NON SOLO ESTETICA - L’Uruguay è considerato una nazione fra le più sviluppate e moderne del Sud America, dove gli indici macroeconomici risultano incoraggianti e dove sono garantiti diritti anche alle minoranze. Il The Economist, non per altro, ha eletto tre anni fa l’Uruguay quale Paese dell’anno. Le capacità dei suoi politici sono evidenti anche nel settore delle infrastrutture, come dimostra l’esempio del recentissimo ponte Laguna Garzón: la struttura è diventata molto popolare in virtù della sua forma a cerchio, scelta non (solo) per motivi estetici ma anche per migliorare le condizioni di sicurezza.
VOLANO PER IL TURISMO - La struttura è costata 11 milioni di dollari e si trova nel dipartimento di Rocha, situata nella parte est del paese e molto conosciuta a livello turistico: gli amministratori vogliono infatti riqualificare e sviluppare il bellissimo litorale, situato a poca distanza dall’oceano Atlantico. Il ponte è stato finanziato quasi interamente dalla società argentina Las Garzas, che si è rivolta al noto architetto uruguaiano Rafael Viñoly. La scelta della forma circolare viene spiegata in due modi: trasformare il ponte in una vera attrazione turistica e migliorare la sicurezza degli automobilisti, che in questo modo viaggeranno lungo due carreggiate separate ed a velocità inferiori rispetto ad un ponte tradizionale.
DUE MARCIAPIEDE PER CARREGGIATA - Viñoly ha definito la sua opera come “una laguna all’interno di una laguna”, mentre le autorità del dipartimento sono certe che il ponte Laguna Garzón diventerà allo stesso tempo un osservatorio, un luogo turistico ed una struttura per gli amanti della pesca. Ai lati di ogni carreggiata sono presenti due marciapiede. I lavori di costruzione sono iniziati nel settembre 2014 e sono terminati dodici mesi più tardi. L’azienda costruttrice stima che dal ponte transitino fino ad un massimo di 1000 automobili l’ora, molte più di quanto non succedesse in precedenza: l’unico modo per attraversare la striscia d’acqua era chiamare un’apposita zattera. Le autorità hanno promesso di voler convertire ad uso turistico solo il 35% della costa.