunto per lavorare al progetto dell’auto autonoma. Un altro riferimento alle attività produttive fatto da Müller ha riguardanti la componentistica. L’amministratore delegato del gruppo Volkswagen ha affermato che il settore deve essere riorganizzato, razionalizzando la produzione che attualmente avviene in 26 stabilimenti diversi.
PROSPETTIVE ECONOMICHE - Tutto ciò mentre il bilancio 2015 ha dovuto registrare una perdita di 1,4 miliardi di euro (erano 23 anni che la Volkswagen non accusava il “rosso” di bilancio) e appunto la necessità di realizzare una maggior redditività, indispensabile per far fronte agli investimenti necessari (per questi ultimi sono previsti tagli). Anche per questo sono già stati avviati i colloqui con i sindacati per rivedere i contratti alla luce della situazione.