DUE ANNI - Dal 14 agosto del 2018, giorno in cui crollò il ponte Morandi di Genova, il nodo delle concessioni autostradali è al centro della discussione. E il vero tema che da due anni infuoca il dibattito è: Aspi (la concessionaria Autostrade per l’Italia) è in grado di assicurare per i prossimi anni la corretta manutenzione alle reti autostradali italiane che ha in gestione? Domanda assolutamente legittima considerando il degrado accertato di ponti, gallerie e viadotti, molti dei quali in Liguria.
SI VA VERSO LA REVOCA - Ora, a quanto pare, stiamo arrivando allo scontro finale perché il premier Conte ha lanciato una sorta di ultimatum ad Atlantia (società controllata dalla famiglia Benetton che appunto gestisce Aspi) ribadendo che il Governo non accetterà mai di sacrificare il bene pubblico a favore di interessi privati. Così, martedì 14 luglio il governo ha convocato il Consiglio dei ministri per la decisione sulla concessione. L’intenzione di Conte sarebbe di revocare la concessione ad Aspi, trasferendo tutto all’Anas e fare in modo che Atlantia ceda buona parte delle proprie azioni ad altri investitori pubblici o privati.
BATTAGLIA LEGALE - Insomma, le parti a oggi sembrano molto distanti: Atlantia non vorrebbe cedere alla richiesta dell’esecutivo: l’eventuale cessione di quote rilevanti, secondo il portavoce del gruppo di Treviso, nasconde la volontà di estromettere nel tempo Aspi dal controllo delle reti autostradali. In ogni caso Atlantia ha messo sul piatto un’offerta da 3,4 miliardi di euro per il rilancio dei piani di manutenzione e per il taglio delle tariffe autostradali. Queste offerte non piacciono al presidente del consiglio Conte, che le considera insoddisfacenti per un piano di rilancio concreto. Se si dovesse arrivare alla revoca è praticamente certa un’aspra battaglia legale che, se persa, potrebbe costare allo Stato diverse miliardi di euro in penali, per un contratto di concessione che attualmente è valido fino al 2038.
RUMORS - Rumors dell’ultima ora indicherebbero che a Treviso siano disposti a un’ulteriore limatura della quota di Atlantia disponibile a scendere fino al 37% di Aspi tramite cessione di quote. E gli eventuali nuovi soci potrebbero acquisire la maggioranza della concessionaria. D’altra parte sempre secondo alcune voci ufficiose l’esecutivo sembra orientato a pretendere l’uscita del capitale di Atlantia da Aspi.
LE COSE CAMBIERANNO - Insomma la situazione per il rinnovo delle concessione ad Aspi è tutta in salita e, al netto delle mille dichiarazioni politiche che hanno scandito spesso in modo confuso questo rinnovo contrattuale, la situazione è ormai prossima al capolinea. Per Aspi che dal 2003 è passata sotto il controllo dei Benetton, sono ore cruciali. Ed è opinione diffusa che nel corso della inaugurazione del nuovo ponte di Genova a due anni esatti dal crollo del viadotto sul Polcevera, l’assetto societario del gruppo che dovrà gestire i 3.000 km delle reti autostradali italiane sarà profondamente diversa dall’attuale.
L’INCUBO DELLA MANUTENZIONE - Nel frattempo, mentre le parti dialogano e litigano per trovare una soluzione, chi ne fa le spese sono gli automobilisti costretti spesso a interminabili colonne (anche nei weekend) a causa dei tantissimi cantieri aperti sulla rete autostradale. La situazione è molto critica in particolare in Liguria, dove sono i corso lavori di consolidamento su centinaia di gallerie per verifiche e manutenzione ci sono lavori quasi dappertutto. Una situazione che potrebbe risolversi se verrà rispettata la scadenza del 15 luglio prevista dal Governo, che ha chiesto l'intervento, per la conclusione dei lavori.