APPUNTAMENTO A PARIGI - Dal palco di Rimini, tradizionale ritrovo del meeting di Comunione e Liberazione, Sergio Marchionne (guarda il video sotto) si sbilancia sulla data in cui il gruppo Fiat Chrysler sarà quotata a Wall Street: “Molto probabile il 13 ottobre”. Ma anche un commento sullo stato dell'Italia, misurato ma anche diretto: “Riponiamo massima fiducia nel Governo come negli ultimi tre ma risultati ne abbiamo visti molto pochi, compromessi tanti”.
BENE RENZI - Parole di promozione per Matteo Renzi, verso il quale l'Amministratore Delegato della FCA non ha mai nascosto le proprie simpatie: “Il presidente Renzi ha un ruolo arduo e ingrato ma appare determinato e coraggioso nel voler rimuovere le resistenze. Io l'ho incoraggiato a proseguire l'intento riformatore senza curarsi degli attacchi”. Eppure, “Finora chiunque ha guidato il Paese si è scontrato con un muro di gomma ed è stato costretto a svolgere quasi un ruolo amministrativo”: una frase che fa il paio con passaggi del tipo: “Non possiamo riporre speranze in un sistema che pare immobile” o “Temo che cambiamenti nelle stanze del potere non avverranno domani, questa resterà un'utopia”.
CI SIAMO GIOCATI TUTTO - Quello di Marchionne è stato un discorso simile a un manifesto programmatico: “Non è più possibile sprecare energie e risorse verso obiettivi che non siano di interesse comune. Perdere tempo è antieconomico, immorale”. E anche: “A chi si è iscritto alla scuola della rassegnazione dico che il futuro non dipende da nessun altro se non da noi”. Ricorrendo all'autoreferenzialità: “Decidendo la fusione con la Chrysler ci siamo giocati tutto e io in particolare la mia carriera. Abbiamo deciso di assumerci il rischio facendo scelte coraggiose; non chiuderemo nessuno stabilimento in Italia”.
SI PUNTA A NEW YORK - A margine, ma neanche tanto, il Marchionne-pensiero sulla Fiat Chrysler Automobiles: una volta quotata a New York, il Consiglio di Amministrazione valuterà un eventuale aumento di capita. Questi gli obiettivi finanziari: “In 5 anni, avere una azienda con ricavi superiori ai 130 miliardi di euro (oggi sono circa 87), un Ebit di circa 9 miliardi che è poco più di due volte e mezzo quello dell'anno scorso, e un utile netto di circa cinque miliardi, più di cinque volte quello dell'anno scorso”. E un “traguardo di 7 milioni di autovetture vendute all'anno”. Nessun dorma, allora.