Auto elettriche: le risposte alle domande frequenti

Vivere con l'auto
Pubblicato 24 settembre 2021

L'offerta da parte delle case automobilistiche di nuovi modelli è sempre maggiore, ma restano ancora molti dubbi da parte degli automobilisti. Vediamo di chiarire i più comuni.

Da gennaio ad agosto del 2021 sono state immatricolate in Italia 38.744 auto elettriche, che rappresentano solo il 3,6% del 1.069.875 complessivamente consegnate nello stesso periodo. Dunque numeri piuttosto ridotti, che però rappresentano un 500% in più rispetto alle 6.455 targate nello stesso periodo del 2019. Un mercato in crescita spinto anche dalle tante novità che le case automobilistiche stanno presentando. Ma i dubbi e le domande sono ancora tanti: vediamo alcune risposte.

LE AUTO ELETTRICHE SONO PIÙ COSTOSE DI QUELLE CON MOTORE A SCOPPIO?

Sì, la differenza di prezzo è ancora notevole rispetto alle auto convenzionali. Per fare un esempio prendiamo un modello che è disponibile sia con motore a scoppio sia con quello elettrico: la Hyundai Kona 1.6 CRDI Xtech 48V, che ha 136 CV, costa 25.150 euro, mentre la Electric Xtech City con batteria da 39 kWh e la stessa potenza, costa 35.850 euro. Ci sono dunque più di 10.000 euro di differenza a causa, soprattutto, dei costi ancora alti delle batterie, destinati a scendere nei prossimi anni con la maggiore diffusione delle auto elettriche. In genere gli incentivi statali riducono la differenza di prezzo, ma non la annullano.

LE AUTO ELETTRICHE SONO DIFFICILI DA RICARICARE?

Oltre al prezzo di acquisto ancora alto, l’incertezza sulla ricarica è uno dei fattori più limitanti nella diffusione delle auto elettriche. Chi può ricaricare a casa (o in ufficio) è favorito, anche perché la percorrenza media degli italiani è di poche decine di km al giorno. Una carica di 3 ore a soli 2,5 kW permette infatti di recuperare circa 50 km di autonomia, più che sufficienti nell’uso cittadino. In ogni caso è opportuno farsi installare in garage una wallbox (ne esistono da 3,7 fino a 22 kW di potenza), cosa che comporta dei costi di installazione (che possono andare da 500 a 1.500 euro circa, pagabili anche nelle successive bollette) e un canone mensile, ma consente rifornimenti più veloci e stabili. E poi quanto costa fare il pieno? Bisogna considerare un prezzo medio dell’energia tra 0,20 e 0,23 euro per ogni kWh (nel mercato tutelato): quindi caricare una batteria da 40 kWh costa circa 8-9 euro, per un’autonomia di circa 270 km.

Senza la possibilità della ricarica casalinga (o nella sede lavorativa) le difficoltà aumentano, perché occorre rivolgersi ai punti di ricarica pubblici, già oggi circa 12.000. E qui si apre un mondo perché i problemi che si possono trovare sono innumerevoli: la colonnina non funziona, il nostro sistema di pagamento fa cilecca, è già occupata, non è raggiungibile perché qualcuno ha parcheggiato davanti e così via. Inoltre la loro distribuzione è disomogenea nelle varie zone d'Italia, anche se il numero è in costante aumento soprattutto in luoghi di frequentazione abituale come centri commerciali e ricreativi. Le tariffe sono decisamente variabili e sono determinate dal tipo di colonnina dall’operatore che eroga il servizio e dalla velocità di ricarica. Ricaricare l’auto alle colonnine pubbliche costa circa 0,45-0,50 euro a kWh erogato. Quindi per una carica al 100% di una batteria di taglia media da 40 kWh, si spende circa tra i 19 e i 29 euro.

LE AUTO ELETTRICHE CONSENTONO DI FARE VIAGGI LUNGHI? 

Sì, ma a patto di armarsi di grande pazienza e sopratutto di pianificare con grande cura il tragitto. Le auto elettriche più moderne hanno ormai delle autonomie discrete e percorrere anche 350-400 km con una carica è possibile. Il problema sorge quando si deve fare rifornimento e qui la grande differenza la farà l’installazione di punti di ricarica nelle normali stazioni di servizio che si trovano sulle autostrade e sulle statali. Ad oggi, quasi sempre, è necessario uscire dall’autostrada e cercare una colonnina veloce. Sì perché quando si viaggia non è pensabile di lasciare in ricarica l’auto per ore: le colonnine fast sono quindi imprescindibili. Dunque occorre pianificare in anticipo il viaggio per fermarsi in aree dotate di ricariche veloci. L’ubicazione viene fornita spesso dallo stesso sistema multimediale delle vetture, oppure esistono delle app per smartphone che aiutano a localizzare la stazione di rifornimento più vicina.

