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Il mondo dell’auto è contrario alla Brexit

20 giugno 2016

Diversi interventi di rappresentanti dell’industria automobilistica hanno messo in guardia dai rischi legati all'eventuale uscita del Regno Unito dalla UE.

Il mondo dell’auto è contrario alla Brexit

APPUNTAMENTO ANCHE PER L’AUTO - Tra tre giorni, il 23 giugno, i cittadini britannici andranno a votare per il referendum circa la permanenza o meno del Regno Unito nella Unione europea. L’eventualità dell’abbandono dell’UE viene sintetizzata con l’espressione Brexit (Britain exit) e durante la campagna elettorale sono state numerose le prese di posizioni e le considerazioni relative alle due ipotesi in ballo. Tra gli altri, si sono espressi anche importanti rappresentanti del mondo dell’automobile che hanno manifestato grandi preoccupazioni circa l’eventuale vittoria dei sostenitori della Brexit.

IL PESO DEI GIAPPONESI - A prendere iniziative in proposito sono stati soprattutto i giapponesi, che in Gran Bretagna sono presenti massicciamente con impianti di produzione. L’organizzazione che raggruppa le attività nipponiche all’estero ha quantificato in oltre 1.300 le società giapponesi operanti in Gran Bretagna e in 59 miliardi di dollari gli investimenti effettuati per attività produttive. Cifre sufficienti a spiegare il perché di questo attivismo, peraltro sollecitato dallo stesso primo ministro del governo di Tokyo Shinzo Abe.

L’IMPEGNO DELLA TOYOTA - La Toyota, presente nel Regno Unito dal 1991, con due stabilimenti a Burnaston (190 mila Avensis e Auris prodotte nel 2015) e a Deeside (200 mila motori e cambi), per esempio, ha scritto ai suoi dipendenti una lettera con la quale ricorda che il 90% della produzione prende la strada dell’esportazione e che nell’ipotesi della Brexit probabilmente ci sarà l’introduzione di dazi doganali che significheranno un aumento dei prezzi del 10%. E questo inevitabilmente imporrà alla casa pesanti misure per un equivalente contenimento dei costi. La lettera afferma dunque che “Il proseguimento dell’appartenenza della Gran Bretagna all’Unione europea è l’ipotesi migliore per la nostra attività e per la nostra competitività a lungo termine”. Da notare che la stessa preoccupazione per possibili dazi doganali è stata manifestata da Michael Hawes, presidente della  Society of Motor Manufacturers and Traders. Cioè l’organizzazione che raggruppa le case automobilistiche e le tante industrie britanniche del settore. 

DELLO STESO AVVISO LA NISSAN - Un concetto sostanzialmente analogo è stato espresso da Carlos Ghosn, amministratore delegato della Nissan, che Oltremanica ha il mega impianto di Sunderland, secondo cui “la permanenza della GB nell’UE è la scelta migliore per il lavoro, il commercio e i costi”. Parole sostanzialmente uguali sono state pronunciate da Hiroaki Nakanishi, amministratore delegato della Hitachi (produttrice in Gran Bretagna di treni e mezzi di trasporto), il quale ha dichiarato che l’eventuale vittoria della Brexit indurrebbe inevitabilmente a un ripensamento delle strategie Hitachi per la Gran Bretagna.

ANCHE LA FORD SCHIERATA - Ma la preoccupazione per un successo della Brexit non hanno soltanto gli occhi a mandorla. Anche il top manager della Ford, Jim Farley, capo della Ford Europe (che in Gran Bretagna ha tre stabilimenti), ha manifestato concetti analoghi, facendo presente che i “futuri investimenti della Ford sarebbero a rischio nel caso che la vittoria della Brexit provocasse un deterioramento dell’ambiente economico britannico”. Da ciò deriva l’interesse della Ford per il mantenimento della stabilità, indispensabile “per poter incrementare il suo business nel mercato britannico, il più importante d’Europa per la casa”. Farley ha anche dichiarato che “Se la GB lascia l’UE, la cosa potrebbe creare instabilità economica e incertezze, le cui piene conseguenze sono al momento imprevedibili, in generale e per il nostro business”. E anche la Ford ha inviato ai suoi 14 mila dipendenti inglesi una lettera in cui afferma che “sarebbe meglio che il Regno Unito continuasse a rimanere nell’Unione europea, riformata”.

