PARLA CHI LO HA CURATO - Fino a tre anni: tanto potrebbe essere necessario a Michael Schumacher (nella foto, di qualche anno fa, è a fianco di una Ferrari 550) per terminare la convalescenza dopo il gravissimo incidente sugli sci occorso lo scorso 29 dicembre sulle nevi di Meribel. Il sette volte Campione del Mondo è “finalmente sveglio”, come ha dichiarato Jean François Payen, responsabile del reparto di anestesia e rianimazione all'ospedale di Grenoble: quello dove il tedesco ha subito due operazioni al cervello, lesionato nella caduta dall'asta di sostegno della microcamera installata sul casco protettivo.
PICCOLI PASSI COSTANTI - Non è, quindi, una voce qualsiasi quella che si riferisce a Schumi. Per lunghi mesi, sulla sua sorte è stato mantenuto il massimo riserbo; a giugno è stato dimesso da Grenoble e trasferito a Ginevra, mentre il ritorno a casa è dello scorso settembre (
qui la news). “Ora, nella sua casa, ha trovato l'ambiente ideale per svolgere la riabilitazione, ma sarà un percorso lungo e bisogna essere pazienti. Dobbiamo
dargli tempo, perché dopo un infortunio alla testa, il recupero è caratterizzato da diversi step: nel suo caso, la riabilitazione dovrebbe avvenire nel giro di diversi anni, da uno a tre”: così ha dichiarato alla radio Payen. Il medico, dopo il ritorno nella casa di Gland (Svizzera) di Schumacher, ha visitato più volte la famiglia e registrato i progressi del 45enne ex pilota: “
Schumacher ha trovato l’ambiente ideale per svolgere la riabilitazione, ma bisogna essere pazienti”.
SILENZIO SU BIANCHI - Per Michael Schumacher che continua a camminare a piccoli passi verso il
recupero, c'è Jules Bianchi che ancora lotta in silenzio per la propria vita. Dopo il tremendo
incidente di Suzuka (
qui la news) il francese rimane ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Kie General Medical Center di Yokkaichi. Le condizioni riportate da una lettera dei famigliari, diffusi dai mass media, parlano di “danno assonale diffuso con condizioni critiche ma stabili”. Dopo questa, che è l'unica comunicazione ufficiale, si sono susseguite varie considerazioni da parte di medici, piloti e opinionisti: il denominatore comune è quello di averle espresse senza avere visionato la cartella clinica dello sfortunato pilota. Il comun denominatore si chiama pessimismo, ma non è suffragato dai fatti: per questo è probabile che, pur essendo quello di Bianchi un incidente diverso da quello di Schumacher, passerà tempo prima di potere riportare notizie oggettive sul suo stato di salute.