E, in ogni caso, bisogna mettere in preventivo gli inevitabili allungamenti dei tempi: ciascuna sosta per la ricarica può durare parecchio a seconda della potenza della colonnina. Quelle rapide che erogano 22 kW di corrente alternata, sono in grado di ricaricare al 100% una batteria da 40 kWh in circa due ore. Questo tempo è dimezzato se si sceglie una colonnina più veloce da 50 kW che caricherà una batteria da 40 kWh in un’ora o anche meno. Se si vuole arrivare solo fino all’80% di carica e tempi possono essere decisamente inferiori ma mai meno do 30-40 minuti. E poi bisogna mettere in preventivo eventuali imprevisti, quali colonnina fuori uso, metodo di pagamento non funzionante, posto occupato e così via. 

L’AUTO ELETTRICA È VERAMENTE PIÙ PULITA? 

Altro tema caldo largamente dibattuto anche all’interno dell’industria è quello dell’effettiva “pulizia" delle auto elettriche. Dato che le emissioni durante l’uso sono nulle, un confronto con le auto convenzionali ha senso solo se si guarda alla CO2 prodotta nel ciclo vita. Uno studio di Transport&Environment (T&A) ha concluso che le emissioni medie di CO2 delle elettriche in Europa nel 2020 sono circa tre volte minori di quelle delle auto a benzina/diesel paragonabili: 90 g CO₂eq/km contro i 234 g CO₂eq/km di un veicolo diesel e a 253g CO₂eq/km di un’auto a benzina.

Se l’elettricità usata dalle auto a batteria diventerà più “pulita”, grazie alle energie rinnovabili, il vantaggio aumenterà ulteriormente. Le emissioni sono indicate in grammi di CO₂ equivalente per uniformare i vari tipi di “carburante”. Questi dati sono interessanti perché tengono conto anche delle emissioni di CO2 generate per costruire le batterie, una fetta ad oggi maggioritaria nelle emissioni complessive. Il rendimento molto elevato permette di abbattere drasticamente le emissioni equivalenti nel ciclo vita, più che compensando quelle della costruzione della batteria. 

LA COSTRUZIONE E IL RICICLO DELLE BATTERIE SONO MOLTO INQUINANTI?

Questi temi sono una fonte inesauribile di discussione, ma ricordiamo che le emissioni nella produzione e nello smaltimento rientrano nei calcoli di T&A (vedi domanda precedente). La presenza di cobalto e litio pone degli interrogativi riguardo l’eticità dell’estrazione (si sa di bambini-minatori schiavizzati nelle miniere di litio) e la tossicità del cobalto. Per questi motivi molti costruttori si stanno certificando per il ricorso a processi estrattivi controllati e rispettosi dei diritti umani.

Gli studi per avere batterie al litio senza cobalto sono a buon punto e quelle al ferro fosfato, che ne sono prive, sono già in uso. Riguardo il loro fine vita (dopo l’impiego in storage stazionari) si stanno moltiplicando le iniziative per il recupero e il riutilizzo delle materie prime impiegate, compresi i controversi cobalto e litio. In questo settore però molto c’è ancora da fare e sicuramente le batterie di nuova generazione permetteranno uno smaltimento/riciclo più efficace di quello attuale.

QUANTO DURANO LE BATTERIE DELLE AUTO ELETTRICHE? 

Riguardo la durata esistono sicuramente aspetti che vanno migliorati e che denunciano il fatto che queste tecnologie sono ancora un po’ acerbe. Comunque la garanzia standard per i battery pack è generalmente di 8 anni o 160.000 km e questo è tranquillizzante, senza contare che casi concreti riportano percorrenze anche doppie con cali di capacità tollerabili. E proprio i guidatori possono allungare la vita delle batterie, non scaricandole mai del tutto ed evitando per quanto possibile ricariche al 100%.

Le batterie al litio automobilistiche sono climatizzate e più robuste di quelle dei telefoni cellulari e hanno quindi una durata molto superiore. In ogni caso, quando non saranno più adatte all’impiego sull’auto, potranno essere usate, per esempio, come accumulatori per gli impianti fotovoltaici (nella foto qui sopra). Questo significa che avranno un valore e quindi si potranno vendere alla casa automobilistica, o aziende terze, ricavandone un profitto da utilizzare per acquistare le nuove batterie. 

LE AUTO ELETTRICHE SONO MENO SCATTANTI DI QUELLE TRADIZIONALI? 

