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Una rete di ricarica nei Grandi Giardini Italiani

24 novembre 2017

In 130 dimore storiche italiane saranno istallate delle colonnine per il “rifornimento” dei veicoli elettrici per favorire il turismo “verde”.

Una rete di ricarica nei Grandi Giardini Italiani

DIMORE ELETTRICHE - Incentivare il turismo “verde” favorendo la visita nelle dimore storiche del Bel Paese con veicoli elettrici. È il principale intento dell’accordo siglato tra Alpiq, gruppo di aziende del settore energetico, e Grandi Giardini Italiani, società che gestisce 130 parchi storici tra i più visitati d’Italia come il Giardino di Boboli a Firenze, i Giardini del Vaticano o il Parco della Villa Reale di Monza. L’intesa prevede l’installazione di punti di ricarica per auto, moto e bici elettriche all’ingresso delle dimore accessibili a tutti i possessori di veicoli a batterie a prescindere dall’operatore energetico con il quale hanno il contratto per il “rifornimento” dei mezzi. 

LA PRIMA SARÀ ALL’OASI ZEGNA - Il progetto appena avviato avrà necessariamente tempi di realizzazione lunghi. La prima fase prevede il sopralluogo nelle dimore e la messa a punto di progetti specifici che, una volta accettati, daranno il via ai lavori di installazione delle colonnine. Ad inaugurare la nuova rete dovrebbe essere l’Oasi Zegna di Trivero (Biella) che ha già avviato un articolato progetto di mobilità elettrica, mentre nel 2018 l’intento dei promotori è di aprire stazioni di ricarica in almeno il 35% delle 130 dimore gestite da Grandi Giardini Italiani, ossia in 45 strutture. 

UN’APP PER LA RICARICA - Per abilitare il rifornimento dovrebbe essere sufficiente scaricare l’app “easy4you” di Alpiq da App Store o Google Play. Un’applicazione che consente di visualizzare la mappa delle colonnine, verificare in tempo reale se sono libere od occupate, abilitare la ricarica ed effettuare il pagamento direttamente dallo smartphone. L’app dovrebbe abilitare non soltanto gli utenti Alpiq, ma tutti coloro che hanno contratti con gestori con il quale la società a stretto accordi di interoperabilità consentendo il “roaming” come avviene tra gli operatori della telefonia. Un’utenza ampia considerato che Alpiq dichiara di avere sottoscritto intese con più di 280 “e-mobility provider” in Europa che gestiscono una rete internazionale di 55.000 colonnine. Nell’app, inoltre, dovrebbero essere integrati nel tempo altri servizi supplementari come, ad esempio, la possibilità di acquistare i ticket per l’ingresso nei giardini direttamente on line. 

TARIFFE DA DEFINIRE - Rimangono ancora incertezze sulle tariffe per la ricarica, soprattutto perché Alpiq vorrebbe lasciare libere le strutture di decidere gli importi da riservare ai propri visitatori. Se il rifornimento delle bici a pedalata assistita gratuito è quasi scontato, per le moto e le auto a batterie si potrebbero creare prezzi agevolati o altre forme di promozione come abbinare il ticket di ingresso al Giardino con la ricarica gratuita. Inoltre, il costo potrebbe dipendere pure dall’operatore energetico con il quale si è sottoscritto il contratto. 

SI AL RISPARMIO ENERGETICO - Merita di essere sottolineato un altro obiettivo dell’accordo tra Grandi Giardini Italiani e Alpiq, quello di rendere più efficienti dal punto di vista energetico le dimore storiche. Alpiq, infatti, è incaricata di valutare i possibili interventi per ridurre i consumi per riscaldamento ed elettricità delle diverse sedi, ed eventualmente, di realizzarli attraverso l’impiego di diverse tecnologie, come l’adozione di soluzioni per evitare dispersioni termiche (isolanti, intonaci, vetri, ecc.) e di quelle per il risparmio di gas ed elettrico (lampade led, caldaia a biomassa, ecc.). Il tutto nel rispetto dei vicoli imposti per gli edifici storici.



