FULL IMMERSION - Dopo tre giorni di “lezioni” e giri di pista al Nürburgring eravamo esausti, ma non ci siamo mai divertiti tanto. L’invito che abbiamo ricevuto dalla
Opel era davvero allettante: una full immersion “nell’Inferno Verde” alla guida della
Opel Corsa OPC, seguiti dallo staff tecnico e di collaudo del reparto corse della casa tedesca per essere iniziati ai segreti del circuito dal team di istruttori della specializzatissima Scuderia S7. D’altra parte, come potevamo mancare noi di alVolante (che utilizziamo il Ring per i supertest delle vetture a elevate prestazioni) a un evento del genere, associato a un corso intensivo di guida sportiva e culminante in una vera e propria gara fra tester e giornalisti di tutta Europa?
TUTTI VOLEVANO QUELLA GIALLA - Il programma era serratissimo e… teutonico: appena arrivati al centro collaudi OPC (Opel Performance Center, il reparto corse che sforna tutte le sportive della casa tedesca), abbiamo seguito la conferenza stampa: di presentazione della edizione speciale della Corsa, alla presenza di Jörg Schrott, capo della Divisione Motorsport e OPC della casa tedesca, che ci ha illustrato i segreti dell’efficace differenziale autobloccante meccanico. Subito dopo Axel Seegers (manager del settore marketing e comunicazione) e Dorit Hein, ci hanno assegnato un casco e la Opel Corsa OPC per il primo giorno di prove: ce n’erano di rosse e di blu in abbondanza, ma una sola era di un vivace color giallo. Tutti hanno chiesto quella (la più fotogenica) per scoprire, però, che era già stata assegnata al rappresentante del settimanale tedesco AutoBild. Ma, senza volere anticipare troppo, come vedremo, non si è trattato di una scelta propriamente azzeccata… È doveroso dire che la presenza dei giornalisti tedeschi è stata quantomeno “ingombrante”: fra di loro c’è anche chi si è presentato con un completo staff di cameraman e fotografi, con tanto di regista e direttore luci…
SVEGLIA ALLE 6.30 - In serata è stato il momento delle lezioni di teoria di guida, tenute dal “professor” Martin Stucky della “Scuderia S7”: di gran lunga le migliori che abbiamo mai seguito, anche perché il rigore dell’esposizione era condito con frequenti e arguti esempi pratici assieme a divertenti battute “folcloristiche”. Il giorno dopo lo staff Opel è passato a prenderci alle 7.15, ci ha portati alla sede della OPC a prelevare le vetture con le quali siamo poi andati direttamente in pista. Dopo una serie di prove pratiche e di affiatamento con la Opel Corsa OPC, hanno avuto inizio le lezioni di guida direttamente sul tracciato, suddiviso in una decina di sezioni per permettere di memorizzare meglio i vari punti chiave. La pratica era solo apparentemente noiosa, ma assolutamente efficace: spesso scendevamo anche dall’auto per percorrere a piedi le curve più critiche e tormentate, in modo da comprenderne al meglio la morfologia. Solo nel tardo pomeriggio ci hanno lasciati liberi di “sfogarci” per un paio d’ore mettendo a frutto tutto quello che avevamo imparato. Manco a dirlo, anche nel terzo e ultimo giorno dell’evento ci hanno prelevato alle 7.15 del mattino, con un programma ancora più intenso: una sostanziosa serie di giri nella Nordschleife dietro a collaudatori e istruttori, e scambiandoci continuamente la posizione.
COL “COLTELLO FRA I DENTI” - Subito dopo pranzo, pista chiusa per vivere la summa di tutto l’evento: una gara senza esclusione di colpi fra tester e giornalisti, con regole decisamente “sottili”. Tutti pensavano a una semplice prova a tempo: tre giri secchi dove la discriminante sarebbe dovuta essere, come sempre accade, il miglior tempo sul giro. E invece no. I responsabili della Opel e della Scuderia S7 hanno pensato di premiare il passo: dunque non la miglior prestazione assoluta, ma quella più omogenea. La vittoria, insomma, sarebbe andata al pilota che avrebbe spuntato la minore differenza fra i due giri cronometrati dopo quello di lancio. Solo nel caso di un ex-aequo, la discriminante sarebbe stata il miglior tempo sul giro. Ovviamente era bandita la possibilità di utilizzare un cronometro o quello del telefonino, ma andare semplicemente “a occhio”… Tutto ciò obbligava ad adottare una diversa strategia (c’è anche stato chi - come il collega francese - scherzando ha ipotizzato di mantenere inserito il cruise control per tutta la prova…) rispetto a quella, più ovvia e banale, di spingere semplicemente al limite.
