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Honda, Nissan e Toyota assieme per le fuell cell

03 luglio 2015

Le tre case giapponesi hanno siglato un’intesa mirante a promuovere la diffusione in Giappone delle centraline di ricarica di idrogeno.

Honda, Nissan e Toyota assieme per le fuell cell
L’UNIONE FA LA FORZA - L'industria giapponese dell’auto crede nell’auto funzionante con le fuel cell (cioè con motore elettrico alimentato da pile a combustibile che utilizzano appunto l’idrogeno). Ci credono tanto da impegnarsi non solo nello sviluppo e nella messa a punto dei veicoli, ma anche per spingere la creazione delle necessarie infrastrutture per il rifornimento di idrogeno. Lo testimonia l’accordo appena firmato dai tre giganti giapponesi dell’auto: Honda, Nissan, Toyota. La sostanza dell’accordo risiede nell’impegno comune a sostenere la creazione della rete di punti di ricarica. Questo intervenendo direttamente facendosi carico parzialmente della realizzazione ma soprattutto dando il proprio concreto sostegno a chi vorrà investire in questo settore. 
 
AIUTI PER I DISTRIBUTORI - Oltre a coprire parzialmente i costi operativi per le stazioni stesse (foto sopra), le tre case nipponiche sosterranno infatti le aziende del settore infrastrutture affinché allestiscano punti di rifornimento adeguati alle necessità e agli standard di sicurezza. Oltre a ciò le tre case hanno concordato di dar corso a una attività di sensibilizzazione e informazione presso il mondo delle aziende facendo conoscere la loro disponibilità a sostenere concretamente le attività di insediamento dei distributori, così da rendere attraente l’attività della distribuzione di idrogeno.
 
SUPPORTO INDISPENSABILE - “Braccio operativo” per l’attività finanziaria inerente l’accordo in questione un apposito istituto dedicato alle settore, creato proprio per promuovere la diffusione dell’auto a fuel cell. La necessità di una qualche forma di sostegno è evidente dal momento che il settore è una sorta di cane che si morde la coda: le auto a idrogeno sono poche, quindi i distributori possono fare magri affari; ergo: a lasciare che le cose vadano solo in base alla molla del business, nessun investitore si avvicina a questa attività. Ciò spiega anche perché l’anno scorso a impegnarsi nel settore sia stato il governo giapponese, varando un programma di sovvenzioni appunto per le stazioni di distribuzione dell’idrogeno. Una politica che è stata confermata e ribadita con nuovi provvedimenti governativi nel febbraio di quest’anno.