No, anzi spesso è valido il contrario: le auto elettriche moderne, grazie a motori potenti e ricchi di coppia già a regimi prossimi a zero giri, sono molto pimpanti. Senza scomodare modelli sportivi come Tesla Model S o Porsche Taycan vediamo il confronto fra due auto più normali: la Hyundai Kona 1.0 T-GDI con 120 CV, secondo il costruttore, accelera da 0 a 100 km/h in 11,5 secondi, mentre la Hyundai Kona Electric 39 kWh, che di cavalli ne ha 136 ma pesa di più (1.535 kg contro 1.237), scatta in 9,7 secondi.



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Ritratto di Togashi
24 settembre 2021 - 18:50
Clementina sei una zorra
Ritratto di Turbostar48
24 settembre 2021 - 20:49
Mah.....
Ritratto di Mark R
24 settembre 2021 - 15:27
@Vecchio Caprone: Mi spiace ma questa volta sono in completo disaccordo e ha piena ragione Clementina Milingo... Inoltre ti invito a documentarti su metodi di estrazione che si stanno sviluppando quali quello denominato "Zero Carbon Lithium" e altri che usano acqua di mare immessa in celle elettrochimiche contenente una membrana ceramica opportuna.. Gli scarti sono idrogeno e cloro oltre ad un'acqua parzialmente desalinizzata. L'R&D nel settore della mobilità elettrica e settori satelliti è solo agli inizi.
Ritratto di Togashi
24 settembre 2021 - 18:52
Mark r hai sostituito quel cassone della tua prius del 2006?
Ritratto di Mark R
24 settembre 2021 - 19:09
No, per il tuo piacere ho equalizzato la batteria HV e sono tornato sui 3,7l/100km ;)
Ritratto di Vecchio Caprone
24 settembre 2021 - 19:27
@Mark R: tienila il piu' possibile, per chi piace quel tipo di guida é formidabile. Fino a quando funziona vai.
Ritratto di Togashi
24 settembre 2021 - 19:36
Mark r fai skifo!
Ritratto di Vecchio Caprone
24 settembre 2021 - 19:21
@Mark R, adesso tocca a te, era ora dopo tutte le legnate che mi hai dato. Il sistema "zero carbon lithium" non é l'invenzione della ruota ma esiste da qualche tempo (all'inizio ci ho anche messo dei soldi). Si tratta di una variazione tecnologica a teorico basso impatto del sistema Cileno. Ma serve la presenza del minerale! Il suo costo é abbastanza elevato (a dir poco) e l'impatto esiste, eccome. Come esiste per qualsiasi cosa che estraiamo dal suolo o sottosuolo. Qualsiasi cosa che venga estratta con forza dal sottosuolo crea uno scompenso (lo sai meglio di me che c'é qualcuno che odia il vuoto). Questo scompenso cambia la struttura sotterranea, le falde acquifere, la direzione delle acque piovane, gli equilibri del suolo. E questo vale anche per l'acqua dei pozzi. Se si estrae piu' acqua di quella che si riceverebbe normalmente (succede a causa delle nostre pompe ) i pozzi si inaridiscono, sei costretto a perforare piu' profondamente per trovare un'altra falda e cosi' all'infinito. Da noi in Italia a causa dell'abbondanza d'acqua (salvo in zone particolari) il problema per il momento (dico bene per il momento) non si pone. Nel Sahel il disastro l'abbiamo già fatto. Piuttosto mal messo il poverino. Si cerca ancora, tanto paga l'ONU, ma l'acqua delle falde piu' profonde ha sgranellato troppi minerali e quindi é salmastra. Fra questi minerali esiste anche il litio, rieccolo. Polvere di litio. In parole povere qualsiasi forzatura tramite dighe, pompe, deviazioni fluviali, canali artificiali (compreso Suez ma non Panama), ecc. é un disastro ecologico. Poi informati su quella cosa molto reale dell'inquinamento digitale (per non menzionare D..o ce ne scampi, quello magnetico). La R&D é benvenuta ma tutti quelli coinvolti dimenticano l'inquinamento digitale che ne risulta (Bitcoin non é una R&D scientifica ma l'impatto del mining é da matti). Le forzature creano danni che non possiamo, o vogliamo immaginare. Classici struzzi. Andando tutti su veicoli elettrici non é la soluzione e nemmeno una panacea. Stiamo solo spostando il problema, non risolvendolo. Come al solito. Un salutone. Tra parentesi l'acqua, l'irrigazione e i pozzi nel mondo li conosco da 50 anni e li ho vissuti non teorizzati.
Ritratto di Mark R
24 settembre 2021 - 19:58
