SCONTRO INTERNAZIONALE - Torna alla ribalta la questione delle emissioni delle vetture diesel del gruppo FCA in Europa grazie anche ad un botta e risposta tra autoirtà tedesche e italiane. In un'intervista al quotidiano Bild am Sontag il ministro tedesco dei trasporti, Alexander Dobrindt, ha detto che “il governo italiano è al corrente da mesi che la Fiat, secondo i nostri esperti, usa dispositivi illegali di disattivazione”. Per cui la Commissione europea “deve intervenire per assicurare che la Fiat provveda a un richiamo di quei veicoli”. Motivo del contendere, appunto, le emissioni di alcune auto diesel della FCA (la Fiat 500X, nella foto, la Jeep Renegade e la Fiat Doblò) sulle quali, già qualche mese, fa il ministro tedesco aveva puntato il dito (qui per saperne di più): secondo i dati in suo possesso, avevano fatto segnare emissioni ben superiori a quelle regolamentari. Ciò in conseguenza dell’impiego di software capaci di ridurre l'efficacia dei sistemi di contenimento delle emissioni del motore dopo 22 minuti di funzionamento (il test di omologazione dura circa 20 minuti). Un portavoce della Commisione europea per l'Industria ha affermato: "Abbiamo ripetutamente chiesto all'Italia di presentarci risposte convincenti al più presto. Il tempo si sta esaurendo, perché vogliamo concludere le discussioni sulla conformità della Fiat a breve". Il rischio è quello di una procedura di infrazione a carico dell'Italia.
LA PAROLA A DELRIO - Tocca al ministro dei trasporti Delrio chiarire la posizione del Governo italiano: "La richiesta di Berlino è totalmente irricevibile", precisa. "Abbiamo accettato di costituire a Bruxelles una commissione di mediazione perché non abbiamo niente da nascondere. I nostri test dimostrano che non esistono dispositivi illegali e comportamenti anomali. Questa interpretazione della Germania va contro le regole che ci siamo dati, di responsabilità di ogni nazione verso le proprie case produttive. Noi non abbiamo chiesto nessuna ulteriore indagine da parte di Volkswagen, ci siamo fidati di loro, ed è giusto che il confronto avvenga sulla fiducia e il rispetto reciproco. Presenteremo a Bruxelles i risultati dei nostri test e lì confronteremo i nostri dati con quelli di tutti i produttori. L'Italia ha una posizione di totale trasparenza". Il ministro conclude dicendo che "le nostre strategie mirano a ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nel trasporto stradale e per questo abbiamo deciso, insieme agli altri Paesi, che alla fine di quest'anno entreranno in vigore i test di controllo direttamente su strada, dove il comportamento del veicolo è ovviamente più rispondente al comportamento usuale".