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Ritratto di faustopeano94
3 luglio 2015 - 11:34
Io non lo so, da noi in Italia è appena sufficiente la rete di distribuzione GPL, totalmente inadeguata la rete del Metano, siamo gli unici che non permettono il Self Service per questi tipi di rifornimenti. E poi facciamo i grandi elogiando Elettrico e Idrogeno... Ma per favore, in Italia con i nostri ritmi burocratici e stereotipi vari si continueranno a vendere solo auto Diesel e Benzina. Noi Italiani siamo fatti un po' così una: Tesla è un giocattolino una MB AMG o un Audi RS belle potenti a Benzina queste si che sono Auto!
Ritratto di superblood
3 luglio 2015 - 18:33
L'Italia in Europa è la terza per numero di distributori GPL, mentre è prima per quelli a metano, ne ha tanti quanti Germania, Spagna, Francia e paesi bassi. L'italia è il paese col maggior numero di auto GPL e metano di tutta Europa! Tesla è proprio un costoso giocattolino da 500 km di autonomia e solo 8h di ricarica, qui nel nostro paesino di 3000 abitanti ne girano 2 dei proprietari della sportful, auto da rappresentanza e non di sicuro comoda e fruibile...considerando poi che in Italia ci sono ancora le centrali a carbone...l'elettrocardiogramma forse non è la soluzione migliore. Prima di scrivere corbellerie magari leggere qualche dato sarebbe opportuno
Ritratto di faustopeano94
3 luglio 2015 - 21:58
Lei è liberissimo di fermarsi ai dati senza un analisi critica e contestualizzata della situazione reale, sarà sicuramente come dice lei... Ma le posso assicurare che qui a Cuneo città (capoluogo di Provincia) non un paesino, di distributori di Metano c'è ne solo 1 e per contare quelli di GPL bastano le dita di una mano. Per quanto riguarda il discorso Tesla, forse non l'aveva capito ma la penso esattamente come lei, infatti viaggio al volante di una fantastica Ghibli D 275 V6 !
Ritratto di faustopeano94
3 luglio 2015 - 21:59
un'analisi
Ritratto di superblood
3 luglio 2015 - 23:03
Non capisco in realtà cosa ci sia da contestualizzare! Lei asserisce che in Italia si compra solo benzina e diesel, Falso, infatti l'Italia è la prima i Europa per numero di auto GPL e auto metano. Lei asserisce che i distributori in Italia non ci sono, Falso, ce ne sono un sacco, metano addirittura più di tutti gli altri stati d'Europa! Ovvio poi che ci possano essere zone più scoperte di altre, e se lei per contestualizzare intende che sotto casa lei non ha un distributore...beh, io lo ho a 3km da casa mia. A cuneo provincia ci sono 8 distributori, a cuneo città 2 uno in via castelletto stura e uno in via bra. In Piemonte ci sono 78 distributori di metano. Di quelli GPL non ho dati aggiornati. Comunque essere metanisti è una filosofia di vita e su questo non ci piove.
Ritratto di as.crni
3 luglio 2015 - 11:50
In italia non c'è ancora una rete internet ad alta velocità diffusa figurati queste nuove tecnologie...e poi sono cose nelle quali i politici non riescono ancora e non sanno ancora metterci mano per rubare dei soldi
Ritratto di herm52
3 luglio 2015 - 12:53
Se si pensa che nel centro/sud Italia le poche strade e autostrade rimaste o sono da rifare o sono chiuse per pericolo di crolli dei piloni dei viadotti o/e gallerie e pio si vuole rilanciare il mezzoggiorno. Invece di puntare sui veicoli dell'elettrici o a idrogeno conviene finanziare una fabbrica di calessi trainati dai ciucci.
Ritratto di FRANCESCO31
3 luglio 2015 - 12:56
non si può produrre idrogeno
Ritratto di Fojone
3 luglio 2015 - 13:32
con i pannelli fotovoltaici che ho sul tetto di casa.... peccato che per legge fino a poco fa non potevo neanche immagazzinare la corrente da me prodotta in eccesso, in batterie ma dovevo venderla ad Enel. figuriamoci se mi lasciavano usarla per produrci idrogeno da stoccare in serbatoi... il nucleare non è necessario, basterebbero politici non corrotti e voglia di rinnovare davvero il paese. peccato che sia più difficile che costruire un auto che vada a sputi :(
Ritratto di Gordo88
4 luglio 2015 - 00:24
1
Quoto fojone sono gli interessi a mantenerci ancorati ai combustibili fossili altrimenti sull' idrogeno si sarebbe investito molto di più già in passato. Ora le cose sembra stiano cambiando.. finalmente
Ritratto di FRANCESCO31
4 luglio 2015 - 10:49
...potresti fare tante cose ... ma solo grazie ai pazzeschi incentivi di stato (cioè pagate da me) x finanziare i tuoi inutili bussolotti con lo specchio capaci di produrre una eletricità 5 volte + costosa di quella convenzionale (e solo quando c'è sole e bel tempo ).Con la stessa cifra si copriva tutto il fabbisogno energetico italiano
Ritratto di Mattia Bertero
3 luglio 2015 - 14:51
3
La propulsione del domani, altro che auto elettrica. Il problema da noi sarà sempre lo stesso, come avete già evidenziato. Gli altri paesi vanno avanti, noi Italia rimaniamo fermi oppure arretriamo!! Non riusciamo nemmeno a garantire un decente manto stradale sulla rete; quando da noi arriverà l'idrogeno da altre parti avranno inventato il propulsore a curvatura ;-).
Ritratto di emanuel99
3 luglio 2015 - 22:14
Hahaha se ci paragoniamo a Stati Uniti,Germania o Giappone ci sembra di essere nel medioevo.
Ritratto di J-B
6 luglio 2015 - 10:36
1
Completamente vero. "La propulsione del domani, altro che auto elettrica". SIC!
Ritratto di H-ROSSA無限
4 luglio 2015 - 01:33
1
Bhe, tre dei più grossi marchi di auto che ci credono, è comunque una buona mossa per cambiare gli equilibri dei mercanti di petrolio e affini. Ottimo.
Ritratto di Feudalesimo e Libertà
4 luglio 2015 - 05:26
Ennesima prova di forza e di grande coesione nazionale e strategica dell'industria Giapponese. (Notare la differenza tra un paese social-democratico civile e sviluppato con un certo paese delle banane noto soprattutto grazie a certi "imprenditori" "gaffeur" che si riciclano in politica)