Dallara, una corsa vincente da Parma a Indianapolis

Tecnologia
09 settembre 2014

Pochi, forse, sanno che i piloti che corrono e vincono ogni anno la 500 Miglia di Indianapolis sono alla guida di monoposto italiane.

VINCE AD INDIANAPOLIS - Al termine dell’ultima edizione della 500 Miglia di Indianapolis, la numero 98, il vincitore e gli uomini del team posano accanto alla vettura che ha trionfato. E, come ormai è consuetudine da 17 anni, al centro della foto c’è un italiano: l’ingegnere parmense Gian Paolo Dallara. Perché, appunto per la diciassettesima volta, la più leggendaria gara automobilistica del mondo è stata vinta da una vettura italiana: una Dallara, quella guidata da Ryan Hunter-Reay. Ma come può essere, allora, che Gian Paolo Dallara, che negli USA è una leggenda dell’ingegneria e dello sport motoristico, da noi sia noto quasi esclusivamente agli addetti ai lavori? Vediamo di rimettere le cose in ordine.
 
 
TUTTO EBBE INIZIO NEL 1972 - La Dallara Automobili, con sede a Varano de’ Melegari, sulle deliziose colline parmensi, è un'azienda unica nel settore automotive. Straordinaria, come straordinario è il genio di Gian Paolo Dallara, fondatore, animatore e manager della factory da lui fondata nel 1972. Gian Paolo Dallara  è uno dei più raffinati e competenti progettisti mai apparsi sulla scena, ma è anche un imprenditore di grande grinta, che non ha mai sbagliato un colpo e che ha saputo far crescere la sua azienda costantemente, con oculatezza, senza farsi prendere la mano dai successi che, pure, sono stati innumerevoli. Parliamo di successi sportivi, perchè la Dallara Automobili costruisce esclusivamente auto da competizione. Come, un tempo, la Maserati dei fratelli Maserati, che costruiva vetture di F1 ed F2 per gentlemen driver, e che pure vinse il campionato del mondo di Formula 1 nel 1957 con un certo… Juan Manuel Fangio. Gian Paolo Dallara è uscito dalla scena della F1 anni fa perché è un tecnico troppo puro, che non vuole saperne di pastette, di trucchi, di giochi dietro le quinte. Per questo ha scelto di misurarsi con formule dai regolamenti tecnici precisi, rigidi, rigorosamente applicati e verificati. Dallara è stato un precursore che ha costantemente investito gli utili della sua azienda in settori rivelatisi strategici come l’aerodinamica, la tecnologia del carbonio, la capacità di calcolo computerizzato applicato a tutti gli aspetti dello sport automobilistico: non ricercando soluzioni “furbe”, ma impegnandosi a trovare la via scientifica più rigorosa ed efficace  per fare evolvere l’auto da competizione  non solo nelle prestazioni, ma anche nella sicurezza, nell'affidabilità, nel contenimento dei costi d'esercizio.
 
 
LA CONQUISTA DELL'AMERICA - Questo suo rigore gli ha assicurato la fiducia incondizionata di Tony George, il leggendario proprietario del circuito di Indianapolis e manager della Formula Indy, di cui la Dallara Automobili è fornitrice esclusiva delle scocche. Chi ha avuto modo di seguire, di persona o in TV, l’ultima, appassionante edizione della 500 Miglia di Indianapolis, avrà avuto la percezione, se ha guardato con occhio attento, che tutte le vetture erano uguali, livree a parte. E infatti le scocche sono effettivamente tutte uguali, made in Dallara da quando la Casa di Varano de’ Melegari si è aggiudicata la fornitura esclusiva. A chi non conosce lo sport americano questo può suonare  strampalato, ma oltre Oceano una delle regole è che le corse non debbono costare oltre il logico: a un team di alto livello un'intera stagione in Formula Indy costa come un GP in F1. L’avventura della Dallara Automobili in Formula Indy inizia così nel 1995, quando Tony George lancia il suo progetto di riunire sotto un’unica sigla il massimo campionato automobilistico USA, dopo la scissione di alcuni anni prima. George ordina alla  Dallara 10 vetture complete che debbono essere pronte per la stagione 1996: l’ordine è accompagnato da un assegno di tre milioni di dollari, a totale copertura della fornitura. Le altre vetture saranno fornite dalla britannica G-Force, e alcune verranno recuperate dalla precedente stagione. La Dallara automobili è puntuale nella consegna e rigorosa nella qualità ed è proprio una Dallara, con il 4.0 V8 Oldsmobile Aurora,  a vincere quell'anno la sua prima 500 Miglia di Indianapolis. Da allora non smetterà più, in una sequenza entusiasmante che progressivamente elimina tutte le concorrenti, stabilendo così un vero e proprio monopolio Dallara, definitivamente sancito nel 2002 dalla assegnazione della fornitura in esclusiva a conclusione di una gara che ha visto la Casa di Varano de’ Melegari sconfiggere tutte le altre concorrenti. La Dallara si è imposta per la superiore qualità ingegneristica e tecnologica del progetto, per il rigore del programma di fornitura e di assistenza, per i margini di sicurezza che le scocche assicurano oltre i già rigorosi standard stabiliti dagli organizzatori. 
 
