UN COLPO AL CERCHIO, UN COLPO ALLA BOTTE - L’americano National Transportation Safety Board ha emesso la sua “sentenza” a proposito dell’incidente avvenuto in Florida il 7 maggio del 2016 e in cui perse la vita il 40enne Yoshua Brown, al volante di una Tesla Model S che stava procedendo in modalità di “guida assistita”. Si tratta in pratica di un robusto pacchetto di funzioni che consentono una guida semiautonoma della vettura. Il dispositivo della Tesla è classificato di livello 2 di 5 possibili. Dunque non una vera e propria guida autonoma, ma piuttosto assistita. Il giudizio dell’NTSB evoca il proverbiale “colpo al cerchio e colpo alla botte”. Il sistema di guida semiautomatica della Tesla non è considerato responsabile dell’incidente. Esso ha funzionato come previsto e se l’automobilista avesse guidato secondo le indicazioni fornite dalla casa automobilistica l’incidente probabilmente non ci sarebbe stato. Con i dispositivi di livello 2, infatti, si deve guidare mantenendo le mani sul volante e mantenere il controllo di ciò che sta succedendo, per poter eventualmente intervenire. Nel caso dell’incidente in questione, è stato invece appurato che il conducente aveva lasciato fare tutto al sistema, mettendosi a seguire un film sul display delle vettura.
OCCORRONO SISTEMI PIÙ EVOLUTI - In sostanza la Tesla Model S (nella foto sopra) ha fatto tutto ciò che poteva fare, dimostrando come risponda ai requisiti richiesti a un veicolo dotato di una ricca dotazione di dispositivi elettronici di assistenza alla guida. Ma l’NTSB non si è limitato a verificare le responsabilità di quanto accaduto, assolvendo la Tesla Model S e in genere l’auto con dispositivi di intervento autonomo nella guida. Contemporaneamente al giudizio per così dire “assolutorio” nei confronti della Tesla Model S, l’organo americano che si occupa di sicurezza ha criticato i sistemi “autonomi” oggi esistenti, accusandoli di essere troppo limitati nelle situazioni rilevabili. Secondo l’NTSB la guida autonoma è una grande cosa ma da un lato essa deve essere gestita con prudenza dagli automobilisti, e dall’altro il sistema deve funzionare in base a parametri più “intelligenti”, cioè capaci di individuare il pericolo e intervenire con maggior facilità di quanto avviene oggi.