COLLOQUI IN CORSO - L’amministratore delegato della FCA, Sergio Marchionne, ha espresso ottimismo circa il buon esito della vicenda relativa il motore a gasolio V6 3.0 TDI montato su due modelli venduti negli Stati Uniti che, secondo l'ente per la protezione ambientale (EPA) non sarebbe in regola. La vicenda è diventata pubblica dallo scorso 12 gennaio (qui la news), quando l’ente inviò alla FCA una notifica di violazione, informandola di aver rintracciato su 104.000 fra Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee (nella foto) un software non dichiarato per alterare le emissioni inquinanti, violando così quanto stabilito nel Clean Air Act. I modelli sotto indagine risalgono alle versioni 2014, 2015 e 2016.
MODIFICHE SOFTWARE - Come riporta il sito Detroit News, in occasione di una conference call con analisti e giornalisti economici, Marchionne ha parlato del caso definendo “un assoluto non-senso” paragonare il software della FCA sotto investigazione con quello della Volkswagen (alla base del famigerato Dieselgate). Si è detto fiducioso che gli intensi colloqui delle ultime settimane portino a una rapida certificazione dei modelli in questione in edizione 2017 e che si possa arrivare ad un accordo per quelli degli anni precedenti, nel quale alla FCA sia permesso di fare un semplice “reset” o un “re-flash” della centralina del motore.