LE PREOCCUPAZIONI DI MARCHIONNE - L’argomento della Brexit è stato affrontato anche da Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo FCA che per la cronaca ha sede legale proprio a Londra. Nell’ambito del convegno organizzato a Venezia la settimana scorsa dalla associazione per i rapporti economici tra Europa e Usa, Marchionne ha definito un “rischio enorme” l’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Il capo della FCA ha anche aggiunto che se alla Brexit avesse poi da seguire l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ci sarebbe un vero e proprio cambiamento degli equilibri internazionali. Ciò a causa delle “spinte isolazionistiche” che verrebbero dai due eventi, con danni per il mondo economico.



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Ritratto di SINESTRO
20 giugno 2016 - 16:43
3
Così qualche politico alemmano illuminato inizierebbe ad abbassare un po' la cresta...
Ritratto di SINESTRO
20 giugno 2016 - 16:43
3
ops, alemanno...
Ritratto di Storm Sentry
20 giugno 2016 - 17:21
Sicuramente la brexit avrebbe diverse ripercussioni sui dazi doganali...se molte multinazionali hanno uno stabilimento lì si trovano improvvisamente in un luogo in cui l'export diventa più costoso Non capisco però l'obiezione che c'è sull'articolo relativa a Donald Trump. Gli scorsi giorni ha dichiarato che se venisse eletto inizierebbe a tessere dei rapporti diplomatici seri (non di facciata) con la Russia. Un mondo con le due superpotenze alleate non sarebbe male, dal punto di vista della pace...lockeed martin permettendo........
Ritratto di Storm Sentry
20 giugno 2016 - 17:50
ovviamente non mi riferivo alla sola lockeed martin ma a tutte quelle multinazionali che producono armi e che più c'è guerra e più fatturano. in ogni caso la presenza di dazi doganali penso che sia un problema aggirabile...il TTIP che è in fase embrionale ne è una conferma... staremo a vedere
Ritratto di Antonello73
20 giugno 2016 - 18:13
E chi se ne frega.....
Ritratto di otttoz
20 giugno 2016 - 19:32
chi dentro,chi fuori... pupazzi! han dimenticato che per secoli gli europei si son scannati l'un l'altro!
Ritratto di MAXTONE
20 giugno 2016 - 20:40
L'Europa la vedo come un grande condominio dove ognuno si fa i fatti propri e chi bene buon per lui mentre chi sta male fa bene a non lamentarsi senno' gli danno pure il resto come si suol dire. Non posso certo biasimare questa scelta degli inglesi nel caso.
Ritratto di Porsche
22 giugno 2016 - 08:57
a voi che ogni giorno non sapete far altro che criticare la UE dovreste restare senza pappa.... Gli inglesi sono fra i pochi che prelevano solo soldi, mantenuti
Ritratto di SINESTRO
22 giugno 2016 - 09:22
3
certo, sempre meglio dei tedeschi che si fanno le regole europee su misura.....
Ritratto di simopente
20 giugno 2016 - 20:49
3
Farebbero solo bene ad uscirne.
Ritratto di Francesco110
20 giugno 2016 - 23:19
Per finire con le pezze al c.u.l.o. sicuro.
Ritratto di 11kar11
20 giugno 2016 - 21:29
Meglio soli che male accompagnati, ma è questo il caso? Gli inglesi faranno come gli scozzesi... Of course :-)
Ritratto di money82
21 giugno 2016 - 16:16
1
Si parla tanto di brexit ma ancora nessuno che abbia detto con chiarezza quali sarebbero le conseguenze o eventuali benefici. Stranamente per le lobby si prospetta una catastrofe...di sicuro perchè se poi gli inglesi andranno meglio poi in molti prenderanno l' esempio e ciao ciao europa...quindi ciao ciao grandi poteri e ciao ciao grandi speculazioni per i più potenti almeno parzialmente. Comunque sia qui in italia non c'è di che preoccuparsi, europa o non europa faremo sempre la fame noi cittadini.
Ritratto di Porsche
22 giugno 2016 - 08:56
Gli inglesi come i greci prendono solo soldi dalla UE, sono in attivo. Sarebbe stato da cacciarli senza referendum. Spero in una uscita così risparmiamo un poco, e secondo me impenna la produzione italo-tedesca. Speriamo bene, i mantenuti non li sopporto per principio.
Ritratto di SINESTRO
22 giugno 2016 - 09:23
3
non credo che GB e Grecia siano proprio sulla stessa linea d'onda.... Non pensi siano 2 situazioni ben differenti?