NUMERI PREOCCUPANTI - Cattive notizie sul fronte della sicurezza stradale nel Vecchio Continente. Come riporta l’Asaps (Amici polstrada), l’Unione europea ha centrato l’obiettivo di dimezzare le vittime della strada fra il 2001 e il 2010. Ma, in questa prima metà del decennio 2011-2020, le cose non sembrano andare granché bene: nel 2014, nei 28 paesi membri il tasso di diminuzione della mortalità non è andato oltre l’1%. Per dare l’idea di quanto questa percentuale sia deludente, basta ricordare che, nel 2010, il decremento era stato dell’11%.
IRRAGIUNGIBILE QUELL’OBBIETTIVO? - Nel 2014, secondo una proiezione diffusa nei giorni scorsi a Bruxelles, il numero delle vittime in incidenti stradali è stato di 25.700 (nel 2009, oltre 35.000): circa 70 al giorno. Dal 2010 al 2014 la mortalità è dunque diminuita solo del 18,2% (5.700 vittime all’anno in meno), e sembra così sfumare la possibilità di bissare il successo del decennio scorso. Per i paesi dell’Ue, è anche una sconfitta economica: per ogni morto sulle strade, si contano 4 invalidi permanenti, 10 feriti gravi e 40 feriti lievi, con costi complessivi per la società che superano i 130 miliardi di euro l'anno. In dettaglio, il Regno Unito e la Svezia contano 29 vittime per milione di abitanti, mentre la Bulgaria, la Lituania, la Romania e la Lettonia toccano rispettivamente quota 90, 90, 91 e 106 morti per milione di abitanti. E l’Italia? Sul 2014, siamo indietro anche dal punto di vista statistico: non esistono ancora numeri precisi. Così come non disponiamo (né per il passato, né per il futuro) di dati sui sinistri dovuti ad alcol e droga.