L'unica a tre porte
Cofano, luci, parabrezza, portellone e plancia: ecco quanto la
Hyundai i30 1.6 T-GDi Turbo 3p ha ereditato dalla berlina i30 a cinque porte. Questa “quasi-coupé” è disponibile in Italia solo in allestimento Sport, abbinato al quattro cilindri turbo a iniezione diretta di benzina da 1,6 litri e 186 CV. Questa versione si riconosce facilmente grazie alla marcata (ma non pacchiana) caratterizzazione della carrozzeria e degli interni: una griglia più ampia con contorno grigio satinato, placche aggiuntive nei paraurti (che hanno anche piccoli profili rossi nella parte bassa), scarico a doppia uscita e specifici cerchi di 18 pollici. Più avanti, arriverà anche la versione a cinque porte (il cui prezzo è già stato annunciato in 24.000 euro)
Un solo optional, ma costoso
Anche l'abitacolo di questa Hyundai i30 1.6 T-GDi Turbo è stato interessato dalla “cura”: spiccano i sedili più avvolgenti (ma tutt'altro che scomodi, hanno la registrazione lombare elettrica e quella dell'inclinazione dello schienale con una precisa rotella), il volante rivestito in pelle traforata e con impunture rosse, il cruscotto specifico, la pedaliera in metallo e la leva del cambio con pomello con “punti” di rosso. Quello che stona un po' è il climatizzatore manuale: un'auto che è portabandiera della gamma i30 avrebbe meritato quello automatico di serie. Invece, per averlo c'è da sborsare ben 3.000 euro: è nel pacchetto Sport (che è anche l'unico optional per la i30 Turbo), assieme alle bocchette d'aerazione posteriori, al freno di stazionamento elettrico, alle luci “di benvenuto”, alle maniglie esterne cromate, al navigatore con retrocamera, al pulsante d'accensione, alla chiave elettronica, al tetto elettrico panoramico, ai vetri laterali posteriori e al lunotto scuri.
Non difetta di praticità
A dispetto della carrozzeria a tre porte, la Hyundai i30 1.6 T-GDi Turbo è tutt'altro che una scomoda coupé: le poltrone avanzano molto e accedere al divano non richiede contorsionismi. Inoltre, l'auto è omologata per cinque e dietro occorre superare i 190 cm di altezza per “toccare” con la testa: rispetto alla cinque porte, dietro si perdono solo un millimetro in altezza e due centimetri all'altezza delle spalle. Inoltre, per guidatore e passeggero anteriore non mancano due comodi braccetti porgi-cintura di sicurezza mentre anche il baule non delude: la soglia è 71 cm da terra, ma la capacità rimane invariata rispetto alla i30 con due porte in più (378/1316 litri), la forma è molto regolare, c'è anche un piccolo doppiofondo e non mancano pratici gancetti portaborsa (anche sotto la cappelliera) e anelli fermacarico.
Le altre? anche 10.000 euro in più
Questa Hyundai i30 1.6 T-GDi Turbo fa un po' storia a sé: la rivale più vicina come concetto è la Volkswagen Golf GTI a 3 porte, che è più potente ma costa anche oltre 32.000 euro. Le altre medie sportive in listino costano circa quanto se non più della tedesca, sono molto più “sanguigne” (e scomode) e hanno una valanga di cavalli “extra” (250 la Ford Focus ST, 265 la Renault Mégane Coupé RS, 280 la Seat Leon Cupra, per fare qualche nome). Anche la “sorella” Kia pro_cee'd GT, che monta lo stesso motore ma con una diversa elettronica e un turbo di maggiori dimensioni, è più potente (204 CV) e più costosa (28.000 euro). Già sulla carta, quindi, la i30 Turbo non è un'auto che si compra per indossare il casco e portarla fra i cordoli: i suoi 186 cavalli “si sentono”, ma l'indole è più quella delle Gran Turismo, vetture sportive ma usabili tutti i giorni senza rinunce.
Spinge in silenzio
Questo carattere è confermato dal test su strada: il motore è docile ai bassi giri, per poi farsi più “cattivo” fra i 3500 e i 5500. E, per quanto si prema sul pedale destro, il 1.6 fa sentire solo sommessamente la sua voce. Peccato, anche se poi questa scelta si apprezza nei lunghi viaggi. Fra le curve la i30 Turbo è stabile e le sospensioni si rivelano “ferme” ma capaci di assorbire con una certa efficienza le asperità della strada. Lo sterzo è preciso quanto basta per una vettura non da “impallinati”: si può scegliere fra tre livelli di pesantezza, ma la demoltiplicazione resta un po' eccessiva (2,85 giri da un fine corsa all'altro). Un po' sottotono, invece, ci è parso il cambio manuale a sei rapporti: la leva ha una corsa abbastanza breve, ma gli innesti sono un po' contrastati e la pesante frizione non è molto facile da modulare.
Secondo noi
PREGI
> Costo. Le concorrenti più vicine richiedono anche 10.000 euro in più e sono più “impegnative” da mantenere.
> Facilità di guida. La Turbo va forte ma non mette mai in apprensione: è stabile e ha reazioni gestibili in maniera intuitiva.
> Usabilità. Ha solo tre porte, ma accedere al divano non è una sofferenza e dietro c'è spazio anche per gli spilungoni; non male neppure il baule. Le sospensioni non “puniscono” gli occupanti.
DIFETTI
> Cambio. La corsa della leva è sufficientemente corta, ma gli innesti sono un po' contrastati mentre la frizione è pesante e brusca nell'attacco.
> Optional. Per avere il “clima” automatico o il navigatore si devono sborsare 3.000 euro: sono solo nel ricco pacchetto Sport.
> Rombo (assenza di). Il 1.6 lavora in silenzio: scarico e aspirazione non si fanno minimamente notare.