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Ritratto di lucios
25 novembre 2017 - 08:14
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Ma perché non fare accordi con i grandi centri commerciali?
Ritratto di giorgionash
26 novembre 2017 - 18:23
l'elettrico è solo una futile moda che passerà..... per me ha più senso l'ibrido... il metano/biometano... il gpl... non l'elettrico che inquina più del diesel.... anzi inquina 2 volte: uno nel momento nella ricarica richiedendo energia dalla centrale e uno nello scaricare nei depositi batterie esauste.... ha senso l'elettrico???? non parliamo dell'autonomia dopo ore di ricarica.....
Ritratto di lucios
27 novembre 2017 - 09:06
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Infatti, il discorso non lo dobbiamo fare ora ma tra una 10ina di anni, quando, nel frattempo, cominceranno ad esaurirsi le batterie della prima tornata di auto elettriche vendute e invecchiate.Sorgerà il problema di sostituirle, quindi: che se ne farà? I materiali all'interno potranno essere riciclati? Sarà conveniente farlo? O, scenario da brividi, assisteremo alla creazione di mega discariche, casomai coinvolgendo anche la malavita? Io credo che, come tutte le cose, negli ultimi anni si sta ragionando troppo con la pancia e poco col cervello. Si sta demonizzando il diesel a più non posso: quando si sa che le versioni Euro6 con DPF e ADblue sono di gran lunga meno inquinanti rispetto al passato. Si sta spingendo verso l'acquisto di ibride (col futuro problema delle batterie) o verso le benzina (con consumi ancora non soddisfacenti, per quanto si siano fatti grandi passi avanti). In sostanza, si sta spostando il problema sui consumatori: ti vendo l'elettrico, per me è facile farlo, poi sono c_zzi tuoi dove ricaricarlo; ti vendo il benzina, ne ho una caterba di progetti di auto a benzina, poi sono c_zzi tuoi se non fa il 20 al litro come promesso. Perché non si incentiva il metano o il GPL? Perché, come il diesel, sono troppo vantaggiosi per i clienti, a dispetto di alti costi per chi produce e le poche entrate per i Governi. E' il fenomeno che nelle teorie economiche è chiamato "vantaggio del consumatore": il quale, diminuisce al crescere del potere della controparte (impresa o stato)!
Ritratto di giorgionash
27 novembre 2017 - 10:23
ti dico solo che l'elettrico è tutto un marketing imposto dalla merkel per salvare il popò marcio della vag coinvolta in un grave scandalo dieselgate e per lavare la coscienza si impegnano a produrre e a investire nell'elettrico che a conti fatti non conviene per motivi già elencati... inquinano più del diesel nel momento della ricarica e nel momento della discarica batterie esauste... nella scarsa autonomia kilometrica... e soprattutto nel costo ricaricamento batterie.... l'elettrico è solo marketing crucco... Secondo me è meglio investire nel bio/metano da reflui fognari come sta facendo la Fiat.... è meglio investire nell'affinamento dell'ibrido... non nell'elettrico che è una moda "tesliana" inutile e marketing imposto dalla ue germanica....
Ritratto di lucios
27 novembre 2017 - 13:12
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Purtroppo il meccanismo è partito e, alla lunga, avremo due poi dell'elettrico: quello Americano e quello Tedesco con gli stati vassalli. Noi contiamo poco. Secondo me dovremmo sviluppare di più l'ibrido a metano. Un'auto elettrica alimentata da un piccolo motore alimentato a metano. Un po' come i treni!
Ritratto di giorgionash
27 novembre 2017 - 18:38
è vero che gli "stati vassalli" contano poco o nulla... ma contano le vendite.... avoja a lanciare modelli elettrici su vasca scala (come un imposizione) se le vendite sono irrissorie..... quante elettriche vendute in europa???? pochissime.... in Usa??? pochissime.... avoja a fare marcheting per lavarci il cervello...