Piena di fascino
Dopo averla osservata staticamente ai Saloni di Ginevra e di Francoforte, finalmente è arrivato il momento di provare quella che vuole essere la vettura della riscossa per l’Alfa Romeo. Stiamo parlando della
Alfa Romeo 4C, sportiva senza compromessi con due posti “secchi”, motore centrale e una carrozzeria compatta che trabocca grinta da ogni singolo particolare. Lunga 399 cm (otto meno di una Fiat Punto) e con un’altezza di soli 118 centimetri (tre in meno di una Ferrari 458 Italia), la 4C è caratterizzata da forme arrotondate e fluide, e ha una personalità spiccata. La parte anteriore è dominata dalla classica mascherina Alfa, con scudetto centrale affiancato da due prese d’aria orizzontali, e dai fari contornati da piccole luci a led, incastonati in un supporto in fibra di carbonio. Il parabrezza, piuttosto verticale, si raccorda con piccoli finestrini, sotto i quali si sviluppano le ampie prese d’aria che iniziano subito dietro le porte. Tipici delle Alfa Romeo più sportive i cerchi in lega leggera con cinque grossi fori tondi (di 18” davanti e di 19” dietro nell’auto in prova, mentre di serie sono rispettivamente di 17” e 18”). Il tetto si raccorda dolcemente con la coda, mettendo in evidenza gli enormi passaruota; un ampio spoiler, due luci circolari e i terminali di scarico cromati completano una coda davvero aggressiva, dove attraverso il lunotto fa bella mostra di sé il quattro cilindri.
Dieta ferrea
La sportività non è solo esteriore. Progettata dall’Alfa Romeo e prodotta negli stabilimenti Maserati di Modena, la 4C è realizzata con materiali che garantiscono una notevole leggerezza complessiva, a tutto vantaggio del raggiungimento di elevate prestazioni e di una grande agilità in curva. Considerando i 240 cavalli del nuovo 1.8 turbo a iniezione diretta di benzina (tutto in lega leggera), il peso di soli 895 kg si traduce in un eccellente rapporto peso/potenza di 3,7 kg/CV. La parte più degna di nota è la cellula dell’abitacolo interamente in fibra di carbonio, un materiale che coniuga al massimo livello leggerezza (la struttura pesa solo 65 kg) e resistenza strutturale. Il processo di produzione, innovativo, consente di velocizzare la realizzazione permettendo di produrre una numero elevato di pezzi (le previsioni parlano di qualche migliaio ogni anno). La lega d’alluminio è invece sfruttata per la gabbia di rinforzo del tetto e per i telaietti di supporto anteriore (a cui sono fissati le sospensioni e lo sterzo) e posteriore (che sostiene sospensioni, motore e cambio). I dischi dei freni anteriori hanno poi la corona in ghisa, ma la parte centrale (quella che si collega al mozzo) in lega di alluminio; così, si risparmiano 4 kg. Infine, i pannelli della carrozzeria sono in un composto a base di fibra di vetro che consente di ridurre il peso di circa il 20% rispetto alla più classica lamiera d’acciaio.
Carbonio a vista e poco baule
Ma è ora di calarsi (la parola è decisamente appropriata) al posto di guida. Per entrare nella Alfa Romeo 4C serve un po’ d’agilità; tuttavia, considerato quanto è bassa la vettura, ci saremmo aspettati qualche difficoltà in più. La posizione di guida è quella che ci si aspetta: da sportiva vera. Il volante (non bellissimo, con due sole razze e la parte inferiore piatta per lasciare spazio alle gambe) è verticale, il sedile rasoterra; si guida con le gambe ben distese, i piedi che poggiano su pedali in lega leggera senza inserti in gomma. I sedili in pelle con la parte centrale scamosciata (optional, di serie sono in tessuto) sono poco imbottiti ma ben sagomati; e, comunque, la loro funzione principale è di avvolgere il corpo in curva e consentire a chi guida di “sentire” il comportamento della vettura, cosa che fanno davvero bene. Tutto sommato, lo spazio è superiore alle attese, e anche chi supera abbondantemente il metro e 80 centimetri d’altezza può sistemarsi senza problemi (il volante è regolabile in altezza e in profondità). Numerosi elementi (come i comandi e le bocchette della ventilazione, le levette dietro al volante, i tasti sulla plancia) sono ripresi da altri modelli più economici del gruppo Fiat: una scelta che può lasciare un po’ perplessi, ma non annacqua certo l’impressione di trovarsi su un’auto speciale, dalla sportività quasi corsaiola. Basta dare un’occhiata al cruscotto, che raggruppa tre schermi digitali configurabili: il contagiri resta sempre in bella evidenza, ma al centro si può avere anche il misuratore delle forze g in curva, in accelerazione o in frenata. I rivestimenti, ridotti al minimo per motivi di leggerezza, lasciano poi a vista, nella parte bassa, ampie zone in lucente fibra di carbonio. I pannelli delle porte sono ultrasemplici, e per questo elegantemente sportivi: l’unico elemento che spicca è la fettuccia in pelle che funge da maniglia per la chiusura. I tasti degli alzavetro e degli specchietti esterni elettrici sono infatti sul tunnel centrale, a fianco della tipica levetta del DNA (che varia la risposta della meccanica) e dei tasti rotondi per selezionare tra marcia avanti, indietro e folle del cambio a doppia frizione; volendo innestare le marce manualmente, comunque, ci sono le due palette dietro il volante. Quello che manca, anche se il problema è comune ad altre sportive esasperate, è lo spazio in cui mettere qualcosa di più grande di un cellulare: l’unico vano “vero” (se non si considera la minuscola taschina sotto la plancia, lato passeggero) è un piccolo borsello tra i due sedili. Chi pensa di sfruttare la Alfa Romeo 4C anche per qualche viaggetto, sappia che il baule (posteriore, dietro il motore) è di 110 litri: due giubbotti e uno zainetto bastano per riempirlo.
