NUOVE PROSPETTIVE - Dal 2011, data fissata da Sergio Marchionne per la fine della produzione di auto, lo stabilimento siciliano di Termini Imerese (foto in alto) potrebbe finire in mani cinesi. Secondo alcune agenzie di stampa, il gruppo torinese sarebbe in colloquio con la cinese Chery per la cessione delle attività presso lo stabilimento siciliano.
Una soluzione che, da una parte, trova l'opposizione dei sindacati della FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) che aspettano il 22 dicembre per incontrare i vertici della Fiat per confrontarsi sul futuro di Termini Imerese. Ma, dall'altra, non viene scartata a priori dal ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola. Come più volte annunciato, l'obiettivo del ministro è mantenere in piedi lo stabilimento siciliano aumentando la produzione di auto in Italia, decisamente sotto la media rispetto agli altri Paesi europei come Germania e Spagna (leggi qui la news).
INVASIONE CINESE - Dal canto suo, la Chery, avrebbe tutto l'interesse ad insediarsi nello stabilimento di Termini Imerese. Se è vero che per un costruttore come la Fiat la Sicilia si trova in posizione poco strategica rispetto all'Europa, per la Casa cinese vale esattamente l'opposto.
La Chery dal 2007 ha stipulato un accordo con la italiana DR che assembla e vende alcuni suoi modelli come la Suv DR5 (leggi qui la prova) e la futura citycar DR1 (leggi qui la news). E la posizione centrale nel Mar Mediterraneo garantirebbe una facile diffusione delle sue auto verso il nord Africa, la Grecia e i Paesi dell'Europa dell'Est, mercati strategici per un Costruttore di auto low-cost.
Per ora la Chery si limita a smentire le indiscrezioni trapelate. Ma, se è vero quanto riporta Beijing News, un giornale cinese, che il Costruttore sarebbe intenzionato ad investire nella costruzione di una fabbrica in Turchia, l'interesse verso Termini Imerese potrebbe essere molto concreto.