RAZIONALIZZARE LA GAMMA - Squadra che vince... rivede la formazione: ci si può rifare al calcio per commentare l'ultima indiscrezione che proviene dagli Stati Uniti, riguardante la
Mini. Auto di successo, sicuramente, ma anche declinata in sette modelli differenti, dalla piccola tre porte alla più grande Countryman, dalla cinque fino alla
Clubman che verrà (a breve è prevista la presentazione di questa inedita station wagon delle dimensioni di una Golf): secondo una dichiarazione di Peter Schwarzenbauer, responsabile della marca inglese, forse un po' troppi.
ACHTUNG AI MARGINI - “Come un supereroe - ha dichiarato durante un evento che si è tenuto a Monaco - ognuna di queste auto ha una propria personalità e peculiarità specifiche. Per la Mini è importante trovare il giusto equilibrio tra crescita da un lato e profittabilità dall'altra”. In altri termini, il rischio di una diversificazione spinta è quello di un margine di profitto risicato, fino allo spauracchio della concorrenza interna, uno degli aspetti più temuti dai costruttori.
DA SETTE A NOVE E POI A CINQUE - Di qui l'indiscrezione: Mini tre porte, Mini cinque porte, Countryman, la station wagon Clubman (nella foto sopra in forma di concept) e una versione elettrica. Stop. Di fatto, se così fosse, significherebbe fine della carriera per la Mini Cabrio, la Paceman, la Roadster e la Coupé. Sette modelli attualmente in produzione, altri due previsti: quota nove. Con il taglio di quattro, si arriva a una gamma articolata su cinque proposte, senza dimenticare che, visto che sono gli Stati Uniti il mercato di riferimento, la prossima Mini elettrica potrebbe non avere il tetto e richiamare la Superleggera Vision Concept vista al recente Salone di Los Angeles.
SOLO PER GLI USA? - Va sottolineato che l'ipotesi di Schwarzenbauer potrebbe riguardare solo gli USA e tradursi non tanto in una produzione cessata, quanto nello stop delle importazioni oltreoceano di alcuni modelli: le vendite Mini per il 2013 sono state di 305.000 esemplari, in ascesa costante e a dispetto del lancio del nuovo modello, che avrebbe dovuto penalizzare le vendite del vecchio. Cosa che si è verificata solo negli USA, dove i primi dieci mesi del 2014 hanno visto un calo del 20% (con poco meno di 45.000 veicoli venduti).