ANATEMA SVEDESE - Quando le sorti della Saab sembrano aver toccato il fondo e all'orizzonte pare profilarsi il sereno, arriva sempre una nuova “mazzata”. L'anno scorso, dopo la bancarotta del marchio svedese, è arrivato il salvataggio della National Electric Vehicle Sweden (NEVS), azienda a capitale cinese, che ha comprato la casa svedese e, successivamente, ha riattivato una piccola produzione di vetture.
MANCANO I FONDI - Dopo questa flebile speranza si sono diffuse nuove e preoccupanti notizie. Secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, la produzione di auto è di nuovo sospesa per mancanza di denaro nelle casse dell'azienda. Una carenza di fondi dovuta al mancato finanziamento promesso da Qingbo Investment, socia della NEVS per il 22% del capitale. Così nell'impianto di Trollhattan regna ancora il silenzio: le catene dove uscivano sei auto al giorno tornano a fermarsi.
BLOCCATE 200 SAAB ELETTRICHE - Uno dei passaggi fondamentali del salvataggio Saab era la realizzazione di 200 vetture elettriche sulla piattaforma della 9-3, un'auto progettata più di 10 anni fa e trasformata in pura elettrica senza tecnologie d'avanguardia. Le auto dovevano essere vendute alla città di Qingdao sfruttando i pesanti gli incentivi statali, proprio attraverso la Qingbo Investment, ma l'ordine non è stato perfezionato. E cercare nuovi sbocchi commerciali per queste vetture obsolete non è facile, perché il mercato offre modelli più freschi proposti da Nissan, BMW, VW e Ford.
SI CERCANO NUOVI PARTNER - National Electric Vehicle Sweden ora sembra intenzionata a trovare nuovi partner sia per sviluppare nuove auto su piattaforme condivise sia per cercare di vendere una quota dell'azienda per portare capitale fresco in cassa. Pare che alcune trattative siano in corso e a giugno potrebbe essere più facile capire che ne sarà di ciò che resta della Saab, un'azienda con una storia importante che non deve certo chiudere così.