IL TONFO - L’altro giorno ha fatto sensazione l’annuncio di Filippo Pavan Bernacchi, presidente della Federato (l’organizzazione dei concessionari), secondo cui il bilancio delle immatricolazioni di marzo sarà in calo del 32%. Ma non bastava. Oggi gli scenari sono stati dipinti ancora più a fosche tinte da Sergio Marchionne. Il numero uno di Fiat e Chrysler ha infatti parlato di una riduzione del 38-40%. Quanto alle cause di questo tracollo Marchionne ha detto che esse non sono da limitarsi alle conseguenze dello sciopero dei bisarchisti. Per Marchionne la gravità della situazione è più profonda.
POLITICA? NO GRAZIE - Marchionne parlava a una iniziativa torinese di Italia Futura, l’associazione creata da Luca Corsero di Montezemolo per promuovere il dibattito civile e politico. La presenza di Marchionne all’evento ha suscitato interesse anche su un suo eventuale coinvolgimento in politica. Marchionne ha risposto in maniera categorica: “no, no, no mai e poi mai”. Quanto alla sua partecipazione (non prevista) alla iniziativa torinese di Montezemolo, ha semplicemente detto che il presidente della Ferrari è un amico che ha voluto andare ad ascoltare. Aggiungendo anche che da parte sua ha “sempre sconsigliato” Montezemolo di entrare in politica.
QUESTIONE DI REGOLE - Pur affermando che la politica non è il suo mestiere, Marchionne non ha rinunciato a dire che cosa il governo deve fare: portare a compimento la riforma del lavoro. Ciò perché in Italia ci sono regole che non esistono in nessun altro Paese. A ciò va posto fine, e a farlo deve essere il governo Monti.
MERCATO 2012 – Tornando al mercato dell’auto, Marchionne ha anche detto che il dato terribile di marzo fa prevedere un bilancio 2012 ancora più pesante di quanto si stimava. Secondo Marchionne non si andrà oltre il milione e mezzo di nuove immatricolazioni, invece di 1 milione e 600 mila. Ciò significa il 40% meno di quanto si realizzò nel 2007.
NON TUTTI SONO D'ACCORDO - L’incursione a sorpresa dell’amministratore delegato della Fiat non ha risparmiato gli scenari europei, in cui ha ribadito esserci una forte sovracapacità produttiva. Anche questa argomentazione non è nuova da parte di Marchionne, che però questa volta ha voluto essere più esplicito nella polemica: “c’è solo un costruttore in Europa che non condivide questa analisi” facendo riferimento al gruppo Volkswagen, i cui vertici recentemente hanno dichiarato che il problema non è la sovracapacità produttiva ma la produttività.