 
LA "FILIALE" A STELLE E STRISCE - A quel punto Gian Paolo Dallara (foto più in basso) ha già deciso di sbarcare negli USA, a poche centinaia di metri dal mitico ovale di Indianapolis, per rispondere ancor meglio e più puntualmente alle esigenze dei suoi clienti americani, soprattutto per quanto riguarda la fornitura dei ricambi e, in genere, di consulenza. La qualità e l’affidabilità delle scocche che la Dallara ha sviluppato per l’attuale edizione della Formula Indy sono venute fuori alla grande nel corso dell’ultima, tiratissima edizione della 500 Miglia in cui non un solo incidente si è verificato prima di metà gara, a conferma delle eccellenti doti di stabilità, tenuta e neutralità di assetto delle vetture che, ricordiamo, dal 2012 sono equipaggiate di motori di  2.2 litri V6 turbosovralimentati, per potenze attorno ai 700 CV, e sono in grado di girare ad oltre 370 km/h di media sul giro, con punte che sfiorano i 400 in rettilineo. Dallara ha conseguito uno standard progettuale di così assoluta eccellenza grazie a un centro di progettazione e calcolo fra i più avanzati di tutta l’industria, e al supporto sperimentale assicurato da due gallerie del vento e da tutta una serie di laboratori in cui ogni singolo elemento della vettura viene testato al limite. Quando il progetto passa alla fase produttiva, la Dallara Automobili può mettere in campo una sofisticata tecnologia della fibra di carbonio grazie all’esperienza accumulata in anni di realizzazioni all’avanguardia, visto che Gian Paolo Dallara è stato precursore nell’utilizzo di tare materiale. 
 
 
NON SOLO IN PISTA… - L’ultimo, poderoso investimento ha riguardato la realizzazione di un simulatore degno veramente della NASA (foto qui sopra): di altrettanto sofisticati ne esistono solo altri due, uno alla Ferrari e un altro proprio alla Dallara di Indianapolis, per consentire ai piloti USA di effettuare i propri test senza dover affrontare la traversata atlantica. Il simulatore impiega un software proprietario  Dallara e ha dimostrato una precisione elevatissima, con scarti, rispetto alla guida reale su un determinato circuito, nell’ordine dei centesimi di secondo. Come intuibile, questo raffinatissimo (e costosissimo) simulatore consente alla casa di offrire un preziosissimo servizio ai propri clienti che possono affinare al limite la messa a punto delle vetture senza alcun rischio, per le vetture stesse e, soprattutto, per i piloti. Ovviamente i dati, trasmessi in tempo reale ai tecnici dei team, consentono agli ingegneri della Dallara Automobili di accumulare ulteriore esperienza ed affinare la propria competenza progettuale.
 
