NEL CUORE - Un pezzo alla volta si sta delineando il quadro della nuova vicenda-scandalo in materia di emissioni che in questo caso coinvolge motori
diesel della
Renault. Anzitutto è da dire che quanto anticipato da fonti sindacali a proposito di perquisizioni in sedi Renault (
qui la news) è stato confermato dalla stessa casa francese. A essere perquisiti sono stati diversi siti tra cui il Centre Technique Renault di Lardy e il Technocentre di Guyancourt (
nella foto), che sono due delle strutture più rilevanti della casa francese in materia appunto di progettazione ricerca e sviluppo.
INDAGINI ANIFRODE - Sempre la Renault ha precisato che le operazioni sono state condotte dalla DGCCRF (Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes) cioè il servizio statale francese che si occupa della lotta alle frodi e che dipende dal ministero dell’Economia e dello Sviluppo durevole. Contemporaneamente la Renault ha precisato che la direzione generale dell’energia e del clima del ministero dell’Ecologia, dello sviluppo durevole e dell’Energia ha confermato che non è emersa nessuna anomalia dalle verifiche fatte dalla apposita commissione tecnica indipendente insediata dopo l’inizio dello scandalo Volkswagen per verificare l’esistenza o meno nei motori Renault di software analoghi a quelli irregolari riscontrati nei propulsori turbodiesel EA189 del costruttore tedesco. Da notare che sinora la commissione ha verificato 11 veicoli, di cui 4 della Renault.
ANCHE NISSAN E MERCEDES? - Non ci sono invece dichiarazioni ufficiali che indichino quali siano i motori al centro dell’attenzione degli investigatori della DGCCRF, ma la stampa francese (sulla base delle fondi sindacali all’origine delle notizie) ha citato il 4 cilindri 1.6 turbodiesel, propulsore che viene allestito con due livelli di potenza, 130 e 160 CV. Se così fosse, nella vicenda potrebbero essere coinvolte nella vicenda anche la Nissan e la Mercedes, a cui il propulsore è fornito dalla Renault per per la Nissan Qashqai e la Mercedes Classe C. Sempre secondo i sindacati, le perquisizioi hanno interessato in particolare i settori che si occupano dell’omologazione dei motori.
CROLLO IN BORSA - Le indiscrezioni prima e la conferma poi hanno innescato una forte ondata di vendite di azioni Renault alla Borsa di Parigi. Nella mattinata di giovedì 14 gennaio il titolo Renault alla Borsa di Parigi aveva perso oltre il 20%, poi c’è stato un buon recupero ma a inizio pomeriggio la perdita era comunque del 9,2%. Il calo borsistico comunque non dipenderebbe solo dalle notizie relative alle indagini dell’Antifrode, ma anche dall’andamento negativo del mercato russo (in calo del 46%) dove il gruppo Renault è fortemente implicato.