LINEE GUIDA - Per molte case costruttrici le automobili del passato rappresentano una fonte di ispirazione sempre viva, a cui rifarsi in termini di stile, filosofia progettuale o per ottenere maggior appeal nei confronti degli automobilisti. Gli esempi sono molteplici, a partire dalla Mini, e non accennano a diminuire: risale soltanto a pochi mesi l’arrivo sul mercato della Fiat 124 Spider, modello che si rifà a quello in vendita fra il 1966 e il 1985. Una politica di questo genere è tenuta in grande considerazione nel gruppo PSA con i suoi marchi Peugeot e Citroën, che ha realizzato nei decenni scorsi alcune vetture di grande successo e inventiva, tutt’ora molto popolari, capaci di alzare i riferimenti del pubblico in termini di funzionalità, comfort e piacere di guida. L’azienda francese ha organizzato per questo motivo l'evento PSA&Fiends, giunto alla seconda edizione, per mostrare quanto e come le automobili del 2016 traggano ispirazione da quelle lanciate 30, 50 o anche 70 anni prima.
HANNO FATTO LA STORIA - Peugeot e Citroën hanno radunato per questo motivo una serie di modelli “vintage”, alcuni in suo possesso e altri prestati da collezionisti, diventati celebri per una qualità ben precisa: le utilitarie Citroën 2CV e Dyane sapevano coniugare robustezza e praticità; la berlina DS è ancora oggi un emblema per stile, raffinatezza e comfort di marcia; le berlinette Peugeot 104, 205 GTi e 106 Rallye hanno fatto divertire migliaia di giovani, fornendo un’ottima base per allestire vetture da rally. L’azienda francese, secondo la logica dell’evento, voleva mettere in luce i punti di unione fra i modelli appena citati e quelli oggi in vendita, che a suo avviso potrebbero essere considerati eredi: nel caso della Citroën era presente con la nuova C3, anticonformista come le 2CV e Dyane; la DS5 ambisce invece al lusso e all’esclusività della DS, mentre la Peugeot 208 GTi non tradisce i capisaldi delle 104, 205 GTi e 106 Rallye. Nel nostro caso abbiamo iniziato la prova al volante di una DS 21, conservata in maniera impeccabile, che rimane un modello fra i più simbolici del secolo scorso: guidarla, infatti, è stata un’esperienza entusiasmante.
SULLA DS SI VIAGGIA IN PRIMA CLASSE - La berlina sa offrire un comfort imperiale, complici i sedili morbidissimi e le notevoli sospensioni idrauliche, che smorzano in maniera impeccabile anche le asperità più fastidiose: l’attraversamento di un passaggio a livello, per esempio, non ha trasferito nell’abitacolo il minimo scossone. La Citroën DS (foto qui sopra) adotta poi una serie di tecnologie inusuali per l’epoca in cui fu sviluppata (erano i primi anni ’60): il comando del freno ad esempio non è un vero pedale, come quelli dell’acceleratore e della frizione, ma assomiglia ad una sorta di fungo. Esercitare la giusta pressione richiede una certa dimestichezza, ma in compenso l’impianto sa modulare la forza frenante a seconda del peso sugli assi, così da evitare il bloccaggio delle ruote. Le uniche difficoltà si hanno nel maneggiare il cambio, montato sul piantone dello sterzo, posizione che costringe ad un minimo di abitudine per evitare grattate o passaggi a vuoto.
LA DYANE SENTE IL PESO DEGLI ANNI - Dopo la DS è stato il turno della utilitaria Citroën Dyane (foto qui sopra), in vendita dal 1967 al 1984, che rappresentava un’evoluzione della mitica 2CV (lanciata nel 1948). Il passaggio dalla DS all’utilitaria non è immediato: la Dyane è spartana, rumorosa e richiede un certo impegno alla guida, perché l’assetto è molto cedevole e lo sterzo va girato con decisione, ma ripaga queste attenzioni con una ineguagliabile sensazione di agilità. Il cambio rimane sempre piuttosto complicato da maneggiare, perché il selettore non scorre all’interno di una ghiera e si trova sotto il cruscotto, quindi per inserire la quarta bisogna spingere in avanti il braccio. Finito l’apprendistato, però, le marce entrano senza difficoltà e la Dyane si lascia guidare senza problemi, che se a velocità molto ridotta: oltre i 70 km/h non c‘è proprio verso di farla andare… Del resto adotta pur sempre un motore a due cilindri da 425 cc, per una potenza di 21 CV.
LA 106 RALLYE FA DIVERTIRE - Il segreto della Dyane sta nella sua invidiabile leggerezza (pesa meno di 600 chili). La stessa filosofia si ritrova sulla Peugeot 106 Rallye (foto qui sopra), sul mercato dal 1993, ma in questo caso il peso ridotto è un accorgimento per conferire all’auto manovrabilità e piacere di guida: la berlinetta si affida ad un 1.3 benzina da 98 CV, ma pesa soltanto 825 chili e risponde ai comandi dell’acceleratore senza esitazioni, regalando emozioni impareggiabili non appena si affronta un bel tratto collinare. Il 1.3 per di più ha un allungo molto sostenuto, quindi bastano soltanto alcune curve per sentirsi un pilota di rally: il motore ama essere maltrattato e non risente dei cambi marcia più aggressivi. L’assetto è molto reattivo, complice anche il passo corto dell’auto, pertanto la 106 Rallye si dimostra svelta ai comandi dello sterzo ma impegnativa quando si innesca un rapido trasferimento di carico. Il cambio ha sempre risposto senza indecisioni, mentre lo sterzo si è dimostrato preciso ma non troppo progressivo.