QUASI INOSSERVATO - Come tutte le stangate che diventano realtà in pieno agosto, è passato un po’ sotto silenzio anche il rincaro dell’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) sull’acquisto di una vettura nuova o usata con potenza di oltre 53 kW (72 CV). Una norma voluta dal Governo con decreto 138/2011 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 188 del 13 agosto) denominato “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”. Le nuove regole diverranno definitive con la legge di conversione da parte del Parlamento, attesa nei prossimi mesi. Una volta emanata la legge, probabilmente non servirà un secondo decreto del ministero dell’Economia (che mesi fa, quando c’era solo la “bozza” della normativa, pareva invece necessario).
CHE COSA CAMBIERÀ - In base alle attuali regole, chi acquista una macchina nuova versa un’Ipt di 150,9 euro (che le province possono aumentare fino a 196 euro); mentre sulla compravendita di un veicolo usato si paga 3,5 euro per kiloWatt di potenza. In futuro, l’Imposta provinciale di trascrizione sarà progressiva anche quando si acquisterà un’auto nuova: salirà in base alla potenza del veicolo. Per vetture fino a 53 kW, si pagheranno tra 151 e 196 euro (come oggi); oltre questa soglia, andrà moltiplicato ogni kW per un valore compreso tra 3,5 e 4,6 euro, secondo la provincia di residenza dell’acquirente. Per esempio, a Roma, un’auto da kW 77 pagherà 325 euro di Ipt contro gli attuali 181. Ma si potrà arrivare perfino a 1.000 e più euro.
REAZIONE DURA - La riorganizzazione dell’Imposta provinciale di trascrizione avrà un effetto depressivo sul mercato dell’auto: lo dice una nota congiunta delle associazioni dell’automotive, fra cui Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) e Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri). “La norma - si legge - renderà ancora più pesante e complicato il sistema fiscale che grava sul settore. In aggiunta all’aumento delle accise e dei costi dei carburanti, alla dimenticata promessa pre-elettorale sull’abolizione del bollo auto e all’aumento della tassazione sulla Rca (leggi qui la news), causerà ulteriori effetti negativi sulle vendite”. La regola, aggiungono le associazioni, “rischia di ridurre ancora le entrate sul fronte dell’Iva, già diminuite di quasi due miliardi di euro rispetto al 2008”. L’auspicio è “che nel passaggio parlamentare del decreto avvenga una riconsiderazione della norma sull’Ipt”.