DIARIO DI BORDO - Tuttavia, per raggiungere l’obbiettivo, c’era un’altra pesante variabile da considerare: i sorpassi. Per questioni di sicurezza, infatti, la partenza è stata scaglionata e ciascun pilota veniva fatto partire dopo circa 5” rispetto a quello precedente. In questo modo erano evidentemente avvantaggiati i più “furbi” (soprattutto i tedeschi, forse anche perché ben consigliati…), che, senza perdere tempo, si sono posti all’inizio dello schieramento. Noi di alVolante siamo partiti in ultima fila (assieme al collega irlandese), per cui ci siamo dovuti sorbire una marea di sorpassi (una dozzina per giro…), alcuni dei quali - soprattutto quelli relativi ai colleghi tedeschi (che, per inciso, erano in quattro, mentre le altre nazioni erano rappresentate da una sola rivista ciascuna…) - ci hanno fatto perdere parecchi secondi. A ogni buon conto, per noi è stata una prova davvero divertente proprio “a causa” dei numerosi sorpassi che abbiamo dovuto effettuare… Nel primo giro eravamo già risaliti a metà schieramento, al secondo passaggio eravamo in testa al gruppo delle Opel Corsa OPC, e al terzo abbiamo addirittura raggiunto una Volkswagen Scirocco, una Porsche GT4 e una Ferrari 458 appartenenti al primo gruppo di piloti del Club della Scuderia S7, che gli organizzatori avevano fatto partire un minuto prima del gruppo delle Opel Corsa OPC, nella certezza che non ci sarebbero state “interazioni”. Il tutto, fra le ovazioni dei responsabili della Opel e degli istruttori della Scuderia S7.
UNA LEZIONE AI TEDESCHI - Alla resa dei conti abbiamo fatto nostro sia il minor divario fra i due giri cronometrati (appena 0,88 centesimi di secondo, con un sostanzioso gap di quasi 2” sul secondo classificato, il collega francese Meunier) sia il miglior tempo sul giro: con 9’17”2 abbiamo spuntato ben 9” in meno del secondo miglior tempo, quello del tedesco Weizenecker (che, per inciso, è stato il primo a partire e ha avuto pista libera davanti a sé per tutta la prova), classificato al terzo posto assoluto… Il più velleitario dei quattro tedeschi, Hornig di AutoBild, che ci ha fatto perdere una decina di secondi per sorpassarlo (proprio non voleva saperne di darci strada), lo abbiamo trovato “stampato” contro un guard-rail all’ultimo giro, con la sua fiammante Corsa gialla… Al termine, non sono mancati una sontuosa cerimonia di premiazione e la liturgia del podio, che ci ha fatto sentire come dei “piloti veri”.
