UNA LEGGENDA A STELLE E STRISCE - Quello della Firestone è uno dei nomi che hanno fatto la storia del pneumatico automobilistico. E anche la leggenda, perché nel 1911, quando è stata corsa la prima 500 Miglia di Indianapolis, la Firestone era già sulla scena della più grande gara in circuito, e si dà anche il caso che equipaggiasse la vettura del vincitore, Ray Harroun. Come ha continuato a fare fino al 1973, quando arrivò la decisione di abbandonare la scena sportiva, dopo aver dominato anche in Formula 1.
RITORNO A INDIANAPOLIS - La Firestone Tyre & Rubber Company, fondata nel 1900 da Harvey Firestone ad Akron, nell’Ohio, ha conosciuto una costante espansione fino all’acquisizione, alla fine degli anni 80 del secolo scorso, da parte della nipponica Bridgestone, cui è seguito un periodo di riorganizzazione durante il quale lo storico marchio americano ha limitato la sua presenza sui mercati di esportazione, incluso quello europeo. Il progressivo rilancio ha avuto inizio con il ritorno alla Indy 500, nel 1993: oggi, la 500 Miglia del Memorial Day è tutta Firestone. Il ritorno sulla scena europea è partito invece nel 2014, con il lancio del peumatico per suv e fuoristrada Destination HP.
UN NUOVO SETTORE DI MERCATO - Come suo terreno di riconquista, la Firestone ha scelto il mercato del ricambio, sul quale è presente con un’ampia gamma di prodotti adatti a tutte le esigenze e a tutte le stagioni, proposti con un competitivo rapporto prezzo/qualità. L’ultimo a entrare in gamma è il Roadhawk (nelle foto), radiale estivo destinato all’impiego su vetture di tipo medio, quelle che spesso definiamo “auto per famiglia”, e che in effetti sono l’asse portante del mercato automobilistico mondiale. Questo tipo di utenza è molto attenta a fattori come prezzo, durata, sicurezza e comfort: caratteristiche non facili da mettere assieme in un solo prodotto di larga accessibilità. Il Firestone Roadhawk raccoglie l’eredità del precedente TZ300, rispetto al quale, oltre a un netto progresso in termini di prestazioni, vanta una gamma di misure molto più estesa, da 15 a 19 pollici.
TEST A TUTTO CAMPO - Abbiamo avuto modo di testare il nuovo Firestone Roadhawk su un percorso collinare alle spalle di Barcellona e quindi in una serie di prove specifiche su tracciati dedicati. Nella prova su strada, con una Ford Mondeo 2.0 TDCI, la gomma ha mostrato di saper assicurare un collegamento lineare e molto nitido fra vettura e guidatore, esaltando la sensibilità dello sterzo e anche la sua neutralità. Nonostante si tratti di un pneumatico “turismo”, quindi a spalla alta per garantire un maggiore comfort, anche guidando sportivamente su un misto incalzante il Roadhawk non ha mai manifestato “gelatinosità” o derive generate da eventuali flessioni laterali in curva, ma ha sempre mantenuto grande precisione di risposta allo sterzo. In più, ha rivelato una apprezzabile silenziosità di rotolamento sui fondi affrontati. Le prove specializzate sono state condotte con pneumatici che avevano già percorso 20.000 km, al fine di sottolineare la costanza di rendimento e di affidabilità che il Roadhawk può assicurare, mettendolo anche a confronto con uno dei concorrenti principali (ovviamente in identiche condizioni di usura). Nel primo test (frenata di emergenza da una velocità attorno ai 110 kmh), il Roadhawk ha fatto registrare un valore di decelerazione pari a 1,4 contro 0,99 g, una differenza che si è tradotta in oltre 2 metri percorsi in meno, e con perfetta stabilità della vettura. Per la tenuta all’accelerazione laterale su bagnato, un classico è il test su anello allagato. Anche qui il Roadhawk ha mantenuto il suo grip fino ad oltre 40 kmh costanti, contro i meno di 38 del pneumatico rivale. Molto rilevante il minor angolo di volante che il Firestone Roadhawk ha richiesto per mantenere la corretta traiettoria, ed eccellente il feeling di quanto stava accadendo alle ruote anteriori (in questo caso, della VW Golf di prova). Ancora con una VW Golf abbiamo affrontato un terzo test, il controllo dell’aquaplaning. La velocità qui doveva essere di 90 kmh, ma in effetti l’abbiamo effettuata a circa 98 kmh. La differenza fra il Roadhawk e il concorrente è risultata notevole: mentre il nuovo Firestone ha perso solo per una frazione di secondo il contatto con l’asfalto e non ha mai deviato dalla traiettoria impostata, con l’altro pneumatico ci siamo ritrovati a dover gestire un sottosterzo marcato, che abbiamo recuperato solo al bordo dell’asfalto.