Che cattiveria, questo “1800”!
L’ora X è arrivata: piede sul freno, ruotiamo la chiave di avviamento. Premettiamo che l’auto che stiamo per guidare monta lo scarico race (700 euro), meno silenziato di quello di serie ma comunque omologato per l’uso stradale. Fin dal primo istante il quattro cilindri si fa sentire con un rombo basso e rauco, e con una quantità di decibel simile a quella prodotta da un’auto da rally. Per un appassionato, l’adrenalina va a mille già prima di percorrere un solo metro. Le manovre non sono semplicissime: il lunotto della Alfa Romeo 4C fa filtrare un po’ di luce, ma non serve certo per guardare fuori; i sensori di parcheggio (optional) sono davvero necessari. Inoltre, data l’assenza del servosterzo, ad auto ferma serve un po’ di forza per girare il volante. Ma sia chiaro: per uscire dal parcheggio non serve essere Ercole. La risposta all’acceleratore varia molto in base al programma di gestione scelto con la levetta del DNA: da dolce e progressivo su All Weather, via via più deciso passando per Natural e Dynamic. In ogni caso, la vettura è ben gestibile anche andando a spasso, e le cambiate del doppia frizione a sei marce restano inavvertibili (per quanto rapide). Una volta che si può accelerare a fondo, il “1800” alza ulteriormente la sua voce baritonale e spinge subito forte; più ancora a partire dai 2000-2500 giri, quando entra evidentemente in coppia. Lo “0-100” dichiarato, sfruttando la procedura di partenza automatica col launch control, è di 4,5 secondi: un ottimo tempo, che ci è parso effettivamente a portata di mano, data la naturalezza con la quale la 4C acquista velocità (la punta massima ufficiale è di 258 km/h). Volendo fare un appunto al motore, potremmo dire che gli manca un po’ di allungo: oltre i 6500 giri non si va, perché “entra” il limitatore.
In pista, mantiene le promesse
La prova in circuito della Alfa Romeo 4C ci ha consentito di andare alla ricerca dei limiti di tenuta di strada, che sono molto elevati e, finché si resta in Dynamic, facilmente raggiungibili. Con le sospensioni sportive (1.200 euro) dell’auto provata, il rollio in curva è pressoché inesistente, lo sterzo rapido ma senza eccessi, progressivo e sempre “consistente”; gli possiamo rimproverare solo un’evidente sensibilità alle irregolarità del fondo stradale, che richiedono un’impugnatura salda per evitare scarti di traiettoria. Il controllo elettronico di stabilità interviene solo se davvero si esagera, lasciando al guidatore la possibilità di allargare o stringere la curva con minime correzioni su volante e acceleratore. In ogni caso, sull’asciutto (e se non si effettuano manovre volte a sbilanciare la vettura) sono sempre le ruote anteriori ad allargare (con moderazione) la traiettoria. Passando invece al settaggio race, l’Esp viene escluso; il comportamento dell’auto non cambia, restando entusiasmante, solo che qui non c’è più “paracadute”. Dato che la Alfa Romeo 4C è molto veloce e ha reazioni fulminee (sia pur “sincere”), per farla “danzare” oltre il limite serve un guidatore in gamba e dai riflessi ben allenati. Finiamo con un commento sui freni: molto potenti, non si affaticano neppure girando a lungo in circuito; qualche “fischio” nelle frenate a bassa velocità lo si può perdonare (e, anzi, fa molto “auto da corsa”)
Chi la vuole, si affretti dal concessionario
La Alfa Romeo 4C si poteva già prenotare da qualche mese, nella versione speciale Launch Edition, al prezzo di 60.000 euro; ma i 500 esemplari previsti sono già stati prenotati da tempo. Adesso c'è il modello "normale", a 53.000 euro. La disponibilità annuale è limitata a 3.500 esemplari, dei quali 1.000 destinati all’Europa.
PREGI
> Guida. Chi vuole sentirsi pilota anche guidando su strada, difficilmente potrà trovare di meglio. E in pista avrà di che divertirsi.
> Linea. Dal vivo, la 4C rende ancor meglio che in fotografia: ha un grande fascino, e sprizza aggressività da ogni parte la si guardi.
> Prestazioni. Impossibile chiedere di più a una “1800”, oltretutto venduta a un prezzo non esagerato.
DIFETTI
> Praticità. Nell’abitacolo c’è spazio per i documenti e poco più. E il baule è proprio piccolino.
> Sterzo sullo sconnesso. Se la strada non è un biliardo, la vettura tende a “seguire” le imperfezioni dell’asfalto.
> Visibilità posteriore. Il lunotto è come se non ci fosse; fare a meno dell’optional dei sensori è un vero azzardo.