UN ANNO IN CALO - 1.960.282 nuove auto immatricolate, il 9,2% in meno al 2009: questo è il bilancio del 2010 in Italia. Un anno sul quale si sono fatti sentire la mancanza degli incentivi, con naturali e, in taluni casi, catastrofiche conseguenze per i costruttori di auto presenti in Italia. A farne maggiormente le spese sono i cosiddetti costruttori generalisti, quelli che propongono citycar e utilitarie, tra cui la Fiat.
MALE LA FIAT - Come riportano i dati elaborati dall'Unrae, l'associazione che raggruppa i costruttori esteri presenti in Italia, nel 2010 la Fiat ha visto le immatricolazioni dei propri modelli scendere da 708.799 a 590.376 unità, il 16,7% in meno. Tra le marche del gruppo che hanno maggiormente sofferto c'è la Fiat che a dicembre ha perso il 29,6% delle immatricolazioni, chiudendo l'anno con un -18,8% e 450.384 auto; seguono a ruota la Maserati e la Lancia che nei dodici mesi del 2010 hanno lasciato per strada rispettivamente il 15,7 e 15,3%.
ALFA E FERRARI OK - In controtendenza c'è solo la Ferrari che, grazie al successo della California e della 458 Italia, rispetto al 2009 ha immatricolato 66 auto in più, un incremento che equivale a una crescita del 10,7%. Proprio la presenza di modelli “freschi” sembra essere stata la ricetta giusta per navigare a vista nel 2010, come confermano anche i risultati dell'Alfa Romeo: con il debutto commerciale della Giulietta, avvenuto nella scorsa primavera, il Biscione ha compiuto una lenta risalita, che ha portato ad incrementare le immatricolazioni a novembre (17,9%) e dicembre (16,3%) e chiudere il 2010 con un calo di solo il 6,1%.
SPUNTA LA CHRYSLER - Spostando l'attenzione sui dati di immatricolazione dei costruttori stranieri, si scopre che non sono tanti quelli che possono sorridere. Tra coloro che nel 2010 sono riusciti ad incrementare di più le immatricolazioni ci sono la Mitsubishi (+21%) e la Chrysler (+15,8%), anche se bisogna precisare che con volumi ridotti di auto (5.835 la Mitsubishi) e (1.491 la Chrysler) è più facile far registrare incrementi percentuali significativi.
RENAULT IN ASCESA - Tra i “big” bisogna segnalare l'ottimo risultato della Renault che, con 105.871 auto immatricolate nel 2010, il 15% in più del 2009, ha incrementato la sua quota di mercato, passando da 4,3 a 5,4% e posizionandosi come 5° costruttore, alle spalle della Fiat, Ford, Volkswagen e Opel. Dei tre costruttori tedeschi citati, la Ford è l'unica ad avere visto calare le immatricolazioni: sono scese del 13,5%. Mentre la Volkswagen le ha incrementate del 8,3% e la Opel ha chiuso il 2010 con un sostanziale pareggio: +0,4%. Con il segno positivo, a consuntivo 2010, anche la Volvo (+7,7%), la Dacia (+7,4%), la Subaru (+6,4%), la Skoda (+5,6%), la Mini (+2,8%) e la Nissan (+0,9%).
MALE LE GIAPPONESI - Anno orribile per le altri giapponesi: Daihatsu (-37,2%), Honda (-33,9%), Mazda (-24,2%), Toyota (-19,2%), Lexus (-18,5%) e Suzuki (-15,3%). E per la Saab che ha visto le sue immatricolazioni crollare di ben il 66,5%. In deciso calo anche la Seat (-20,3%), Smart (-10,9%), la jaguar (-10,5%), la Kia (-8,9%), la Peugeot (-7,2%), la Hyundai (-7,1%) la Porsche (-6,6%) e la Citroën (4,9%).
LE “PREMIUM” REGGONO - Riescono a limitare i danni, invece, i costruttori “di lusso”, che già nel 2009 avevano visto ridursi sensibilmente il numero delle immatricolazioni: l'Audi chiude il 2010 con un -0,5%, la BMW con -2,7% e la Mercedes -2,2%.