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L'industria petrolifera si prepara al futuro “elettrico”

07 dicembre 2016

La prevista crescita delle vendite dei veicoli a batterie sta inducendo le compagnie petrolifere a investire sulle fonti energetiche “pulite”.

L'industria petrolifera si prepara al futuro “elettrico”

LE SCELTE DI ENI, TOTAL E SHELL - Attesa da anni, la diffusione di massa delle auto elettriche è stata più volte annunciata, ma non si è ancora realizzata. A fare pensare che la situazione stia cambiando rapidamente non sono soltanto le strategia e i modelli annunciati dalle case automobilistiche, ma piuttosto le recenti strategie adottare dall’industria petrolifera che sta investendo ingenti risorse finanziare per appropriarsi di fonti rinnovabili. La scorsa primavera il colosso francese Total ha sborsato oltre un miliardo di dollari per acquisire le quote societarie della Saft, produttore di batterie per immagazzinare energia solare. Nello stesso periodo l’italiana Eni ha annunciato un piano per realizzare centrali fotovoltaiche di grandi dimensioni. Più di recente Shell, seconda industria mondiale del greggio dopo la Exxon, ha dichiarato di essere prossima ad effettuare importanti acquisizioni nel settore delle rinnovabili. 

RIVEDERE LE STRATEGIE - La conversione dei colossi dell’oro nero non è casuale. A modificare i tradizionali piani di sviluppo non sono ragioni ambientali, ma di opportunità. E la principale ragione del cambiamento di rotta sarebbe proprio l’avvento dei veicoli elettrici, che obbliga l’industria del greggio a riformulare le strategie. Del petrolio estratto nel mondo, infatti, il 54% è destinato ai serbatoi delle auto, furgoni e camion, quota destinata a ridursi sensibilmente con la diffusione della mobilità a zero emissioni. E se nel 2015 le vetture a batterie vendute nel globo hanno superato appena la soglia di un milione di consegne, per il futuro le compagnie petrolifere attendono forti cambiamenti. 

QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA - Gli indicatori a favore delle auto elettriche sono molti, dall’approvazione dell’accordo di Parigi per ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera fino agli impegni presi da diversi Stati e istituzioni per contenere le emissioni di CO2. Secondo le stime di Shell e altri operatori del settore le vendite dei modelli elettrici dovrebbe toccare quota 30 milioni nel 2025 e 150 milioni nel 2040 con un calo della domanda di petrolio pari a 1,3 milioni di barili al giorno, ossia più del consumo dell’Italia. Visioni più ottimistiche farebbero salire i barili “evaporati” a circa 6 milioni al giorno contro una produzione odierna di 96 milioni di barili, riduzione destinata ad aumentare nei decenni successivi. Un “pericolo” per le finanze dell’industria del greggio che per rimanere competitiva è costretta a iniziare a investire sulle fonti rinnovabili per trovarsi pronta quando la domanda lo richiederà. E il 2025, per gli investimenti del settore petrolifero, non è molto lontano.



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Ritratto di superblood
10 dicembre 2016 - 08:43
In realtà le batterie al grafene dovrebbero risolvere questo tipo di problemi sul nascere, non so a che punto siano nello sviluppo.
Ritratto di Strige
7 dicembre 2016 - 20:32
messa in soffitta 3-5 anni fa, se ti riferisci alla serie 7. Era una vettura laboratorio. Ora stanno sviluppando, sempre se non ci hanno ripensato, la serie 5 GT a idrogeno, uscita prevista per il 2025.
Ritratto di AlexTurbo90
8 dicembre 2016 - 01:35
Questo dovrebbe finalmente zittire tutti quelli che dicono "avanti con l' avvento dell' elettrico, così i signori dell' Oro Nero non avranno più di che campare", e altre baggianate del genere. Questa notizia dimostra chiaramente che a comandare saranno sempre i soliti di oggi. Cambieranno soltanto fonte: non saremo più schiavi del petrolio, ma pannelli fotovoltaici, batterie ecc.
Ritratto di AlexTurbo90
8 dicembre 2016 - 01:35
Ma DI*
Ritratto di anarchico2
9 dicembre 2016 - 11:44
Quello che dici è vero solo in parte, gli arabi possono vendere il petrolio agli australiani, non certo l'energia elettrica. I paesi che hanno giacimenti petroliferi smetteranno di arricchirsi, i pannelli fotovoltaici si possono mettere anche nei paesi poveri. Che diversifichino è normale, ma perderanno il loro vantaggio.
Ritratto di FRANCESCO31
8 dicembre 2016 - 15:03
vorrei dire anke 1 altra cosa che nn si dice mai : più auto eletriche si vendono sul mercato , meno macchine a motore convenzionale si vendono , quindi si usa meno petrolio , e x effetto della regola della domanda e dell'offerta i lprezzo del bariel di petrolio scende , rendendo + conveniente le vecchie macchine convenzionali
Ritratto di Strige
8 dicembre 2016 - 23:07
avresti ragione se l'offerta resterebbe costante, ma cosi' non sara' perche' abbasseranno la produzione e di conseguenza il prezzo rimarra' uguale. Anzi potrebbe aumentare visto che poi ad utilizzarlo sarebbero solo mezzi di trasporto come camion e navi e aerei
Ritratto di anarchico2
9 dicembre 2016 - 11:47
Abbassare la produzione? Se ci hanno messo anni per un modesto accordo che inoltre tiene fuori Iran e Russia...
Ritratto di PAPERO76
9 dicembre 2016 - 09:58
il prezzo del petrolio scenderà se la richiesta cala, il problema è che i governi tasseranno il fossile al 90% invece del 70% attuale con la conseguenza che il prezzo al consumatore salirà
Ritratto di manuel1975
10 dicembre 2016 - 15:09
devono investire sul gasolio sintetico e benzine pulite o etanolo
Ritratto di caronte
20 dicembre 2016 - 19:27
Questa volta la natura batte il business anche se per invrementarlo.