NON ERANO TURISTI - E alla fine intervenne la Guardia di Finanza. È l’epilogo (prevedibile) della ormai nota vicenda dei contratti di leasing sottoscritti da cittadini italiani con società specializzate. Il comando di Bolzano della Guardia di Finanza è intervenuto con una operazione che ha portato alla denuncia del responsabile di una società che operava nel settore e al sequestro di 120 vetture, tutte di categoria superiore.
IVA EVASA E REDDITOMETRO “DRIBBLATO” - Secondo l’indagine, il presunto giro d’affari irregolare ammonterebbe a oltre 36 milioni di euro, con evasione di Iva pari a 6,7 milioni. Oltre all’Iva, con questo tipo di contratti non veniva versato il cosiddetto superbollo, e - cosa considerata molto attraente - l’auto non risulta nelle disponibilità di chi la usa, e quindi non è neanche un elemento da “redditometro” che può far scattare i controlli fiscali. Oltre a ciò, in caso di contravvenzione (cosa non difficile, visto che in buona parte si tratta di vetture di alte prefazioni, come Ferrari, BMW, Porsche, e via dicendo).
STRANIERI APPARENTI - L’indagine è partita principalmente in seguito alla semplice constatazione che in Alto Adige circolavano molte vetture con targa tedesca, ma guidate da residenti. Le indagini hanno permesso di risalire alla società tedesca di leasing, che sottoscriveva i contratti con i clienti italiani. In realtà ad operare in questo modo sono diverse società, basta navigare un po’ in Internet per verificare quanto e come la prassi del leasing internazionale sia promossa e reclamizzata come una formula conveniente, per gli aspetti economici e per la non “rintracciabilità” del contratto. In particolare è stata individuata una società che operava molto in Alto Adige. Il titolare è stato denunciato, per omessa dichiarazione, con conseguente sequestro delle vetture pseudo straniere.
RIVEDERE LE NORME - I più attenti avevano già notato questa strana coincidenza di una forte presenza di auto con targhe tedesche in Italia e AlVolante aveva denunciato il malcostume già il 26 luglio scorso (qui la news) . Ora non resta che vedere gli sviluppi della vicenda, non soltanto sotto l’aspetto giudiziario, ma anche normativo. Perché non c’è dubbio che l’inghippo, per l’ennesima volta nasceva (per ora si deve dire “nasce”) dalle carenze della legislazione vigente.