 
LEADERSHIP GLOBALE - La Dallara domina infatti la scena di tutte le formule a ruote scoperte: Indy, Indy Light, GP2, GP3, Super Formula (Giappone) e F3. Solo l'attuale, e molto discutibile, F1 rimane fuori dagli interessi della Dallara Automobili. Ma c’è un altro team USA che sta facendo pressioni perché Gian Paolo Dallara firmi la sua vettura. Risale a fine agosto la presentazione della nuova Renault Sport R.S.01, super sportiva a ruote coperte ispirata alla nuova Mégane e potenziata dal  3.8 V6 biturbo da oltre 500 CV della Nissan GT-R Nismo. Bene, in questa vettura scocca, aerodinamica e assetto sospensioni sono stati sviluppati dalla Dallara Automobili. Che è oggi un'azienda di oltre 300 persone e deve la sua straordinaria vitalità progettuale e produttiva al fatto di disporre dei sistemi più avanzati di calcolo, simulazione per modelli matematici, sperimentazione e prototipazione per mezzo di modellatori laser a controllo computerizzato. E presto arriveranno le stampanti in 3D: certamente Gian Paolo Dallara non se le farà mancare, non può accettare di non rimanere sempre all’avanguardia della tecnologia. Ma è proprio nella sua grande capacità di proiettarsi verso il futuro che stanno sia la sua immensa competenza di ricercatore e progettista, sia la sua sagacia imprenditoriale.

 



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Ritratto di Ninja
10 settembre 2014 - 10:11
la F1 di oggi è fatta di troppo bizantinismi e sotterfugi, che fanno veramente passare ogni voglia di rientrarci a strutture "tutte d'un pezzo" come quella di Dallara
Ritratto di Gordo88
10 settembre 2014 - 14:55
1
Se è per questo già Senna ai suoi tempi parlava di una f1 ricca di "giochini di palazzo" però c' è da dire che rappresenta ancora la massima espressione della tecnologia applicata al mondo delle corse ed ha un fascino indiscutibile
Ritratto di lucios
10 settembre 2014 - 11:22
4
.....l'italia si impegna, pu fare meglio di tutti......non ce n'è per nessuno......
Ritratto di wesker8719
10 settembre 2014 - 14:04
come sempre grazie alle commissioni estere però ,non dimentichiamolo ,tutte le aziende italiane legate all automobilismo hanno fatto il salto di qualità quando sono diventati fornitori di marchi concorrenti !!
Ritratto di lucios
10 settembre 2014 - 19:55
4
.....non siamo mai bravi da noi?.........capisco che i buoni tedeschi dell'audi siano dei clienti esigenti.....però se hanno scelto dallara credo che la bravura già esisteva......non siamo così stupidi noi italiani.......quando ci impegnamo facciamo meglio dei tedeschi........vedi ferrari......
Ritratto di wesker8719
11 settembre 2014 - 10:09
si la bravura c'è sempre stata in aziende e indotto italiano ma non di certo per il gruppo nazionale ,la cui produzione oltre ad essere precipitata non si è mai distinta per qualità delle componenti, basta vedere magneti marelli che progetta i led di ultima generazione per Audi mentre in Fca o non li usano o usano anche quelli a puntini e messi a casaccio !! o appunto dallara che lavora solo per fornitori esteri , i produttori di parti plastiche e sedili ecc ecc !! ottimo paragone quello ferrari che praticamente non c'entra niente nel discorso !!
Ritratto di lucios
11 settembre 2014 - 21:49
4
....ad esempio a me piacciono i fari posteriori della Mito, però la stessa architettura dei led non è per niente azzeccata sulla Giulietta, con quella specie di virgola che non si sa dove va finire, carini invece i led posteriori del l'ormai nonnina punto........si sa fiat non ha mai avuto un seguito in europa proprio a causa delle sue sbavature sui dettagli.......grandi i motori però......
Ritratto di lucios
12 settembre 2014 - 11:20
4
......i tedeschi fanno la differenza proprio sui dettagli, generando un'aspettativa sulla qualità superiore rispetto agli altri.....ad esempio, anche la skoda ormai è sinonimo di qualità nonostante non sia tedesca.......altre marche stanno lavorando in tal senso e pure fiat, rispetto a qualche anno fa, ha migliorato...........però paga ancora un'immagine poco forte e lo stato confusionale sui modelli che verranno........

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