EPPURE … - A dispetto di un primo semestre 2014 tutt'altro che disprezzabile (
qui la news) o, forse, proprio per questo e per continuare con una struttura più snella e quindi meno costosa, la
Lotus taglierà qualcosa come il 25% della propria
forza lavoro. La drastica dieta è imposta dal nuovo amministratore delegato Jean-Marc Gales, ex presidente della PSA Peugeot Citroën.
VIA IL 25% - Gales è in carica dal maggio di quest'anno, nominato dagli azionisti malesi proprietari della Lotus: dopo un primo periodo impiegato a studiare la situazione, ha annunciato una ristrutturazione che prevede la rinuncia “fino a 325 posti di lavoro”. A oggi, la Lotus ha 1.215 dipendenti, poco più di 1.000 dislocati nel paese d'origine, l'Inghilterra. Secondo la Lotus, la ristrutturazione è “il risultato del bisogno di ridisegnare l'assetto organizzativo e di ridurre i costi”: il tutto in previsione di “ottenere gli obiettivi prefissati e costruire un futuro forte e sostenibile. Purtroppo, è probabile che ci sia bisogno di perdite di lavoro necessarie per assicurare che l'azienda abbia il giusto numero di persone con le giuste competenze”. In parole povere, si taglia. Pesantemente.
DAI TAGLI ALLA SUV - Stando alle parole di Gales, “Comprendiamo i timori che questa proposta può creare. Ci rammarichiamo profondamente per l'impatto potenziale che il ridimensionamento possa avere sui nostri dipendenti e sulle loro famiglie: abbiamo lavorato duramente per scongiurare questa ipotesi, ma ora crediamo sia essenziale. […] Una volta intrapresa questa ristrutturazione, la Lotus diverrà un'organizzazione più solida e competitiva, focalizzandosi sulle auto e sulla ricerca tecnologica. Le basi sono i risultati di vendita migliorati negli ultimi mesi”. Secondo indiscrezioni, l'azienda inglese controllata dalla malese Proton potrebbe sviluppare una berlina e una suv per ampliare la propria gamma di prodotto, ma soprattutto aumentare le vendite. Una strategia adottata in precedenza da una certa... Porsche.