DUE DOVEROSE PRECISAZIONI - La prova si è svolta sul circuito “lungo” di 20,8 chilometri, cioè percorrendo il rettilineo del Tiergarten al completo, con una variazione in prossimità del vecchio ingresso della Nordschleife (dove c’era la stazione di ricezione dei vari trasponder montati sulle vetture): in questo punto veniva rilevato il tempo sul giro, che è stato evidentemente penalizzato sia dalla strategia imposta per la gara (volta all’ottenimento del minor divario fra i due giri cronometrati), sia - e soprattutto - dai numerosi sorpassi da effettuare. Concludiamo precisando che abbiamo partecipato all’evento con una dolorosa “fratturina” al 5° metatarso del piede sinistro (che ci eravamo procurati in precedenza), non grave ma estremamente dolorosa, ma non ditelo a quelli della Opel Germania, coi quali avevamo ammesso - minimizzando, sennò non ci avrebbero mai lasciato correre - che ci eravamo presi una stupida “storta” scendendo dalla scaletta dell’aereo… Considerando la “maschia” e dura frizione della Opel Corsa OPC, potete immaginare quanto sia stata doloroso cambiare continuamente marcia fra le 73 curve della Nordschleife…
HA IL CIRCUITO TEDESCO NEL DNA - Come tutte le vetture del reparto sportivo della casa, anche la Opel Corsa OPC più brillante è stata sviluppata e lungamente collaudata proprio al Nürburgring. Dotata di generosi spoiler e minigonne, oltre che condita con due grossi terminali di scarico separati, questa versione speciale dispone di un 1.6 turbo a benzina dalle notevoli credenziali: potenza di 207 CV a 5800 giri, 245 Nm di coppia massima (che salgono a 280 Nm per pochi secondi, grazie all’overboost, quando si preme a fondo l’acceleratore) da 1900 a 5800 giri, 6”8 per passare da 0 a 100 km/h e una velocità di punta di 230 all’ora (dati dichiarati). Acquistando il “Pacchetto Performance” (2.500 euro), si ottengono anche i cerchi in lega leggera di 18” con pneumatici super-ribassati di generosa sezione (215/40), i dischi dei freni anteriori maggiorati (diametro di 330 mm, anziché di 308), e il differenziale autobloccante meccanico sull’asse anteriore: un “vero autobloccante” (cioè non “riprodotto” dall’elettronica) che ottimizza la trazione in sintonia col controllo elettronico della stabilità.
Nelle foto qui sopra, l'inviato di alVolante regge la coppa del pilota più veloce.
UNA PICCOLA COL “RING FACTOR” - Davvero grintosa, la piccola Opel Corsa OPC permette di essere sfruttata a fondo in piena sicurezza. Il merito va al suo ottimo bilanciamento, ma anche al magico differenziale meccanico autobloccante. Nei percorsi tortuosi questa “piccola bomba” è davvero equilibrata: agilissima e fulminea nelle variazioni di traiettoria, permette di uscire dalle curve come una fiondata, mantenendo sempre un ampio margine di sicurezza. Proprio quest’ultima, al di là delle prestazioni pure, è la prerogativa più lodevole di questa “utilitaria da corsa”: un prodotto concepito per i giovani appassionati, che oltre a un vero “animale da pista” si troveranno fra le mani anche un veicolo sicuro, sincero e ben gestibile persino da mani non troppo esperte. Al termine, l’unico problema riscontrato ha riguardato il peggioramento dell’efficienza dei freni, che sono diventati anche rumorosi. La Opel dichiara che quando sviluppa le sue vetture al Ring, una percorrenza di 10.000 chilometri equivale a 180.000 di collaudi su strade normali: non siamo d’accordo per la vettura in generale (per noi è più ragionevole un rapporto di 10 a 1), ma per lo stress relativo all’impianto frenante l’affermazione è sicuramente attendibile.
LA CLASSIFICA FINALE
| Pilota | Testata (nazione) | Tempo 1 | Tempo 2 | Differenza |
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1 | Braglia, Claudio | alVolante (Italia) | 9' 18" 110 | 9' 17" 230 | 0" 88 |
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2 | Meunier, Nicolas | Le Quotiedien Auto (Francia) | 9' 32" 690 | 9' 35" 280 | 2" 59 |
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3 | Weizenecker, Jan | Der Autotester de (Germania) | 9' 26" 160 | 9' 29" 430 | 3" 27 |
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4 | Jessner, Werner | Red Bulletin (Austria) | 9' 33" 660 | 9' 29" 970 | 3" 69 |
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5 | Stepan, Mirko | Bild / Bild DE / BamS (Germania) | 10' 30" 340 | 10' 24" 620 | 5" 72 |
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6 | Seegers, Axel | Opel (Germania) | 9' 58" 990 | 9' 52" 530 | 6" 46 |
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7 | O' Donoghue, Shane | Car Enthusiast (Regno Unito) | 9' 34" 700 | 9' 28"140 | 6" 56 |
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8 | Wendlandt, Marco | Grip (Germania) | 10' 03" 570 | 9' 54" 980 | 8" 59 |
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9 | Rossel, Gilles | Automobil Revue (Svizzera) | 9' 44" 180 | 9' 34" 170 | 10" 01 |
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10 | Gulunay, Hasan Yener | AutoBild TR (Turchia) | 9' 44" 570 | 9' 33" 610 | 10" 96 |
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/ | Hornig, Robin | AutoBild (Germania) | 9' 52" 720 | Ritirato | |