@Vecchio Caprone: Non è proprio una variazione tecnologica, ma tutt'altro. Il vuoto non si crea in quanto l'acqua viene reimmessa.. è un ciclo chiuso facendo riferimento al sistema ZCL. Poi vi è quella della cella elettrochimica che non è proprio una variazione tecnologica. Gli ioni di litio sono disciolti un po' ovunque (l'acqua di mare ne contiene mediamente 0,2 ppm); anche l'acqua potabile ne contiene e secondo studi riduce i disturbi depressivi che poi portano al suicidio. Di certo quanto dici è stato fatto e si continua a fare con il petrolio tramite fracking (tecnica usata tempo fa anche dove abito) etc... Continuiamo ad andare a petrolio? Nessuno ha parlato di Bitcoin o inquinamento digitale.. Il tema non mi sembra questo perciò non vedo nessi con quanto detto per l'R&D detto sopra. Che poi si spenda tanta tanta energia per poi far nulla è sbagliato ed infatti io non condivido nessuna criptovaluta. Qualunque cosa fa l'Uomo comporta scompensi ambientali, non è una novità (partendo da coloro che buttano a terra i mozziconi delle sigarette oppure le chewingum o quelli che buttano dove capita ciò che hanno in mano (in special modo bottiglie di vetro)... Bisogna cercare la meno impattante/alterante e di certo non è quella di rimanere dipendenti dal petrolio o buttarsi ora sull'H2. Si fa sempre presto a criticare soluzioni, come queste del litio e/o del mondo elettrico, ma a trovare soluzioni alternative efficaci risulta ben più difficile.
Ritratto di Vecchio Caprone
24 settembre 2021 - 21:16
@Mark R: sei proprio l'uomo dei puntini sigli i e o. Niente in contrario, per carità. Non ho parlato del sistema di estrazione di litio dall'acqua di mare per il semplice fatto che é talmente lontano come realizzazione praticamente ecnomica che non incide molto. La presenza di litio nell'acqua di mare é effettivamente valutata fra 0.1 e 0.2 e per estrapolazione matematica si arriva a 20 miliardi di tonellate di litio. Tanta roba anche se dal punto di vista economico preferisco 20 milioni di tonellate d'oro, anche loro sparse nell'acqua di mare. Ma vedi caro Mark, la concentrazione di litio nel mare é abbastanza elevata (relativamente parlando) in quanto il litio non evapora. In compenso polvere di litio é stata depositata nell'acqua di mare per qualche milioncino di anni. Al flusso dovuto ai fiumi di tutti i tipi si deve aggiungere anche l'apporto delle sorgenti calde brave produttrici di polvere di litio. Per quanto riguarda ZCL, come ti ho detto ci ho messo qualche soldo quando non era ancora ZCL. ZCL in quanto tale non é Australiana, ma una società tedesca quotata in Australia per raccogliere fondi (in America non trovarono nessuno disposto all'operazione conchiglia). Sono proprietari di alcune miniere di rame (in Germania) con basso rendimento ma con un buona presenza di litio. Stanno tentando, giustamente di guadagnare qualche soldo. Fino a desso ne hanno solo persi dei soldi (io no perché ho comprato all'IPO e venduto dopo 9 mesi). La logica é poi sempre la stessa di cui tu parli spesso a proposito della migliore efficienza del motore elettrico. Beh, il loro sistema non é molto efficiente, o troppo costoso. Per quanto riguarda l'impatto ecologico della digitalizzazione l'ho menzionato in quanto già quasi uguale a quello dei veicoli endotermici leggeri e destinato a essere il nostro piu' grande problema molto presto. Dai un'occhiata a https://theshiftproject.org/wp-content/uploads/2019/03/Lean-ICT-Report_The-Shift-Project_2019.pdf . e capirai benissimo. Ho anche detto che il veicolo a trazione elettrica inquina 1/5 di quello endotermico (non 1/3), ma se per arrivare ad avere un impatto veicolare ridotto al 5%, cosa ce ne facciamo se dall'altra l'impatto digitale diventa del 25%? Se avessi la soluzione ai problemi del mondo non starei qui a tentare di discutere. A volte accorcio per non dilungarmi in spiegazioni lunghissime, ma tu me le tiri fuori (non mi dispiace, quindi fai pure). Io i filtri delle sigarette me le metto in tasca o dentro al pacchetto, e chewing gum non ne uso. L'elettrico come presentato attualmente e con la tecnologia attuale, ripeto, é un palliativo, valido, interessante ma non si dovrebbero staccare gli occhi ed il cervello dai danni collaterali ai quali non pensiamo o non vogliamo pensare (come per i pozzi del Sahel che hanno rovinata la vita di milioni di persone invece di migliorarla). Un salutone.

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