ANCHE GUARINIELLO - Si allargano a macchia d’olio le ripercussioni sul caso delle centraline dei motori che non rispettano le emissioni inquinanti nelle condizioni di normale uso (
qui per saperne di più) che ha portato a un vero e proprio terremoto nel Gruppo Volkswagen. Per l’Italia, sono al momento due i fronti aperti. Il primo è l’ipotesi di reato di frode in commercio e
disastro ambientale che ha portato il pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello ad aprire un fascicolo contro ignoti: non solo danno biologico, quindi, ma va contemplato l’eventuale risvolto penale disposto dall’articolo 515 c.p. che può portare a una pena pecuniaria e alla reclusione fino a due anni. Verosimilmente, il magistrato sentirà i vertici italiani del Gruppo tedesco.
MILLE A CAMPIONE - Non tarda neppure la reazione delle istituzioni: il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha affidato a Twitter l’intenzione di “controlli a campione in Italia su 1.000 auto di tutti i marchi”. Concetto in seguito ribadito in prima serata nel corso della trasmissione Porta a Porta: “In attesa che ci vengano comunicati i dati reali sulle auto coinvolte, faremo dei controlli a campione su almeno mille macchine diesel di tutti i marchi. Il costo previsto è di otto milioni di euro.
CHI PAGA? - Stando a quanto detto da Delrio, è ipotizzabile che a casa nostra circolino “attorno al milione” di auto a gasolio con emissioni non conformi: considerato che il costo per controllarne una ammonta a circa 8.000 euro, di qui l’idea dei controlli a campione. Nello specifico, in attesa degli inevitabili risvolti giudiziari, si tratta di un costo sociale di cui si dovrà fare carico lo Stato - e quindi, nell’ambito della fiscalità generale, il contribuente.