CRITICHE - Neonato, ma fa già discutere. Parliamo del
certificato di
proprietà digitale delle auto, che ha visto la luce il 5 ottobre: vedi
qui. È l’Unasca (Unione autoscuole e studi di consulenza automobilistica) ad avanzare le prime critiche: “L’Aci ha annunciato l’introduzione del certificato digitale dichiarando che questo porterà il risparmio, oltre che di tonnellate di inchiostro, di circa 30 milioni di fogli, specificando anche il peso della carta in 115 g/mq. Tuttavia la realtà è che da 14 giorni a questa parte fare un passaggio di proprietà è diventato molto più complesso di prima”.
QUESTIONE CARTA - L’Unasca poi entra nel dettaglio: “È stato introdotto un pezzo di carta in più, la delega, che il proprietario del veicolo deve firmare per la stampa dello stesso certificato digitale, due documenti cartacei, su cui redigere l’atto di vendita che poi sarà autenticato dalle Agenzie abilitate o dal Pra o dalla Motorizzazione. Inoltre, i fogli complessivi da stampare per portare a termine il passaggio sono passati da uno, che era il certificato che non viene più consegnato, ad almeno cinque. Uno per la delega, due per il certificato digitale stampato come atto di compravendita, poi l’allegato A che contiene le informazioni aggiuntive all’atto di compravendita e infine la fotocopia del documento del delegante”. Ora non resta che attendere l’eventuale replica dell’Aci.