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Taxi: contro Uber, sciopero il 23 marzo

15 marzo 2017

Il 23 marzo 2017 protesteranno contro il governo, “reo” di non avere preso una posizione più decisa su Uber. 

Taxi: contro Uber, sciopero il 23 marzo

VOLANTI… INCROCIATI - Sciopero dei tassisti in vista: il 23 marzo 2017 le auto bianche si fermeranno, in tutto il Paese, dalle 8 alle 22. La protesta è stata proclamata dal “parlamentino” della categoria, dopo una riunione caldissima, a Roma, durata quasi quattro ore. Uno sciopero contro il governo: che, dicono quasi tutti i sindacati, “non è stato in grado di fornire alcun tipo di risposta a semplici domande, nascondendosi dietro la sovranità del Parlamento”. Così la pensano Fit Cisl taxi, Uil Trasporti taxi, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Usb taxi, che hanno indetto lo sciopero assieme a Uti, Unica Cgil e Unimpresa. Non hanno invece firmato il documento Uri, Uritaxi, Cassartigiani e Confartigianato, mentre alcune sigle si sono riservate di aderire in seguito. Stando ai promotori della protesta, verranno comunque assicurati il rispetto delle fasce di garanzia e i servizi sociali, come il trasporto di anziani, di portatori di handicap e di malati. 

PER STRADA O IN RIMESSA? - Il problema ha un nome preciso: Uber, l’app californiana che mette a disposizione degli utenti un servizio di taxi alternativo. Che, oggi, si traduce sostanzialmente in un servizio di noleggio con conducente (Ncc) basato su una rete di vetture e di autisti che, tra una corsa e l’altra, sostano in strada; i tassisti sostengono invece che le auto di Uber dovrebbero stazionare solo all'interno delle rispettive rimesse (il che basterebbe a metterle fuori gioco, almeno come concorrenti del taxi tradizionale). E chiedono ancora al governo, dopo le promesse fatte dall’esecutivo ai tassisti il 21 febbraio 2017 (vedi qui) una legge chiara, che spazzi via ogni dubbio una volta per tutte. 

UBER: “PARLIAMONE…” - La decisione arriva poche ore dopo la lettera inviata da Uber a tutte le sigle sindacali dei taxi per proporre “un incontro a porte chiuse” lunedì 20 marzo 2017: idea rifiutata dai tassisti. “Credo sia giusto tentare la via del dialogo aprendo una porta a un confronto civile e onesto”, aveva scritto ai tassisti il general manager di Uber Italia, Carlo Tursi. “Troppo tempo è stato speso su un confronto che non guarda al futuro ma solo al passato, penalizzando così anche i consumatori. Noi vogliamo guardare al futuro e vorremmo farlo anche con voi”. Duro Federico Rolando, portavoce nazionale di Federtaxi: “Solo un imberbe cadrebbe ancora in questi giochetti comunicativi”.

CHE NE DICE L’ANTITRUST? - Come già in passato (vedi qui), l’Antitrust dice la sua sulla questione: “Il settore dalla mobilità non di linea (taxi e Ncc) è regolato da una legge vecchia di 25 anni e richiede una riforma complessiva”. In quest’ottica, il Garante ha inviato a parlamento e governo una segnalazione per sottolineare la necessità di mettere la normativa “al passo con l’evoluzione del mercato”. Secondo l’Authority, occorrerebbe garantire una maggior flessibilità operativa ai titolari di licenza taxi, e al tempo stesso eliminare le disposizioni che limitano l’attività degli operatori Ncc. 



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Ritratto di stefbule
15 marzo 2017 - 19:19
12
Sarà uno sciopero a singhiozzo visto che non tutti aderiranno, quindi ininfluente.
Ritratto di IloveDR
16 marzo 2017 - 10:03
3
e chi non salta è un Uberino, un Uberino, un Uberino,...
Ritratto di Rubylux
16 marzo 2017 - 14:08
ma basta!! è giusto che uber sia attivo anche in italia...dove domina la casta dei tassisti! dichiarano 10000€ all anno nn pagano tasse nn fanno fattura e prendono il triplo di uber per portarti da una parte ad un'altra della citta. è uno scandalo! come è uno scandalo che appena entri nel taxi ci sono gia 7/8 € sul tassametro......vogliamo uber!!!!
Ritratto di Alfiere
16 marzo 2017 - 16:07
2
Penso che sia il caso di chiarire la faccenda e far uscire degli aspetti notevoli che non vengono mai considerati, ed anche le testate come AlVolante dovrebbero essere piu attente al problema, e parlarne spesso. Se da una parte è vero che i tassisti fanno quello che fanno, dall'altra è vero che sono sottoposti ad una serie di costi che i "driver" non hanno, è sono tutto tranne che ininfluenti. Oltretutto, i nuovi lavori come Uber stanno portando alla ribalta forme di lavoro che avevamo abbandonato con i sindacati: il lavoro a cottimo. Pensateci: i driver lavorano fondamentalmente a chiamata, non versano contributi e non hanno ferie\malattie. Il nostro voler pagare meno vale davvero la sofferenza di queste persone?
Ritratto di stefbule
16 marzo 2017 - 17:30
12
Proprio vero, con la scusa che il portafoglio si sgonfia sempre di più, è in aumento la gente del tipo "vorrei ma non posso" e allora tutti ladri (tranne ovviamente loro che non possono). Non capiscono che mentre il taxi ha una tariffa fissata per legge, personaggi come uber e simili fanno le tariffe a seconda della loro convenienza. Poco lavoro chiedono poco, tanto lavoro triplicano i prezzi. Con lo sciopero dei taxi, una corsa da malpensa-milano (che con il taxi è a prezzo fisso a 95 euro) uber la proponeva a 400 e rotti, questo tanto per far capire l'andazzo. Senza contare lo sfruttamento che fanno nei confronti dei lavoratori, che pagano una miseria.
Ritratto di Alfiere
16 marzo 2017 - 17:34
2
Davvero 95 euro milano malpensa? Che roba
Ritratto di stefbule
16 marzo 2017 - 17:49
12
e si, al taxi, quando esce dal proprio comune bisogna pagare la strada del ritorno che fa a vuoto, perchè ovviamente non può fermarsi a lavorare in un'altro paese, quindi per malpensa che dista all'incirca una 40ina di km da milano la tariffa raddoppia.